venerdì 30 luglio 2021

Quando tornerò di Marco Balzano

 Daniela ha un marito sfaccendato, due figli adolescenti e un lavoro sempre piú precario. Una notte fugge di casa come una ladra, alla ricerca di qualcosa che possa raddrizzare l’esistenza delle persone che ama – e magari anche la sua. L’unica maniera è lasciare la Romania per raggiungere l’Italia, un posto pieno di promesse dove i sogni sembrano piú vicini. Si trasferisce cosí a Milano a fare di volta in volta la badante, la baby-sitter, l’infermiera. Dovrebbe restare via poco tempo, solo per racimolare un po’ di soldi, invece pian piano la sua vita si sdoppia e i ritorni si fanno sempre piú rari. Quando le accade di rimettere piede nella sua vecchia casa di campagna, si rende conto che i figli sono ostili, il marito ancora piú distante. E le occhiate ricevute ogni volta che riparte diventano ben presto cicatrici. Un giorno la raggiunge a Milano una telefonata, quella che nessuno vorrebbe mai ricevere: suo figlio Manuel ha avuto un incidente. Tornata in Romania, Daniela siederà accanto al ragazzo addormentato trascorrendo ostinatamente i suoi giorni a raccontargli di quando erano lontani, nella speranza che lui si svegli. Con una domanda sempre in testa: una madre che è stata tanto tempo lontana può ancora dirsi madre? A narrare questa storia sono Manuel, Daniela e Angelica, la figlia piú grande. Tre voci per un’unica vicenda: quella di una famiglia esplosa, in cui ciascuno si rende conto che ricomporre il mosaico degli affetti, una volta che le tessere si sono sparpagliate, è la cosa piú difficile. Dopo L’ultimo arrivato e Resto qui, Marco Balzano torna a raccontare con sguardo lucido e insieme partecipe quelle vite segnate che, se non ci fosse qualcuno a raccoglierle, resterebbero impigliate nel silenzio.

Marco Balzano ha scritto un libro duro ma molto Reale che racconta una Storia intrisa di Speranza ; La Narrazione risulta semplice ma empaticamente "vissuta" con fatica dal Lettore attraverso gli occhi dei 3 Protagonisti chiamati a raccontare, dal loro punto di vista, una Vita piena di contrasti e contraddizioni, segnata da Silenzi e Sacrifici condivisi, ma non compresi a pieno; un'esistenza portata avanti con parecchie difficoltà, subita non come Dramma, ma nella consapevolezza di un Destino già segnato e accettato come inevitabile.

Daniela, Manuel e Angelica sono voci narranti di una vicenda che costringe a scelte difficili, da cui non ci si può sottrarre, cercando ognuno di soffocare  Rabbia Risentimento per andare avanti e cercare di assecondare le proprie necessità.

Tutto inizia quando Daniela, per dare una possibilità ai figli, decide di partire per l'Italia con la Speranza e convinzione di poter tornare un giorno, per restare e vivere la sua vita  con la sua Famiglia; Di notte, come una ladra, lascia tutto e tutti senza dare una spegazione, forse perchè inutile farlo o perchè, solo in questo modo, avrebbe potuto poi riprendere la sua vita nel punto esatto da dove l'aveva interrotta cosi' bruscamente; così le parole del titolo del libro ("Quando tornerò") cominciano frequentemente a risuonare nella testa di Daniela, diventando quasi un "nenia" da ripetersi all'infinito per darsi forza e per placare il Dolore causato un Distacco doloroso che aveva provocato da subito un Senso di Colpa.

"Orfani Bianchi" della storia diventano Manuel e Angelica, alle prese con una vita che li aveva messi di fronte a responsabilità forse troppo grandi, sensa dubbio però privati della tranquillità familiare e di un appoggio sicuro ormai troppo assente.......Manuel, in particolare, sarà quello più provato da tale situazione ; in piena crisi adolescenziale, con i suoi capelli lunghi e brufoli, sceglierà l'isolamento come unica via d'uscita per metabolizzare quel Dolore che, soffocato dal suo Orgoglio, si mescolerà al Risentimento per un allontanamento subito, ma non razionalmente accettato.

Gran parte della Narrazione è incentrata su Daniela, fuggita per regalare un Futuro ai suoi figli, che adesso viveva la sua vita in Italia come badante ; La confunsione e il "trascinamento" morale che subisce Daniela incide molto nella parte Narrativa, che però all'improvviso viene sconvolta aspramente per mutare, quel suo carattere "informale", in un racconto più emozionale e risentito quando la vita di Manuel entrerà nel "Buio", costringendo (entrambi) al confronto; un figlio che, pur immobile nel letto d'ospedale, aveva la capacità di suscitare tanti Ricordi felici in Daniela, concentrata adesso solamente a placare il suo "Disagio" , raccontando tutti i sacrifici fatti e ricordando solo le cose belle, per poter affrontare a testa alta il Giudizio di quel figlio che, una volta riaperto gli occhi, avrebbe potuto solamente chiedere scusa ad una madre che si era "immolata" per offrire un Futuro diverso. 

