lunedì 30 agosto 2021

Il Bar di Marco Fedele

 

Che relazione c’è tra la ’ndrangheta milanese e l’assassinio di Suzana Obradovic, giovane cameriera che si era trasferita nel silenzioso e isolato borgo di Fainazza, in provincia di Gorizia? 
La ragazza, una forestiera arrivata da poco, era considerata
 da molti un ostacolo alla routine del villaggio. Ma quando a indagare giunge il commissario Umberto Fabbri, della DIA di Milano, anche gli abitanti capiscono che dietro quel delitto si nasconde qualcosa di spaventoso e sconcertante. Dopo attente valutazioni, Fabbri radunerà tutti i sospettati nell’unico bar del paese, per rivivere con loro la notte dell’omicidio e svelare la  soluzione del mistero, tra rancori celati e trappole ben oliate.



Marco Fedele ha realizzato un Thriller davvero coinvolgente, un Giallo davvero ben costruito, grazie ad uno Stile scorrevole e ad una capacità descrittiva eccellente che si bilanciano bene, dosando Adrenalina e Suspance, per velocizzare principalmente le fasi Narrative dove c'è azione, in contrasto con la "lentezza" con cui il lettore si concentra nelle pagine dove vengono sviluppate le indagini, non con poca fatica, alla ricerca della Verità

Al Commissario Fabbri spetterà il compito di far luce su una vicenda intrigata, affidandosi ancora una volta al suo Fiuto e a quell'Istinto che più di una volta lo aveva portato a risolvere casi difficili; prossimo alla pensione dovrà mettere da parte la sua voglia di tranquillità per confrontarsi con una metropoli caotica e frenetica, una polveriera con diverse etnie coinvolte nella Malavita, pronte a misurarsi, con le unghie e con i denti, per ottenere la supremazia: nuovi Protagonisti ma le solite vecchie brutte abitudini

Davvero molto indovinata (personalmente) la scelta di ambientare la vicenda in un paese di Provincia dove tutti si conoscono ma soprattutto dove è più facile covare Invidia e Cattiveria

La forza del libro di Marco Fedele è soprattutto rappresentata dalla profondità dei suoi Personaggi : tutti risultano ben caratterizzati grazie al racconto delle loro storie parallele dove emergono scelte passate a giustificare errori e sbagli per un futuro incerto; poi l'Autore usa (con arguzia) il dialetto per rendere sicuramente più caratteristico e colorito il Dialogo, ma anche per per "smorzare"  il tono nelle fasi più accese. 

Anche le descrizioni sono veramente ben curate, soprattutto nelle scene d'azione raccontate con dettagli precisi capaci di rendere ancor più vivida la scena. 

La bravura dell'Autore poi si traduce nel riuscire a far giungere il lettore alla risoluzione del l'enigma con molta lentezza, centellinando dettagli poco alla volta e giocando  con l'emotività del lettore che si troverà, solo alla fine, a rivalutare la veridicità di alcuni Personaggi

Arrivati alle fasi finali del libro, dopo che Fabbri raduna i suoi sospetti in un luogo incline a confessioni e confidenze, si terrà una partita a carte "virtuale" tra i Protagonisti; giocando tutti gli assi nelle maniche disponibili e utilizzando il Bluff per stanare la preda, il Commissario riuscirà a mettere in crisi tutti,anche se in maniera non del tutto risolutiva.

Con fatica solo nelle ultime pagine si riuscirà a districare quel gioco d'incastri che celava una regia ben organizzata dal colpevole, che aveva sottovalutato però gli imprevisti per una storia che vedeva mischiati Sentimenti, Denaro e Criminalità

Davvero trascinante e ben costruito il libro di Marco Fedele che, oltre a coinvolgere il Lettore fino ad un finale per niente scontato, risulta originale per diversi aspetti, più precisamente nel modo come riesce brillantemente ad analizzare i suoi Protagonisti , capaci di rendere la vicenda ancora più coinvolgente ed emotivamente appassionante, tra Verità nascoste, Debolezze umane e Confronti tipici di un panorama malavitoso. 
 

giovedì 19 agosto 2021

Nessuno resta solo di Alessandro De Roma

 

Guido e Tonio sono padre e figlio, ma la sola cosa che hanno in comune è il cognome. Per due come loro, abituati a rispettarsi soltanto nel rancore reciproco, l’unico modo per non farsi del male è rimanere lontani. Mentre Guido sceglie di trascorrere con sua moglie la quotidianità di ogni giorno, Tonio, dopo tanto girovagare per il mondo, conosce Nicola e se ne innamora. Nicola per Tonio diventa il centro di ogni cosa: l’amore capace di dar senso a un’esistenza passata a nascondersi, un amore che Guido, se solo sapesse, non accetterebbe mai. Padre e figlio vorrebbero invecchiare accanto alla persona che amano piú di ogni altra. Ma non hanno fatto i conti con l’imprevedibilità beffarda del destino.

