martedì 29 marzo 2022

Le nostre imperfezioni di Luca Trapanese

 

Dicono che non serve una ragione precisa per compiere il Cammino di Santiago, e che per viverlo al meglio bisogna sapersi sorprendere ad ogni passo. In effetti Livio non sa esattamente perché ha deciso di partire zaino in spalla, trascinando con sé due amiche fino alla tomba di San Giacomo. Per consolidare la propria fede e prendere finalmente i voti? O per il motivo opposto, temporeggiare quanto basta per capire se è davvero quella la sua strada? Di certo, ad animare le sue scelte è sempre stato l’amore per gli altri, una vocazione che lo ha portato molte volte lontano da casa – un bell’appartamento a Posillipo, coccolato da mamma e papà – e l’ha condotto in giro per il mondo, al fianco degli umili, dei bisognosi, degli ultimi. La risposta ai suoi dubbi lo attende nell’antico borgo di Portomarín e ha il volto sorridente di Pietro, un architetto dai tratti orientali e in sedia a rotelle, che si offre di accompagnarlo nella chiesa di San Nicola e di mostrargliene la prodigiosa bellezza. Una chiacchiera dopo l’altra, i due diventano presto inseparabili e decidono di proseguire insieme fino a Compostela, fino a scoprire un’altra preziosa verità: il Cammino più importante non si fa a piedi, ma con il cuore. E così l’arrivo al santuario si trasformerà nell’inizio di un nuovo percorso, più lungo e più difficile per entrambi. In un romanzo struggente e ricco di interrogativi che scavano l’anima dei personaggi, Trapanese ci ricorda che la vita non è una favola e ti colpisce sempre alle spalle, ma che lo stesso fa anche la felicità, arriva sempre da dove meno te l’aspetti.



Luca Trapanese ha scritto un romanzo davvero intenso, ricco di un sentimento forte e struggente con il quale invita il lettore a riflettere sul significato dell'Amore, quello con la A maiuscola, sfumando il suo pensiero sulla validità di un sentimento espresso in maniera determinata e sincera.

Nel romanzo c'è anche molta speranza che avvolge e fonde una narrazione fatta di semplici gesti quotidiani che, nel bisogno di reciprocità, diventano piccoli miracoli con i quali raggiungere una felicità improvvisa e poco scontata.

Da una parte abbiamo Livio che, giunto ad un bivio della sua esistenza, vuole dar sfogo a quel carattere ribelle, a quel suo spirito libero intraprendendo un viaggio metaforico attraverso il suo io, quello che fino ad allora si era sempre celato nella sua fragilità, nella sua incapacità di essere capito.

Dall'altra abbiamo Pietro, uomo affabile e gentile, che nella semplicità del suo intimo riuscirà a mettere in crisi tutte le certezze di Livio, condizionando la libertà di decidere dove camminare e dove arrivare in quello che inizialmente doveva solo essere un cammino fatto a piedi e non con il cuore.

Tra le pagine del romanzo emerge tutta la difficoltà di un sentimento come l'amore che costringe, facendoci dominare dall'istinto, a prendere decisioni sincere ma difficili, rendendoci instabili e sofferenti anche di fronte ad un rifiuto, a colmare quel vuoto con una felicità inaspettata, ad assecondare anche una quotidianità che logora e asseconda una vita fatta di rinunce.

Le difficoltà per Livio e Pietro lungo il cammino saranno davvero tante e quando l'ordinarietà di un rapporto, dove la malattia e la necessità di non mostrarsi deboli avevano incrinato la ragione di un cuore, susciteranno nuovi bisogni di esprimere amore, creando divergenze e distanze per crescere affrontando cambiamenti, porteranno a rincorrere sogni non condivisi che purtroppo alla fine s'imbatteranno contro muri invalicabili.

A questo punto, dopo aver desiderato tanto la vita, arriva come implacabile la solitudine che annienta tutto, i gesti, gli sguardi affogati nel rimpianto e nell'incapacità di sanare un dolore troppo grande; la malinconia che assale con un senso di colpa  che l'autore però è bravo nel valorizzare e ricompensare attraverso la soddisfazione di un'esperienza vissuta fino alla fine al massimo delle possibilità.