Il Romanzo ha la capacità di coinvolgere il Lettore senza creare "distacchi" nelle varie e diverse fasi Narrative, mantenendo quel carattere di "Romanzo Familiare" che, grazie ad uno Stile Incisivo ed Emotivo, non solo si lascia "leggere" ma anche "ascoltare" nell'emozione di quelle parole scritte che si ergono, in alcuni parti, come vere grida di Dolore e Sofferenza che avevano segnato per sempre, nonostante gli sforzi comuni, la vita dei Protagonisti, raccogliendo i pezzi di una vita "calpestata" da un Destino inevitabile, cercando di ricostruire quel Tempo passato troppo velocemente, per estrapolare solo quella parte Felice necessaria per stimolare la consapevolezza che, seppur distanti, La Famiglia poteva essere vicina e pronta ad aiutare nel momento del Bisogno.

 

Un bellissimo Romanzo quello di Marco Balzano che, come il suo precedente, riesce ad aprire le menti sulla Riflessione più attenta e sentita, sulle Contraddizioni di una Società che costringe a vivere in maniera crudele le Scelte inevitabili e necessarie che provocano fratture profonde che lasciano poi ferite insanabili; Tanti Complimenti all'Autore anche perchè riesce, ancora una volta, ad attingere per le sue storie in una Realtà fatta di Sofferenza e Dolore che, grazie al suo Stile "drammaticamente" sincero, vengono mgnificamente tradotti attraverso parole e gesti dei Protagonisti per i quali, non sempre, riesce facile la Comprensione e l'Empatia, lasciando svincolato il Lettore nel Giudizio, alimentando ancor di più quel "contrasto" tra i Personaggi che rende il Romanzo Significativo, Profondo e soprattutto mai Banale.

 


                        Marco Balzano

Marco Balzano

Marco Balzano (1978) è nato a Milano nel 1978. Con Sellerio ha pubblicato i romanzi: Il figlio del figlio (Premio Corrado Alvaro Opera prima), Pronti a tutte le partenze (Premio Flaiano) e L'ultimo arrivato (Premio Campiello). Per Einaudi ha pubblicato Resto qui (2018 e 2020) che ha vinto, tra gli altri, il Premio letterario Elba, il Premio Bagutta, il Premio Mario Rigoni Stern ed è stato finalista al Premio Strega; in Francia ha conseguito il Prix Méditerranée, mentre in Germania ha scalato rapidamente la classifica dei libri piú venduti. Per Einaudi ha inoltre pubblicato Le parole sono importanti (2019) e Quando tornerò (2021). I suoi libri sono tradotti in molti Paesi.

 

 

Dettagli

Generi Romanzi

Editore Einaudi

Collana Supercoralli

Formato Rilegato

Pubblicato 09/03/2021

Pagine 208

Lingua Italiano

Isbn o codice id 9788806247270

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venerdì 23 luglio 2021

L' Ordine di Liliana Marchesi


Il mondo in cui vivono Syria e Gregory non è più quello di un tempo.L’Ordine ha cambiato le regole e costruito Istituti in cui i bambini vengono condotti e cresciuti dal loro primo giorno di vita. Rigore e lavoro saranno gli unici genitori che avranno, fino al momento in cui anche a loro verrà chiesto di mettere al mondo dei figli, che non vedranno crescere.Il destino però ha in mente qualcosa di diverso per Syria. La vita all’Istituto per lei è come una gabbia che si restringe sempre di più attorno al suo cuore. Quando Greg viene portato via improvvisamente e lei vede svanire anche l’ultima speranza di un futuro insieme a lui, l’unica cosa che le resta da fare è fuggire.Riuscirà a sopravvivere al di là dei confini dell’Ordine?Ma soprattutto, riuscirà a ritrovare il suo Greg?



Liliana Marchesi riesce come al solito, libro dopo libro, non solo a confermare tutta la sua bravura, ma anche ad evolvere Stilisticamente ogni volta aggiungendo alle sue storie elementi sempre nuovi ed originali. In questo suo ultimo libro, con una trama che affonda le radici nella distopia, nel corso della lettura ci troveremo piacevolmente travolti da una narrazione che muta, attraverso le sue sotto-trame, prepotentemente verso elementi romance che diversificano emotivamente ben amalgamandosi con una storia ricca di suspenseazioneadrenalina cambi di scena repentini.

L’Ordine è un libro davvero avvincente, che viaggia ricamando temi ben precisi, come amore e libertà, che costituiscono il fulcro di una Storia molto appassionante e incisiva che l’Autrice racconta attraverso due voci. Un “racconto parallelo” vissuto da due anime divise che lottano e combattono lontane ma unite nella comune determinazione.