Nei discorsi di Guido, Tonio viene a malapena nominato. È un figlio inquieto, vagabondo, omosessuale, che il padre fatica a contattare perfino quando deve dirgli che la madre è malata e il tempo rimasto è poco. Del resto anche Guido, per Tonio, non andrebbe messo al corrente di nulla: neppure del suo dolore piú grande. Le loro strade si sono sempre incrociate a distanza, attraverso gli occhi degli altri, i discorsi riportati, i racconti che risalgono all’infanzia di uno o alla giovinezza dell’altro. Eppure sono padre e figlio, e i tratti del viso lo testimoniano: una somiglianza che per Tonio, quando se ne rende conto, è «come spalancare una porta sul vuoto». Entrambi sopravvissuti a chi amavano di piú al mondo, Tonio e Guido sceglieranno ostinatamente di non cercarsi, resistendo. Almeno finché è possibile. Perché quando ormai non c’è piú nulla da chiedere – sembra suggerirci Alessandro De Roma con una voce schietta e profondamente intima – anche chi si è sempre detestato può deporre le armi.



Alessandro De Roma ha scritto un libro "coraggioso", molto intimo ed introspettivo, capace di gettar luce sulle tante ombre di un rapporto familiare difficile: l'Autore con discreta semplicità ci racconta una vicenda, non poi tanto lontana dal quotidiano, attraverso una Narrazione dove, senza filtri, si intrecciano dinamiche relazionali che gravitano su Tematiche Principali importanti come Incomunicabilità Solitudine.

Stilisticamente parlando la Narrazione si divide tra Passato e Presente, per volontà dell'Autore che desidera far riemergere episodi di vita vissuta che hanno costruito, mattone dopo mattone, quel muro immaginario che divide i due Protagonisti del Romanzo ; complici entrambi del Collasso familiare, frastornati da Parole non dette o fraintese, alla fine saranno costretti ad accettarsi scoprendosi poi non tanto dissimili tra loro, imparando a comunicare attraverso l'unico linguaggio comune: Il Dolore.

Un Padre anziano e un figlio Adulto : Guido e Tonio sono da anni distanti, ma solo adesso, chiamati dal Destino, si ritrovano legati nello stesso Dolore, di fronte ad una Perdita che, senza preavviso, aveva tolto loro l'unica motivazione per vivere. Nella "comune" sofferenza il Dolore però sarà vissuto in maniera molto differente dai due Protagonisti: per Guido il lutto diventa come liberatorio, trasformandolo in un essere cinico, scorbutico e antipatico, svincolandolo da tutte quelle convenzioni che il precedente Rapporto costringeva; per Tonio invece non c'è altro modo se non il Silenzio per affrontare quella solitudine creata da un distacco troppo traumatico, che lo costringeva poi a soffocare quel suo grido sofferente in una società che non comprendeva il suo tormento, che non accettava la sua diversità, obbligandolo quindi a lacerarsi dentro, giorno dopo giorno, fino ad esaurirsi.    Tema Principale del Romanzo è principalmente quello del Rimpianto che, pagina dopo pagina, soprattutto per Guido diventa importante e fondamentale per riuscire a guardare,con occhi nuovi, tutto quello che era stato il Rapporto con il figlio, per Rivalutare le scelte e considerare gli errori commessi, liberandosi dell'orgoglio e dal Disagio alimentato da troppo tempo dalle cose dette, da quelle non capite e dai tanti silenzi. Con uno Stile delicato, elegante e curato, ma al tempo stesso deciso e ruvido, l'Autore racconta una Fragilità familiare circondata da Sofferenza e Solitudine, create principalmente dalla incomunicabilità di un rapporto dove, nonostante tutto, verrà lasciata aperta una finestra per far entrare una Luce debole e indecisa, quella della Speranza che, pur non abbandonando mai nella vita, nel Romanzo si riaccende solo quando nascerà il Bisogno di Comprensione reciproca.

 

Alessandro De Roma è davvero molto bravo e abile nel personificare, attraversi i suoi Protagonisti, quel coinvolgimento emotivo che guida nel Bene e nel Male un Padre e un Figlio che, pur soffrendo, si creano quella "giusta" distanza per evitare qualsiasi contatto, qualsiasi coinvolgimento, che possa costringerli al Confronto non solo con il Mondo ma con loro stessi.

Allontanati dalla vita pur legati dal sangue, i due Protagonisti rinunciano entrambi a capirsi ma poi, riuniti dal Dolore, saranno costretti ad riavvicinarsi, per essere pronti poi, solo dopo il confronto, a mettersi in discussione; lo scontro generazionale che ci propone l'Autore alla fine riesce a trovare il giusto equilibrio solo perché, da entrambe le parti, si realizzano le proprie carenze in un rapporto dove si cercava solamente di nascondere il fallimento personale, cercando poi quella giusta maniera non per accettarsi ma per condividere quel poco che continuava ad unire. 

