“Qui sei benvenuta. Qui sarai protetta. Qui troverai molto più di ciò che cercavi”. È il coraggio a spingere la giovane Blanche a voltare le spalle a una vita di agi per lanciarsi nella più logorante delle battaglie: quella contro la povertà, la fame e l’umiliazione. A sette anni dalla fine della Grande Guerra, Parigi è ancora in ginocchio. Eppure Blanche si rende conto che alla metà dei bisognosi è negato ogni aiuto: tutti gli sforzi, infatti, sono rivolti agli uomini; nessuno tende la mano alle donne che ogni giorno mendicano agli angoli delle strade, si privano del cibo per sfamare i propri bambini e dormono all’addiaccio per sfuggire ai mariti violenti. Per Blanche, quella è un’ingiustizia intollerabile. E, quando viene a sapere che in rue de Charonne è in vendita un intero palazzo, combatterà fino all’ultimo per regalare un luogo sicuro a tutte le donne in difficoltà… È la disperazione a portare Solène al Palazzo delle Donne. Avvocato di successo, Solène è crollata il giorno in cui un suo cliente si è gettato dalla finestra del tribunale. Come parte della terapia, lo psicologo le ha suggerito il volontariato, così lei ha scelto di aiutare le donne che hanno trovato rifugio tra le mura di quel grande edificio in rue de Charonne. Qui, entra in contatto con un mondo lontanissimo da lei, fatto di miseria, di sfruttamento, di perdita. Ma anche di condivisione, di resilienza e di riscatto. A poco a poco, Solène capisce di non essere tanto diversa dalle ospiti del Palazzo: come lei, pure loro sono state sconfitte dalla vita. Però non si arrendono e continuano a lottare per un futuro migliore, traendo forza l’una dall’altra, come legate da un filo invisibile di solidarietà e comprensione. E sarà proprio quel filo ad avvolgere anche il cuore di Solène e a cambiare per sempre la sua esistenza.
È curioso come a volte la vita regali sorprese e nuove interessanti scoperte: questo è quello successo a Laetitia Colombani che, in ritardo ad un appuntamento, si imbatte quasi per caso al cospetto di un palazzo in stile primo Novecento; letta la targa incuriosita (Palais de la femme) , scopre la vicenda legata a quell’edificio e alla sua “fondatrice” e da lì sarà il suo istinto poi a suggerirle di utilizzare le sue capacità narrative per raccontare questa meravigliosa storia.
Il libro è costruito su due piani temporali diversi: due Protagoniste, una nel Passato Narrativo e una nel Presente, rispettivamente Blanche e Solene.
Blanche Peyron, testarda e coraggiosa, sceglie di abbandonare la sua vita per dedicarsi a combattere ingiustizie come povertà, fame e umiliazione; In nome di tutte quelle donne, figlie di una guerra che aveva lacerato anche la vita dei sopravvissuti, lotterà contro tutti e tutto per aiutare chi da sola non poteva farcela, per assicurare un rifugio sicuro, un tetto sopra la testa che potesse essere anche una soluzione momentanea.
Solene, avvocatessa troppo presa dalla carriera, è guidata invece più dalla disperazione che dalla Ragione, desiderosa di riprendersi dopo un trauma che l’aveva costretta all’isolamento e al silenzio.
Lasciarsi tutto alle spalle e tornare a godere della Luce del Mondo era la priorità per Solene, lei che era abituata ad essere sempre solida e decisa, a vivere una vita che correva veloce come un treno in corsa. Per suggerimento del suo psichiatra accetterà il ruolo di scrivano pubblico presso una casa d’accoglienza.
Così la sua necessità di tornare a sentirsi utile la porta a contatto con realtà lontane, prestando la propria penna per conoscere storie di violenza, lotta e rinascita, senza mai giudicare. Nella sua fragilità condivide l’inferno di quelle donne, comprendendo solo adesso il significato di parole come Povertà ed Emarginazione, per riemergere come loro uscendo dal suo isolamento affettivo.
Entrambe le Protagoniste nella loro storia hanno come elemento in comune la volontà di aiutare gli altri con la differenza che, mentre per Blanche questo rappresenta un modo per trovare la giusta collocazione nel mondo realizzando qualcosa concepito come vitale, per Solene accade tutto quasi per caso, niente nato da un esigenza altruistica ma piuttosto direi quasi “egoistica”, dettata dalla voglia di ritornare (lei) a vivere.
Personalmente ho trovato molta distanza tra le due parti Narrative: quella dove è Blanche Protagonista forse paga troppo uno Stile pulito e molto lineare che alla fine rischia di esprimersi in maniera asettica e poco emozionale. La parte invece dove abbiamo Solene Protagonista risulta più appassionante e scorrevole anche se un pò frenata da una Narrazione che lascia poco spazio al dialogo.
La lettura procede spedita in maniera avvincente con questi salti temporali legati tra loro dai Temi comuni condivisi: la Forza delle donne, la Resilienza e Rinascita accomuna le storie di Donne piegate dalla vita ma non spezzate, che avevano rinunciato ai loro sogni, alla loro innocenza. Autentiche e fragili sbagliano ma sanno rialzarsi dopo ogni caduta.
Anche Solene, dopo un inizio non facile, saprà farsi benevolmente contaggiare da quelle donne incontrate, dalle loro Storie, fondendosi con la voce di chi aiutava in un cammino di crescita personale e guarnigione interiore trovando alla fine più di quello che cercava.
Anche il Finale, secondo il mio parere, sarebbe potuto essere magari più convincente lasciando solo aperta qualche porta su certe situazioni che alla fine restano non approfondite.
La Colombani forse paga troppo il fatto di aver “abituato” bene i suoi lettori dopo il meraviglioso esordio con “La Treccia” rendendo ancor più carica di aspettative la lettura di questo suo ultimo Romanzo.
Personalmente, dopo la lettura, sono rimasto soddisfatto solo a metà per i motivi che ho spiegato anche se, senza dubbio, non posso esimermi dal consigliare, con la mano sul cuore, questa lettura.
“Il Palazzo delle Donne” è un Romanzo che si legge tutto d’un fiato, perché capace di regalare emozioni forti e sentimenti sinceri ma anche tanta sofferenza e dolore; un libro che lascia spazio a considerazioni profonde sulla vita, sulle scelte e sulla capacità di affrontare gli abissi di un esistenza marchiata dall’ingiustizia, cercando in tutte le maniere di resistere per conquistare una felicità per la quale vale la pena spendersi sempre, a qualunque costo, anche per aiutare gli altri scoprendo (come Solene) che anche questo può rappresentare una forma di felicità.
.......( Recensione di W. Bianco da AmabiliLettureBlog)
Laetitia Colombani è nata a Bordeaux nel 1976. Ha studiato cinema all’École Louis-Lumière e ha diretto il suo primo film a soli venticinque anni. In breve tempo, si è imposta come regista e sceneggiatrice, lavorando con attrici del calibro di Audrey Tautou, Emmanuelle Béart e Catherine Deneuve. La treccia è il suo romanzo d’esordio ed è subito diventato un caso editoriale: venduto in 27 Paesi ancora prima della pubblicazione, è rimasto per mesi ai vertici delle classifiche francesi, conquistando sia il pubblico sia la critica e aggiudicandosi il prestigioso Prix Relay.
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