I Protagonisti, Syria Gregory si trovano all’interno di un “nuovo mondo“, in una comunità regolata da un “organismo” chiamato appunto l’Ordine in cui, con lavoro e disciplina, bambini e bambine vengono cresciuti insieme fino ad una certa età, per poi essere divisi e poi riuniti in famiglie “artificialmente” combinate al fine di procreare. Tra i due protagonisti nasce da subito  un’amicizia che, col passare degli anni, cresce prima nell’innocenza, per poi sfociare in un sentimento forte e puro che cinge i loro cuori, vincolandoli nella paura clandestinità dei loro incontri, costringendoli a reprimere il loro amore, nascondendolo ad un mondo che non permette spazio per i sentimenti.


In questa prima parte cominciamo a conoscere Gregory Syria in maniera del tutto estranea dal loro contesto: in maniera delicata l’Autrice ci fa solo intravedere le sfaccettature del loro carattere, del loro essere, in un’ottica ancora non avvelenata da rabbia e dolore, scaturite dalla disperazione di un distacco inevitabile che costringe i due ad aprire gli occhi su diversi interrogativi fino ad allora forse ignorati, messi al bivio da una frustrazione che, solo adesso, fornisce un motivo per ribellarsi a un sistema che toglie respiro alle loro anime.

La differenza di carattere tra Gregory Syria comincia a emergere nelle fasi in cui i due si troveranno a fronteggiare il mondo sconosciuto là fuori, che offrirà ad entrambi la possibilità di scegliere se accettare la verità o fuggire da essa: Greg sembra essere più titubante, impara a fidarsi più del suo istinto che degli altri, quando, durante la sua fuga, si troverà a contatto con crudeltà e cattiveria mai conosciute prima. Syria, invece, sarà più determinata e decisa nel voltare le spalle, per sempre, a quel mondo dal quale era fuggita, accettando fiduciosa l’aiuto offerto, per superare il momento presente, adesso che è libera, solo adesso che la sua mente comincia a liberarsi dalle ipocrisie con cui era cresciuta.

Anche lo stile della Marchesi, analizzato nelle diverse fasi narrative, risulta influenzato dai protagonisti: Syria, prima più sicura, nella parte centrale si sente turbata confusa e il suo incedere è indeciso perché si sentirà amareggiata per aver confidato in qualcosa di impossibile; nella stessa fase, invece, Gregory appare diversamente più deciso, mostrandosi fin troppo sicuro di se, delle sue capacità, cominciando a far emergere tutta la rabbia accumulata che verrà canalizzata ed espressa attraverso un dialogo che, all’improvviso, diventa più indurito.

Nel libro appaiono molto curati in ogni aspetto sia i personaggi che le descrizioni. I personaggi hanno tutti un ruolo preciso all’interno del romanzo, interpretando metaforicamente i ruoli del Bene e del Male.  Le accurate e fascinose descrizioni nel libro permettono di addentrarci completamente in un mondo avvolto da Contrasti, dolori e ribellione, una società “follemente” contraddittoria dove passato e futuro sembrano inevitabilmente legati tra loro, dove c’è chi cerca la libertà per sfuggire al controllo e chi, invece, si crede libero seppur controllato da quella tecnologia tanto temuta, ma desiderata.

Con il ritrovamento di un diario, nel quale erano stati riversati sentimenti carichi di un dolore passato, uno strazio causato da una perdita, l’Autrice comincia, a grandi linee, a far chiarezza sul passato narrativo, rivelando poco alla volta dettagli e informazioni utili per comprendere la situazione attuale: il quadro che appare è quello di un Mondo che, rinato per essere migliore, drasticamente condanna la società alla sopravvivenza possibile solo con rigore e rinunce, senza nessun spazio né per debolezze, né per sentimenti, provocando, di fatto, il suo lento e inevitabile imbarbarimento.

L’Autrice nel libro porta al limite il concetto di una società futura che all’inizio non sembra poi tanto dissimile dalla nostra, almeno dal punto di vista etico morale, richiamandoci a un’attenta attenta sul pericolo nascosto dietro le tecnologie che, se usate nel modo sbagliato, possono provocare effetti drastici ben peggiori di un disastro naturale. Una società che diventa schiava delle sue stesse libertà, che per sopravvivere ha bisogno di essere controllata da una forza superiore che, mascherata da salvatrice, ne provoca l’annullamento dei propri valori.

La critica velata dell’Autrice si concentra soprattutto nei confronti dei social network, sulla loro dipendenza, ma soprattutto sulle potenzialità negative se utilizzate nel modo sbagliato, rendendo il Mondo incattivito e alienato. Spunti di riflessione attenti e interessanti si possono cogliere, quindi, partendo da questo interrogativo:

cosa succede se la soluzione a un problema diventa un Male ancor peggiore del problema stesso?? 