L'autore è bravo nell'utilizzare quelle "imperfezioni" che gratifica nell'unicità di ognuno di noi, emergendo come elementi aggiunti che non differenziano ma valorizzano nello specifico; contrapponendosi in modo forte ai modelli imposti da una società contemporanea, attraverso l'imperfezione, smaschera una perfezione artificiale che risulta poco spontanea perché non nasce dal cuore, raccontando una storia che, con naturalezza, abbatte i muri del pregiudizio restituendo speranza a quella voglia di essere felici anche scegliendo la via meno percorsa.

Un grazie sincero a Luca Trapanese per aver scritto un libro davvero coinvolgente ed emozionante, scritto con naturalezza, con il quale riesce ad esaltare positivamente tutte le fragilità e le imperfezioni umane, annullando tutte le distanze insegnando più ad unire che a dividere, purtroppo anche in un mondo dove si fa fatica ad accettare chi è diverso.


 


martedì 22 marzo 2022

Malena senza sonno di Daisy Franchetto

 Malena ha vissuto perdite e tradimenti, e non dorme più. Malena è scomparsa e, nello stabile in cui vive, gli inquilini sono stati tutti assassinati brutalmente. Tutti tranne uno:Custode.

 Un uomo misterioso si presenta alla porta della casa, teatro della mattanza, sta cercando Malena. Dice di chiamarsi Errante e ha spalle imponenti, punte di metallo sul giubbotto di pelle, la testa rasata e occhi scuri come un brutto sogno. Inseguiti da creature assassine chiamate Crisalidi e guidati dalle bizzarre indicazioni della signora Orakuru, Errante e Custode esploreranno i ricordi di Malena, gli incubi e le allucinazioni, attraverso un viaggio che li condurrà a toccare la perdita, la memoria, la morte e la speranza.



Daisy Franchetto, attraverso una trama davvero molto complessa e coinvolgente, racconta in modo drammatico un dolore, una perdita capace di trasformare profondamente la sua protagonista che, per affrontare tanta sofferenza, allontanata dal mondo esterno, si era chiusa in se stessa creando come scudo qualcosa che, se da una parte la proteggeva isolandola, dall'altra la rendeva prigioniera di una condizione instabile da cui successivamente cercherà con disperazione di uscire fuori per tornare a vivere.

Nel libro Malena accompagnerà il lettore in questo suo viaggio simbiotico, un cammino complesso disseminato da tante difficoltà, segnato fatalmente da una realtà oltremodo falsificata dal suo stato fisico che non le permetteva più un sonno tranquillo, negando la capacità di sognare, facendola naufragare verso uno stato mentale che la rendeva schiava di una veglia logorante e continua, che però col tempo si renderà sempre più necessaria per tentare di ricostruire la maniera adatta per svegliarsi davvero.

Quello di Daisy Franchetto è un libro che parla di solitudine e tradimenti, una storia che descrive l'assenza, la morte, concentrandosi in particolare su quella fatal perdita che, dopo aver frantumato in mille pezzi tutto ciò che la legava al suo vivere, allontana Malena da tutto e tutti, nello specifico da quel mondo in cui niente ha più importanza per lei, rendendo ostile lo stesso vivere che, poco alla volta, stava annientando la protagonista condannandola ad una pena eterna, che riempiva il  cuore di enorme tristezza, diventando lei stessa un'allegoria di un dolore che l'autrice concretizza attraverso pagine struggenti, ricche di empatia per i suoi protagonisti che troviamo impegnati con disperazione a cercare tra le fessure di una ferita lacerante un poco di luce, capace di penetrare e risanare una rottura troppo profonda.

L'autrice, con i gesti e con le parole dei suoi personaggi, riesce sempre bene a mantenere un equilibrio perfetto tra le loro diversità, rendendoli indipendenti nelle loro azioni, facendoli partecipi di un destino comune che però permetterà loro di esprimersi, nel bene e nel male, in maniera reciproca solo perché vincolati dalla necessità di essere aiutati, compresi e capiti in un mondo dove, più che trovare risposte era più importante farsi domande, accettando da subito la certezza che nessuno poteva salvarsi da solo, per sottrarsi a un destino che tuttavia però  ancora non era stato scritto in modo indelebile. 

Malena per tornare alla normalità decide di allontanarsi, lasciando Il "seme del risveglio" in tutti coloro che avevano condiviso la sua esperienza, che avevano loro stessi assorbito quel suo malessere, un vuoto irreparabile che poteva essere colmato forse solo quando la volontà di svegliarsi da quel sonno eterno, insieme al desiderio di tornare ad amare, avrebbe consentito a Malena di  riaprire gli occhi.