Complimenti sinceri all'Autore che con il suo Romanzo riesce a coinvolgere il Lettore su Temi importanti senza false ipocrisie o facili prese di posizioni, lasciando molto spazio al giudizio personale e alla riflessione intima ed emotiva, coinvolgendo con una Storia comune che trova la sua massima espressione di veridicità attraverso la Fragilità e Debolezza dei suoi Protagonisti.




              Alessandro De Roma

Alessandro De Roma è nato in Sardegna nel 1970. Ha pubblicato Vita e morte di Ludovico Lauter, La fine dei giorni, Il primo passo nel bosco (Il Maestrale, 2007, 2008 e 2010), Quando tutto tace (Bompiani, 2011) e La mia maledizione (Einaudi 2014). Tre dei suoi romanzi sono stati tradotti in Francia per Gallimard. È fra gli autori dell'antologia benefica Sei per la Sardegna (Einaudi 2014, con Francesco Abate, Marcello Fois, Salvatore Mannuzzu, Michela Murgia e Paola Soriga). Sempre presso Einaudi, ha pubblicato Nessuno resta solo (2021).



Generi Romanzi e Letterature 

Editore Einaudi

Collana I coralli

Formato Brossura

Pubblicato 13/04/2021

Pagine 207

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giovedì 5 agosto 2021

Nella Tana del Serpente di Michele Navarra

  

Una zona della capitale oscura e impenetrabile dove la violenza soffoca le buone intenzioni e la diversità è vista come minaccia.

Tra gli alti palazzi di Corviale, alla periferia di Roma, per molte persone la vita è grigia come il cemento che ricopre gli edifici. Elia Desideri è un piccolo commerciante che cerca di tirare avanti come può, mentre suo figlio è irretito da una delle numerose bande del quartiere, chiamato volgarmente “Serpentone”. Uomo amareggiato e scontroso, Elia si scaglia spesso contro gli immigrati che vivono intorno a lui, primi fra tutti i Bayazid, rifugiati siriani suoi vicini di casa, considerati alla stregua di nemici. Dopo diversi litigi e minacce, quando il giovane Nadir Bayazid viene ritrovato morto, Elia diventa subito il principale sospettato. Eppure, l’uomo giura di essere innocente e chiede aiuto all’avvocato Gordiani.
Sempre in giro sulla sua Vespa bianca, Alessandro Gordiani avrà il compito di convincere carabinieri e Procura ad allargare lo spettro delle indagini su un caso all’apparenza molto semplice ma che semplice non è affatto. Come se non bastasse, Gordiani sta attraversando un momento di grande incertezza nella sua via privata, che lo porterà a mettere in discussione i valori in cui crede. Destreggiandosi fra bande criminali, procuratori inflessibili e amori mai sopiti, Gordiani si ritroverà alle prese con un caso molto più complicato del previsto, dove la verità si nasconde nelle abitudini di un quartiere difficile, colto qui in tutte le sue complessità e le sue contraddizioni.




Michele Navarra , con una scrittura incisiva e una Narrazione dosata in maniera intelligente, riesce ad immergere il lettore in una storia fatta di Razzismo e Drammi familiari, di Incomunicabilità e luoghi comuni dove troviamo un perfetto equilibrio tra Trama e Personaggi : la volontà dell'Autore di attingere nella Realtà quotidiana si traduce nella fragilità dei suoi Personaggi: nel libro non c'è spazio per gli eroi, non ci sono né vinti né vincitori ma solo Vittime riunite nello stesso Dolore, nella stessa Miseria, nello stesso Degrado.

Elia e Rashad sono facce di una stessa medaglia; schiacciati da una società che non permette Dialogo, che non lascia troppa scelta nella disperazione, se non quella di cercare "soddisfazione" confrontando la Realtà quotidiana con chi è diverso, per cultura ed estrazione sociale, i due Protagonisti si ritroveranno a scontrarsi frequentemente, ognuno difendendo i propri interessi, i propri valori, rivendicando un senso di Giustizia nei confronti di un Destino che aveva tolto loro un pezzo di vita: Elia Desideri, dopo anni spensierati, con la morte della moglie si era abbandonato ad una vita fatta di Rancore e Risentimento, diventando scontroso verso tutto e tutti, in particolare contro gli "extracomunitari" colpevoli (secondo lui) della sua situazione economica, "spalleggiati" da una società "in stallo" che ormai non si ribellava più, omologandosi al sistema. Rashad Bayazid, in cerca di una vita migliore per se e la sua famiglia, si era rifugiato dalla Siria in Italia pagando però a carissimo prezzo quella sua Speranza che, adesso raggiunta, cercava di ripagare con la dignità di un un lavoro onesto. 