Il Romanzo procede con la giusta tensione narrativa, con un ritmo incalzante, con le atmosfere rese mutevoli dai due racconti paralleli, passando da cupe e claustrofobiche a libere e selvagge; con il Lettore che, pagina dopo pagina, viene sempre più assorbito dalla storia. Il desiderio di proseguire nella lettura viene “magistralmente” alimentato dall’Autrice grazie agli inattesi colpi di scena posti proprio alla fine di ogni capitolo, al fine di accrescere in maniera spasmodica la trepidazione. In più possiamo aggiungere che la brevità stilistica dei capitoli viene supportata dalla loro incredibile capacità di essere davvero molto intensi, rendendo la lettura agile e nello stesso tempo avvincente.

Nella parte finale del libro l’evoluzione caratteriale dei protagonisti si amplifica nei momenti più difficili, nelle parti più emozionali, nella quali, la maturità raggiunta si sviluppa nella sincerità delle loro azioni, nelle scelte complesse a cui sono chiamati, ma soprattutto si fonde in quell’incrocio (finalmente) di sguardi che ritrova due anime in ricerca di libertà, due cuori alla riconquista del loro Amore.

Nelle pagine finali un po’ di serenità verrà restituita quando note di dolcezza accarezzano la narrazione che vedrà crescere, insieme alla speranza, la paura e l’incertezza su quello che potrà accadere nel futuro. Il disorientamento per il domani sarà controbilanciato dalla ferma volontà di non essere più quello che gli altri decidono, dalla consapevolezza di essere finalmente liberi: scegliere, sbagliare, provare sentimenti e amare sono sensazioni nuove adesso che, sofferta, è arrivata la libertà. Con la libertà cresce in parallelo la voglia di combattere ancora battaglie future che, con un velo di ottimismo, i nostri protagonisti sono pronti ad affrontare Insieme.

L’Ordine è un romanzo molto coinvolgente, una storia che vede i suoi protagonisti in lotta per conquistare la libertà. Costretti a vivere in un mondo soffocante, l’unica cosa che permette loro di andare avanti è il loro legame, il loro sentimento che, solamente quando sarà messo in discussione, diventerà il motivo per ribellarsi, per difendere il loro amore e smascherare le falsità di un Mondo che nasconde verità e malvagità.

Tantissimi complementi di cuore alla bravissima Liliana Marchesi, non solo come scrittrice ma soprattutto come persona: l’impegno che mette in tutto quello che fa è paragonabile solo alla sua capacità e abilità di scrittrice, alla sua voglia di sorprendere sempre i suoi lettori più affezionati che, ogni volta, rimangono piacevolmente stupiti e sorpresi dalla creatività e originalità di un’Autrice davvero a 360 gradi.

( Recensione di Walter Bianco da AmbiliLetture Blog )

venerdì 16 luglio 2021

QUELLO CHE NON SAI di Susy Galluzzo

 

Cosa succede quando non si ha più voglia di essere una madre? Cosa può fare una donna stretta tra gli obblighi familiari e la sua vita di prima? Michela, detta Ella, ha passato gli ultimi anni a crescere la figlia Ilaria, dedicandosi a lei in ogni momento anche a scapito del suo lavoro di medico e del rapporto con il marito Aurelio. Ella conosce tutte le manie e le ansie di Ilaria, sa quanto è brava a tennis ma anche quanto le è difficile concentrarsi a scuola. Dopo un allenamento, Ilaria si distrae guardando il cellulare, ferma in mezzo alla strada, mentre una macchina avanza veloce verso di lei. Ella non fa niente per avvisarla: rimane immobile a osservare la figlia che, salva per un soffio, se ne accorge. In quell’istante, inevitabilmente, tra loro si rompe qualcosa. Ella così inizia a sfogarsi scrivendo un diario rivolto alla propria madre, morta quindici anni prima: pagina dopo pagina, racconta delle crepe che si allargano fino a incrinare in modo irreversibile i delicati equilibri familiari, si addentra nei propri ricordi per riportare a galla vecchi e nuovi conflitti, rimpianti e sensi di colpa, per trovare infine la forza di affrontare la verità e ricominciare.


 

 Susy Galluzzo ha scritto un libro davvero molto profondo e intimo, raccontando con coraggio una storia dolorosa che si svincola dalle Paure e dai Pregiudizi (troppo condizionanti) su un Tema delicato come quello della Maternità; Una storia emozionante nella quale emerge con forza una Fragilità umana che, attraverso lo Stile penetrante e diretto dell'Autrice, risulta molto Reale e ben supportato da un Senso di Colpa che rappresenta il filo conduttore dell'intero Romanzo.

La Protagonista, Michela detta Ella, è una donna fragile che ha conosciuto bene l'Amore per la vita, una persona chiamata a rinunce e sacrifici, ma soprattutto una Madre che attraversa adesso la Disperazione di una Maternità per cui non si sente più all'altezza; Ella è ancora però quella figlia che è stata tanto amata e che, conservando gelosamente nel segreto quel rapporto speciale con la madre, tenta con tutte le sue forze di ricreare la stessa complicità con sua figlia Ilaria.