I tanti personaggi incontrati nel libro, fortemente caratterizzati dall'autrice, rappresentano ognuno un passaggio fondamentale attraverso il quale chi legge riesce a rendere reale l'assenza della protagonista che, solo dopo aver ritrovato quella parte di se perduta, sarà finalmente pronta a tornare. 

L'autrice, attraverso una stile impreziosito da descrizioni oniriche e da metafore, spinge con forza la narrazione verso una condizione surreale che destabilizza il lettore che si ritrova piacevolmente in bilico tra sogno e realtà, coinvolto da un continuo alternarsi tra un presente e passato narrativo che condiziona i sensi, rendendo concreto l'immaginario.

In un finale dove diverse verità riemergono con prepotenza per essere accettate e accolte da un destino ormai non più modificabile, emergerà gradualmente quel senso di gratitudine per aver finalmente ritrovato la presenza attraverso l'assenza, armata di disperazione e devastazione dopo aver combattuto per non lasciarsi andare del tutto, per cercare qualcosa o qualcuno a cui consegnare quello che da soli non si poteva trovare.

Davvero tanti complimenti sinceri a Daisy Franchetto capace con il suo libro di trasportarmi piacevolmente in una dimensione parallela, attraverso una storia dolorosa, struggente, ma ricca di insegnamenti da cogliere tra le righe attraverso passaggi metaforici, attraverso i suoi personaggi e principalmente grazie ad uno stile vibrante e incisivo che ben si adatta alla sua incredibile capacità descrittiva che con facilità riesce a trasportare chi legge in un mondo onirico dove veramente con fatica si distingue reale dal surreale.

 

mercoledì 16 marzo 2022

Obliquo inferno di Fabio Monteduro

 Giorgio Belvisi è un bell'uomo di sessant'anni, ricco e stimato neurochirurgo, con una certa facilità a trovare giovani amanti. Tutto, nella sua vita, sembra andare per il verso giusto, finché un segreto emerge dal suo passato, qualcosa di talmente inconcepibile che lui stesso sembra averlo cancellato dalla memoria. L'accusa di aver ucciso la sua giovane amante è solo il minore dei problemi, vista l'incredibile sequela di accuse che improvvisamente gli piovono addosso. Ma che cosa lega Giorgio a un prete della provincia siciliana dilaniato da dubbi di fede e in perenne conflitto con i mostri generati dall'alcol di cui è divenuto schiavo? E perché proprio il commissario di Polizia che lo dovrebbe incriminare, è invece l'unico che non lo ritiene colpevole? In un crescendo di tensione, ci si avvicina al confronto finale, dove il male assoluto tenterà di porre il suo sigillo infernale.




Fabio Monteduro con il suo ultimo libro ci racconta una storia che angoscia e spaventa attraverso una narrazione davvero avvincente, ricca di suspance e tensione, con continui flashback tra passato e presente per ricostruire le mosse di una terrificante vendetta che arriva dall'oltretomba. 

Il romanzo, oltre che nella trama, ha il suo punto di forza nei protagonisti che risultano intensamente veri e introspettivi, grazie soprattutto alla capacità stilistica dell'autore che riesce, con estrema facilità, a farli entrare in empatia con chi legge, compartecipando ai tanti dubbi e incertezze scaturiti da una vicenda tormentata che segnerà tutti in modo indelebile. 

Tra questi ritroviamo come protagonista principale Giorgio Belvisi, uomo di scienza, neurochirurgo di fama internazionale, una persona a cui la vita aveva regalato tutto: sicuro di se, pragmatico, dotato di magnetismo, che utilizzava anche nel campo sentimentale, trascorreva una vita fantastica, invidiabile, ricca di soddisfazioni, trascorsa in tranquillità fino a quando però il destino deciderà di mettersi a giocare con lui, portando all'interno della sua esistenza scompiglio e dramma, sconvolgendo quella che fino ad adesso era stata un'esistenza senza troppe preoccupazioni.