Questo Risentimento quotidiano porterà all'inevitabile confronto tra le due famiglie e quel sentimento di "Razzismo" , che domina parte dei Personaggi, verrà condotto al limite dall'Autore con la consapevolezza di portare la riflessione su un piano superiore, più universale, per analizzare tutte le drammatiche conseguenze e gli irreparabili danni provocati da un atteggiamento che, specie se aggravato da miseria, spinge il pensiero comune verso nessun  limite, nessun scrupolo, portando poi con superficialità a puntare il dito per trovare il colpevole per le proprie disgrazie : così, quando il figlio di Rashad verrà trovato morto in circostanze poco chiare, le tante circostanze porteranno Elia Desideri ad essere il primo sospettato.

A difendere Elia verrà chiamato l'avvocato Gordiani ( Personaggio già conosciuto nel precedente libro di Navarra) che dovrà affrontare un caso solo in apparenza scontato, combattendo contro un muro fatto da luoghi comuni e criminalità, convincendo (oltre che se stesso) anche gli altri dell'innocenza del suo assistito.

Alessandro Gordiani, sempre in lotta con i capricci e gli acciacchi  della sua vespa bianca, in questo libro verrà analizzato a fondo dall'Autore che né metterà a nudo la sua parte emotiva, risultando così molto Fragile quando, spogliato della sua perfezione, metterà in dubbio se stesso e la sua parte sentimentale, vacillando quando si abbandonerà alla sincerità di un sentimento mai sopito.

Amore e Tradimento saranno protagonisti del suo tormento interiore che cercherà spesso di placare facendosi cullare dalle tante bellezze della sua Roma, una città che diventa indirettamente Protagonista, magistralmente dipinta e tratteggiata dall'Autore con tutti i suoi pregi e difetti.
La Fragilità di Gordiani, cioè quella di un uomo di legge, non a caso sembrerà quasi far eco a quella Giustizia labile che nel libro di Navarra appare senza un colore ben preciso, forse un grigio con tante sfumature formate da un equilibrio, tra Verità e Innocenza, spesso in bilico per la capacità d'interpretazione. 

Nel libro, a differenza del Genere, non c'è il "classico" Protagonista (infallibile) a dominare la scena, ma piuttosto ci sono tanti Personaggi che contribuiscono in maniera fondamentale a  costruire una Trama fortemente trascinante che si sviluppa in maniera corale, dosando le emozioni e i colpi di scena per far giungere il Lettore alla Verità che alla fine si mostrerà molto diversa da quella immaginata. 

Tema centrale del Romanzo è anche il confronto/scontro generazionale, tradotto in quel Rapporto tra figli e genitori, minato dall'incomunicabilità, dal dramma della perdita e dalle scelte dei figli, affascinati più da una vita facile e senza sacrifici, che differentemente dai genitori preferiscono la via più rapida, quella però più pericolosa, che li imprigiona in un mondo fatto di criminalità. 

Nel libro la seduzione verso il Male passa attraverso il Degrado che, preso a pretesto dall'autore, quasi prosciugando l'energia vitale di chi abitava quei luoghi diffondeva il suo Veleno attraverso le spire del "Serpentone" ; Il quartiere residenziale di  Corviale, esperimento visionario degli anno 70' divenuto poi un abominio architettonico, sarà il luogo scelto da Navarra per imprigionare le due anime del Bene e del Male, tra chi vive in onestà e chi combatte la miseria scegliendo l'abusivismo e la criminalità


Tanti Complimenti sinceri a Michele Navarra perché ha scritto un  libro che riesce a mantenere alta l'attenzione fino alla fine, raccontando una storia ben costruita in un crescendo di tensione; il libro, trattando Tematiche importanti e delicate, suscita la riflessione più attenta, in particolare sulla sottile differenza tra Verità e Innocenza, su come le circostanze possano alterare il Giudizio, guidato più che dalla testa dall'animo umano, fatto delle sue debolezze e contraddizioni; L'Autore è bravo a "neutralizzare" il concetto di Razzismo puntando il riflettore più sulla mancanza di Dialogo e sulla voglia di "rivincita" personale in una società che porta a considerare "nemico" chi è diverso, preferendo lasciare insoluta la risoluzione dei problemi in una lotta tra poveri che non riescono a considerare proprie le disgrazie altrui e che per sopravvivere cercano vie alternative sacrificando non solo la propria libertà ma anche quella degli altri.


Formule mortali di François Morlupi

 In una torrida estate romana, un anziano cammina nel parco di villa Sciarra, nell’elegante quartiere di Monteverde. Un odore tremendo atti...