Stilisticamente parlando nel libro ho davvero molto apprezzato la scelta dell'Autrice di utilizzare nella Narrazione diversi Stili: si passa infatti con estrema facilità da un Dialogo diretto a pagine dove la conversazione si fà più animata e articolata per poi rifugiarsi in altre dove, attraverso un Genere Epistolare, si alimenta di più il tono confidenziale e segreto, necessario per allontanarsi dal Rancore cresciuto in un ruolo che ormai andava sempre più stretto.

Il Romanzo nasce nella testa dell'Autrice principalmente basato sull'esperienza relazionale di una figlia nei confronti di una madre, sul bisogno di ritrovare tranquillità attraverso ricordi passati nelle pagine di un diario nel quale riversare sentimenti contrastanti, analizzare errori e affrontare i dubbi di una condizione Presente.

La Protagonista è forte dell'Amore ricevuto come figlia ed è per questo che come madre, pressata e schiacciata dal peso emotivo, si sente colpevole generando un Senso di Colpa per l'ineguadezza di un ruolo che, non solo durava tutta la vita, ma dal quale non ci si poteva dimettere.

Ella deve arrivare a capire le vere Ragioni scavando nel suo intimo per trovare la Verità o  forse solo per trovare la Forza di accettarle. Nasce quindi un racconto senza filtri di una vita che era riuscita a metterla in trappola, una vita che richiedeva sacrifici e pochi errori: proprio l'ultimo sarà la goccia che farà traboccare il vaso creando una crepa che, giorno dopo giorno, si aprirà sempre di più sotto i colpi della Tensione.

"......Una macchina grigia, lei che osserva e non muove un muscolo..."

Basta un attimo per cancellare di colpo tutte le rinunce di una vita che adesso brutalmente allontanava Ella dalla figlia, tradita e privata del sostegno della madre, e dal marito che si trovava di fronte una donna diversa da quella amata, una estranea.

La Narrazione procede con una Prosa scorrevole ed emozionale, intensa e dolorosa attraverso la quale l'Autrice stimola l'attenzione sul ruolo delle madri, suscitando sincera comprensione anche su dinamiche "normali" che creano disagio: il Tabù delle terapie e i disturbi circondati dall'imbarazzo di una società che tende a sminuire, diventano strumenti per criticare una artificiale perfezione e condannare l'ipocrisia  che aleggia sul concetto di "famiglia modello", che non permette "diversità" respingendo i mutamenti.

Il lettore accompagna Ella in questo viaggio interiore nel quale, solo dopo aver risposto ai tanti interrogativi, riuscirà alla fine a trovare l'unica via d'uscita possibile: abbracciare il Fallimento di una Madre e di una Moglie come unica soluzione necessaria  per uscire dalla prigionia della sua condizione e ricominciare a vivere come Donna.

 

Quello di Susy Galluzzo è sicuramente un Romanzo d'esordio che non passa inosservato nel panorama editoriale perchè capace come pochi di far riflettere sui ruoli genitoriali che a volte vanno stretti perchè non tagliati nella giusta misura, costringendo a interpretare in maniera innaturale quello imposto da una società pronta a condannare negando Paure e Risentimenti, ma soprattutto Fallimenti.

Davvero tanti complimenti sinceri all'Autrice che ha saputo  conquistare con una Storia difficile, raccontata con tanta sincerità; un libro che suscita la riflessione più attenta su Temi diversi sui quali ancora oggi si fà purtroppo troppa fatica a parlare. 

Il Verso Giusto di Angela Aniello

 Il tempo dilatato che la pandemia ha sottratto alla normalità, alterandola, per Chiara si è trasformato in un dono che le consente di rallentare, guardarsi indietro e ricordare. Così, alla vigilia del diploma, decide di scavare nel suo passato – a tratti doloroso come quello di molti tarantini – e di mettere nero su bianco la sua storia e non solo. Come in un film si susseguono tante immagini, alcune più nitide, altre volutamente sfocate perché ancora feriscono. Sullo sfondo, a tenere uniti i suoi ricordi, c’è sempre il mostro che divora senza pietà: l’Ilva.

Chiara ripercorre la sua infanzia felice, scivolatale troppo in fretta dalle mani, e l’adolescenza, segnata da una perdita ma anche da rivincite, conferme e consapevolezze. Un viaggio non sempre facile ma in cui non è mai sola: ogni tappa è condivisa, con Maria, l’amica di sempre; Luca, il primo amore; e l’adorata prof. di Lettere, sua prima sostenitrice che la esorta a coltivare la passione per la scrittura.

Pagina dopo pagina la bambina sognatrice che amava abbandonarsi alla fantasia lascia spazio a una ragazza matura, che con coraggio lotta per far trionfare la giustizia e che non ha paura di inseguire i propri sogni. 