La morte di un amico prima, una misteriosa scomparsa poi, insieme ad una orribile fotografia che celava una realtà o un passato dimenticato, getteranno il protagonista nell'angoscia più totale, portandolo verso una condizione che lo destabilizzerà mettendolo all'angolo, costretto a difendersi con tutta la sua disperazione da tutto e tutti.
Questo suo malessere interiore cominciava a logorarlo anche nel fisico, perdendo di colpo tutta quella bellezza descritta all'inizio che, pagina dopo pagina, mostrerà i segni dell'età, indebolito sotto i colpi di una sfiancante sensazione di essere continuamente sotto tiro, di trovarsi immischiato e accusato ingiustamente, dovendo dimostrare la sua innocenza, prima che gli altri, soprattutto a se stesso.

Quando poi il focus nel libro si sposterà nel passato narrativo, parallelamente ripercorrendo le vicende di una piccola cittadina nel sud della Sicilia dove, in un camposanto, il risveglio delle forze oscure aveva prodotto strani delitti allarmando una comunità intera e mettendo alla prova un sacerdote che, pronto a vacillare sotto i colpi del male, si ritroverà a mettere in discussione la sua stessa missione, l'autore comincerà a seminare indizi fornendo indicazioni importanti per poter sviluppare l'intreccio anche nel presente narrativo, dove poi i vari legami col passato troveranno i loro giusti incastri per arrivare, con molta fatica, a raggiungere una verità tanto drammatica quanto crudele.

Mentre la testa di Giorgio comincerà a viaggiare all'infinito tra i ricordi, in una morbosa ricerca di verità terrificanti che la sua mente aveva inconsciamente nascosto, l'oblio di un ricordo in particolare contrasterà fortemente con una realtà presente a cui era sempre più difficile non credere, gettando irrimediabilmente il protagonista nella disperazione più totale, spalle al muro, dovendo subire inerme i danni di una vendetta covata tra morte e tormento.

Dopo pagine ricche di adrenalina e tensione, con molto coinvolgimento, il lettore arriverà all'epilogo di una storia dove la realtà si confonde alla pazzia, lasciando poca scelta al protagonista che, ormai certo di non poter più riavere indietro la vita di prima, desidera liberarsi da quel peso che portava dentro, raccontando la sua di verità, accettando definitivamente tutto quello che aveva vissuto sulla sua pelle, sacrificando tutto se stesso, rischiando di aggravare ulteriormente la sua posizione, seminando dubbi, in particolare in quelle persone con lo avevano indicato come colpevole. 

Personalmente ho trovato il libro davvero molto avvincente, soprattutto grazie ad una "giusta" tensione narrativa costruita su una trama notevolmente originale, sviluppata bene tra passato e presente che, intrecciando le loro tematiche, si ritroveranno attraverso svolgimenti inattesi a legarsi tra loro per far emergere brandelli di luce in una storia sprofondata nel buio più scuro e pauroso.
  
I personaggi poi sono veramente tutti ben interiorizzati dall'autore, capace però di lasciare in alcuni quel velo d'incertezza che alla fine renderà difficile la loro collocazione all'interno di una storia fortemente segnata dal male e stravolta da chi, in cerca di rivincita, voleva appagare la sua sete di vendetta.
 

Complimenti sinceri a Fabio Monteduro perchè con il suo libro è riuscito a coinvolgermi attraverso una vicenda ricca di mistero e colpi di scena, con una narrazione avvolta da angoscia e terrore che destabilizza e condiziona, non solo i protagonisti, ma anche chi legge.

 



Fabio Monteduro nasce a Roma nel 1963. Il suo modo di scrivere è definito cinematografico perché riesce a rendere al massimo “visivamente” le storie che racconta. Questa caratteristica ne ha fatto accostare il suo nome a grandi scrittori contemporanei, uno tra tutti Stephen King del quale non nasconde la passione e da cui ha tratto iniziale ispirazione.

I suoi romanzi e i suoi racconti brevi, spesso ambientati in Italia, sono sempre più frequentemente improntati al “thriller” più che al vero e proprio “horror“. Va detto però che la differenza tra questi generi letterari, nel suo caso, è sempre molto sottile.




TITOLO : OBLIQUO INFERNO

AUTORE: FABIO MONTEDURO

EDITORE : DARK ZONE

GENERE : THRILLER/HORROR

USCITA: NOVEMBRE 2021

FORMATO: BROSSURA

          ACQUISTA




Formule mortali di François Morlupi

 In una torrida estate romana, un anziano cammina nel parco di villa Sciarra, nell’elegante quartiere di Monteverde. Un odore tremendo atti...