Angela Aniello, attraverso le pagine del suo romanzo, racconta una storia fatta di dolore e sofferenza, che però parla anche di Speranza e Riscatto. Un libro che rapisce emotivamente, ricco di memoria e temi importanti, il tutto canalizzato attraverso due elementi fondamentali che giocano su quell’equilibrio su cui poggia l’intero romanzo: Amore e Lotta. L’Amore è quello per la propria terra, per la propria famiglia, un sentimento “istintivo” che crea la giusta motivazione per lottare, per combattere quelle giuste battaglie che nascono dal cuore, per rivendicare la libertà, per tornare a vivere, per respirare e tornare a sognare in una terra (simbolo di un Italia malata e schiava delle sue contraddizioni) dove ormai si chiudevano gli occhi anche ai bambini di fronte a certe Verità, costretti, di conseguenza, a vivere senza sogni, senza futuro.

Ci troviamo a Taranto, più precisamente nel quartiere Tamburi, dove Chiara (la Protagonista) è uno dei tanti figli costretti a vivere subendo le conseguenze di quella “stasi morale” creata  dai grandi, che non erano capaci di reagire rispondendo, prima che a se stessi, alle tante domande innocenti di figli a cui era privata la libertà di una vita normale, una vita invece trascinata con rassegnazione sotto l’ombra di un Mostro che, se per i piccoli era mascherato da Orco, per i grandi portava il nome di Ilva.

Quel Mostro, che sembrava consumare tutto e tutti, negli anni aveva segnato il Destino di molti abitanti di quella terra, rassegnati ormai a non aver scelta, liberi solo di morireChiara vive nella  spensieratezza della sua età circondata dall’affetto della sua famiglia, forte anche dell’amicizia con Maria: con lei condivide parte della sua crescita, timori e speranze condivise in un’amicizia che al principio verrà messa a dura prova drammaticamente da un Destino che, non risparmiandole, le allontanerà creando un vuoto incolmabile, costringendole ad una distanza forzata.

La scelta Stilistica dell’Autrice è davvero emotivamente d’impatto: la voglia di raccontare il Dolore e la Rassegnazione viene tradotta, nella prima parte, attraverso un dialogo molto intimo e confidenziale che, rompendo la fase narrativa raccontata dalla protagonista, si alterna in vere e proprie pagine all’interno delle quali, con carattere epistolare,  prima il padre e poi l’amica, si confessano a cuore aperto esprimendo tutta l’amarezza e la sofferenza, il rancore e l’impotenza che il tempo non avrebbe lenito, non avrebbe aiutato a cambiare una situazione insostenibile per molti.

Toccante è la parte dedicata al racconto del papà di Chiara, molto intenso e carico di sentimenti forti come Rabbia e Inadeguatezza, espressione non solo sua, ma di tutti quei genitori intenti a negare una drammatica Verità, a nascondere mascherando la realtà, forse quasi esorcizzandola, facendosi forza nella convinzione che i bambini non potevano capire, non potevano rispondere a quelle domande a cui nemmeno i grandi erano riusciti a trovare risposta.
La mente viaggiava veloce attraverso parole divise tra Ricordo e Amarezza, una vita difficile, una vita insoddisfatta.
Il padre, la disperazione del tempo che passava inesorabile, la spensieratezza dei suoi 23 anni, l’amore per Carmela, una vita che inizialmente sembrava tutta in discesa; l’arrivo poi di Chiara, quella figlia con lo stesso carattere del padre, testarda e curiosa, giunta come un dono di Dio, quel Dio che adesso sembrava così assente, lontano da lui, lontano da Loro. Un padre consapevole di aver negato alla figlia un’esistenza  migliore, almeno normale…  Il disagio è troppo grande però… la voce si spezza… non riesce più a proseguire, non può continuare a raccontare tutta quella Verità che, forse un giorno, Chiara avrebbe scoperto da sola.

Il libro cresce pagina dopo pagina accompagnando le stagioni che passano veloci, attraversando le varie fasi della crescita di Chiara e Maria, amiche ritrovate, inseparabili, così unite, così diverse: una ribelle ed estroversa, Maria, costretta a crescere in fretta, più pacata e posata, perché costretta a lasciare indietro tutti i suoi sogni, tutte le speranze riposte in una vita immaginata  diversa.
Chiara, più sognatrice, esprime al meglio la sua voglia di vivere, la creatività attraverso le sue passioni, il talento per la scrittura (ad esempio) appoggiato con entusiasmo dalla famiglia e alimentato quotidianamente dalla prof. di Italiano.

Nella vita però non va sempre tutto nel VERSO GIUSTO, basta, infatti, un attimo per cadere, una semplice frazione di secondo che ti sbalza dalla gioia alla disperazione, dalla Luce al Buio. Ecco che improvvisamente Chiara è costretta a non vivere più i suoi 13 anni, crescendo anche lei, nell’angoscia, vivendo nello smarrimento e sgomento, non più forte da aggrapparsi a quel Dio per combattere “il Mostro che, senza pietà, adesso sembra proprio essersi ricordato anche di lei. Inizia così una doppia battaglia che avvicina Chiara agli abitanti di Tamburi, in una terra dove non c’erano perdenti, dove nemmeno si combatteva più, dove c’erano solo condannati.

La ribellione, il bisogno di gridare al mondo tutta la Rabbia accumulata negli anni, la voglia di contestare un Mondo che stava strappando le ali al loro volo libero, comincia piano piano a cambiare il vento, che adesso cominciava a soffiare forte e contrario spazzando, almeno moralmente, tutte le polveri sottili che negli anni avevano sacrificato vite innocenti, avvelenato vittime inconsapevoli.

Taranto chiamava e i giovani di Tamburi rispondevano impegnandosi, corpo e anima, in una battaglia contro lo stesso nemico, una lotta per alcuni troppo personale che unisce in maniera universale, anche chi aveva scelto il silenzio.
Coraggiosi nella malattia, fieri nella protesta, figli di una terra avvelenata impegnati in una battaglia più grande di loro, difficile, ma necessaria anche solo per liberare un Dolore, per reagire a un Destino già segnato.

La vita dei nostri Protagonisti scorre veloce, tra sentimenti d’amore che si mischiano a quelli di un amicizia sopravvissuta nel tempo, autentica e sincera, mentre intanto l’entusiasmo per il futuro veniva a tratti svuotato dai ricordi passati, vissuti attraverso la commozione di immagini infelici e sguardi tristi.
L’ultimo giorno di scuola chiude inevitabilmente un ciclo della vita, il distacco dagli amici, dai prof e dai loro insegnamenti Il Tempo li aveva resi maturi ma non ancora adulti, anche se però segnati da momenti difficili in cui avevano sempre trovato la forza per reagire, per rialzarsi insieme contro tutto e tutti. Avevano reso visibile un dolore invisibile, avevano reso concreta la rassegnazione di una Terra trasmettendo coraggio e voglia di cambiare, di voltare pagina per ritornare, non solo a sperare, ma anche a Vivere.


Nella conclusione l’Autrice, con un “colpo di teatro” ci fa fare un balzo temporale, collocando la narrazione ai giorni nostri, nel 2020 in piena pandemia, con la vita che, ancora una volta, ha saputo sorprendere negativamente tutti anche la nostra Chiara: ormai adulta adesso appare finalmente consapevole delle sue capacità e aspirazioni, soprattutto pronta a mettere a posto tutti i pezzi del suo passato, approfittando di questa pausa “forzata”, conservando però, nella sua intimità, i tanti ricordi dolorosi, racchiusi nelle immagini impresse nella mente che consapevolmente hanno contribuito a renderla più forte, quella persona che nel presente, dopo aver amato e lottato per lei e per la sua terra, alla fine è riuscita con molta determinazione ad indirizzare la vita nel VERSO GIUSTO.


Davvero essenziale poi la nota finale del libro, molto utileper capire le vere ragioni che hanno spinto e motivato l’autrice a raccontare una storia davvero emozionante che, sicuramente, ha sensibilizzato molto anche lei: nel raccontare e ricordare vicende che affondano le loro radici in una terra toccata dal dolore. L’intento principale è quello di trasmettere la Speranza, rendendo concreta la voglia di un popolo che, stanco di rimanere in silenzio, aveva bisogno di dimenticare e sostituire i silenzi con il rumore delle risate, magari quelle dei bambini che con il loro sorriso potevano riscrivere il loro futuro che per anni era stato negato dall’arrendevolezza dei grandi.

Tanti complimenti di cuore alla bravissima Angela Aniello perché con il suo libro è riuscita ad appassionare e conquistare attraverso una storia che ripercorre delicate vicende che purtroppo trovano riscontro in un passato e presente tristemente noto a tutti, in particolare a tutte quelle persone che sono state testimoni dirette di tanta sofferenza, del dolore vissuto in quella terra dove si svolge la vicenda Narrata. Non era certo facile il doppio compito per l’Autrice che abilmente riesce bene, da una parte, a descrivere la sofferenza attraverso un racconto intimo in cui è facile immedesimarsi e dall’altra a “disegnare” poeticamente tutta la speranza, tradotta in quella voglia di cambiamento, proveniente da quella parte di persone più penalizzate da tale situazione: i giovani di Tamburi.

Un libro meravigliosamente bello e profondo che riesce facilmente a coinvolgere con la sua intimità. Un romanzo che commuove stimolando una riflessione attenta che colpisce il cuore del lettore che si ritrova all’interno di una storia fatta di sconforto, ma anche ottimismo e fiducia che vengono diffusi attraverso l’amore, l’unica cura universale per guarire le ferite di una vita dove non sempre tutto va’ nel VERSO GIUSTO.

......( Recensione di Walter Bianco da AmabiliLetture Blog)


sabato 10 luglio 2021

L' Ultima Cura di Elena Mandolini

 


Memoria e raziocinio. Claudia ha sempre creduto che la stabilità di una persona si fondasse su questi due elementi.

L’idea di perdere il controllo della propria mente e dei ricordi, la terrorizza. Eppure, è proprio quello che le sta accadendo. Scrittrice di romanzi thriller e horror, la giovane donna ha cominciato a soffrire di ripetuti e violenti attacchi epilettici e ormai ha perso il controllo della propria vita.

Decisa a capire i perché della sua malattia, si affida alle cure del Dottor Mereu, primario di Neurologia dell’ospedale Sant’Anna di Roma. Tra i corridoi di questa struttura, le condizioni mentali di Claudia peggiorano.

Cosa le sta accadendo? Davvero non può più fidarsi di se stessa? Dei suoi sensi? Claudia cercherà le risposte alle tante domande, scavando nella sua mente e inoltrandosi tra i reparti dell’ospedale, trovando solo altri dubbi e interrogativi.



 Elena Mandolini ha scritto un Thriller molto psicologico con fortissime venature Horror; Il racconto a tratti risulta molto “claustrofobico”, l’Ansia che predomina la Narrazione viene anticipata già dalla splendida Cover del libro.

Il Romanzo viaggia su diversi livelli: ci sono parti più “riflessive” specie all’inizio, altre invece dove la Protagonista , alla ricerca di risposte, troverà riscontro con una Realtà complessa, accrescendo la Tensione e il Disagio “accorciando” così la durata Narrativa per esprimere al meglio il Mistero e anche la Curiosità che guida il Lettore e la stessa Protagonista.

L’Autrice sceglie di scrivere con la prima persona utilizzando Claudia come voce narrante della vicenda, con i suoi dilemmi, con le sue inquietudini, creando più “empatia” con la Protagonista che cerca, trova e soffre in contemporanea con il Lettore.

Claudia non accettava di non essere più padrona della sua mente, quindi decisa a risolvere i suoi problemi si era affidata alle cure del Dott. Mereu; ma proprio all’interno dell’ospedale la situazione invece di migliorare peggiora: Incubi ricorrenti, l’Orrore di orrende visioni e creature mostruose, uniti al germe del dubbio insinuato nei gesti e nelle parole degli altri Protagonisti, provocano in Claudia diverse “evoluzioni” distruttive che vanno di pari passo al contesto dove ogni singola cosa non sembrerà più normale.

Il Malessere diventerà una costante per Claudia mentre per il Lettore ci saranno Tensione e Ansietà che accresceranno la voglia di arrivare alle ultime pagine del libro per riuscire a “placare” la Curiosità e ottenere risposte alle tante domande.

La bravura dell’Autrice si esprime innanzitutto nel realizzare una storia non banale, raccontata con crescenti colpi di scena capaci di tenere alta la Tensione fino all’Epilogo; Lo Stile risulta agile e vivace;i suoi Personaggi sono descritti in maniera molto vivida, molto reali nelle loro diverse sfumature.

Nel libro tutto emerge in maniera “dosata“, calibrando i tanti indizi seminati durante la vicenda che portano al finale del libro dove però tutte le convinzioni saranno messe in discussione, legandoci al dilemma tra Oblio e Ricordo.

Davvero tanti complimenti a Elena Mandolini che ha scritto un libro davvero coinvolgente e trascinante; una storia con la quale riesce bene a far coesistere diversi Generi, “incollando” NOI lettori alle pagine ,divorati dalla Curiosità di Capire, di Conoscere quella Verità che l’Autrice, con un magistrale “colpo di Teatro”, nelle ultime pagine rende ancor più imprevedibile.

( Recensione di Walter Bianco da AmabiliLetture Blog )


"Sono nata a Roma e sono sempre stata appassionata di cinema e letteratura. Fin da piccola. Sono cresciuta in una famiglia che ama i film dell’epoca d’oro di Hollywood e per me, quindi, è stato naturale avvicinarmi e poi appassionarmi alla settima arte. Amo il cinema al punto tale da averne fatto la mia professione: critica cinematografica. Dopo la maturità classica mi sono laureata al DAMS e, successivamente, ho conseguito due Master, uno in Critica giornalistica presso l’Accademia di arte drammatica Silvio D’amico e l’altro in Scrittura per cinema e tv presso lo IED di Roma. La libera professione mi appassiona e consigliare, tramite le mie recensioni, quali film vedere e non vedere, mi diverte e appaga. La lettura si accompagna perfettamente alla passione per il cinema. Per scrivere bene, bisogna leggere molto e io rientro tra quella percentuale di italiani che leggono costantemente."


Formule mortali di François Morlupi

 In una torrida estate romana, un anziano cammina nel parco di villa Sciarra, nell’elegante quartiere di Monteverde. Un odore tremendo atti...