venerdì 28 aprile 2023

Infinito Moonlit di Sara Gamberini

 

Teresa crede nei mondi invisibili e nelle entità, ma le sue convinzioni sono sempre state ambivalenti a causa dei genitori, anarchici e atei. Teresa crede anche nell’amore, come fosse un patto stretto con la madre Dea, una donna eccentrica e scostante. Il destino, però, le ha messo sulla strada Moussa, il padre di sua figlia Maria, un uomo di origine senegalese e animista, e poi la stessa Maria, una bambina silenziosa e magica, che vive secondo ritmi e alfabeti tutti suoi, ed è molto vicina alle questioni del cielo. Teresa sta passando un momento difficile, soffre e fa fatica a capire il suo posto nel mondo. Anche Maria sta passando un momento difficile: si trova male a scuola, con le maestre e con i compagni, e avverte l’inquietudine della mamma. È per la bambina che Teresa trova la spinta a reagire, superando dubbi e paure e scegliendo di trasferirsi con lei in una casa circondata dai boschi, dove ricomporre i pensieri e i desideri a contatto con la natura. "Infinito Moonlit" è un incantesimo, la storia di una madre e di una figlia che grazie al pensiero magico trovano un modo nuovo di vivere e vedere il mondo, in comunione con l’amore che unisce ogni cosa, gli esseri umani alle foglie, gli animali alla rugiada, la meditazione alla vita.



Il romanzo di Sara Gamberini, attraverso una scrittura fascinosa e trascinante, accompagna il lettore in un mondo di fantasia e poesia dove in alcune parti il tratto diventa quasi poetico mantenendo però sempre un suo carattere non troppo distante da una realtà quotidiana che sembra "diversa" solo perchè raccontata in maniera onirica ma pur sempre riconoscibile e "vicina" a chi legge.

Una madre eccentrica che si scopre però fragile nei confronti di una figlia silenziosa e incantevole per la quale è pronta a tutto; il timore di Teresa di "contagiare" Maria con la sua infelicità e un amore che non bastava più spingono a fuggire da tutto e tutti per rifugiarsi nel silenzio della natura per isolarsi e ricomporre i pensieri.

In questa loro nuova dimensione Teresa e Maria, restate isolate e in compagnia solo dei ricordi, trovano il modo per vivere e guardare il mondo in maniera diversa; entrambe attraversano un momento difficile, una crisi esistenziale, con le persone, con il mondo che andava adesso affrontato in una maniera "fuori dagli schemi" per superare questo momento anche attraverso il loro rapporto che si trasformava giorno dopo giorno in un fortissimo legame simbiotico.

Un cambio di ruoli dove Maria avverte il disagio di Teresa e riesce a riportare equilibrio, reso instabile da confusione e da un amore che aveva perso dignità, trascinando la madre dentro la sua dimensione fantasiosa; Ma questo cambio di ruoli, se all'inizio sembrava troppo scontato, solo nel finale del libro rivelerà la sua vera natura quando si capirà bene quel legame che univa madre e figlia e quel dono prezioso e speciale.

Nel libro i temi principali trattati dall'autrice sono solo abilmente celati sotto una capacità stilistica volutamente duttile e fragile: 
la fragilità di una madrela difficoltà di essere donna la capacità educativa di un genitore attraversano una narrazione che incanta dividendosi tra presente e passato per rifugiarsi in mondi lontani dove l'elemento costante rimane sempre l'amore, che nasce, cresce per poi finire e ricominciare attraverso modi diversi.

Il Destino poi che, con le sue infinite interpretazioni, chiama per lasciare spazio a tutto ciò che non riusciamo a vedere, contrasta l'amore, le relazioni e le paure umane per suscitare il bisogno di una razionalità che però non sempre è in grado di dare risposte concrete, di dare un senso a quello che accade attorno a noi.

Tantissimi complimenti sinceri a Sara Gamberini che anche in questo romanzo conferma la sua abilità stilistiche nel muoversi che estrema spontaneità tra una quotidianità piu'vicina a chi legge e un mondo fatto d'immaginazione, restando in maniera naturale a rimanere sincera nel fondere reale e immaginario ispirandosi però anche alla sua parte razionale che è poi quella che alla fine lega emotivamente il lettore.

sabato 22 aprile 2023

Il destino torna sempre sui suoi passi di Maria Antonia Mandalà e Rosalia Composto

 Trinacria, anni 50, isola calda e fertile, ricca di storia e miti dove credenze e pregiudizi si trascinano nel tempo. Tra le acque limpide del mare e i raggi solari, Armando e Silvia si conoscono e subito scoppia tra loro una passione che brucia più di quel sole che improvvisamente si eclissa a causa di un destino oscuro e crudele. Ecco che quando tutto sembra precipitare in un baratro profondo e spaventoso dove persino le lacrime si sono esaurite e il cuore è oramai spezzato, il destino ritornerà sui suoi passi per rimettere tutto nel suo asse.


"Il Destino torna sempre sui suoi passi" è un romanzo emozionante e sentimentale veramente ben scritto che ci trasporta in una Sicilia di molti anni fa' attraverso una storia dolce e amara che vede coinvolti personaggi ben caratterizzati da un autrice che ha la capacità di legarli emotivamente a chi legge trasmettendo le stesse passioni, dubbi ma anche e soprattutto dolori.

Nella prima parte del romanzo una storia d'amore nata dalle ceneri della speranza all'improvviso, di fronte a tante difficoltà, getterà nel tormento i suoi protagonisti che, impegnati a lottare in nome dell'amore, sembreranno sconfitti non solo nei confronti del Destino, ma anche contro falsità e odio, figlie di un'umanità debole e crudele, che alla fine separerà la vita di due anime nate per essere unite, sostituendo alla passione iniziale un sentimento di disperazione e angoscia che, pagina dopo pagina, getterà nell'oscurità più profonda.

Di fronte a tanto male non basterà più chiedersi il perché di tanta sofferenza, quando poi solo un grido silenzioso, generato da un gesto disperato, sarà in grado di accompagnare la speranza di poter lenire un dolore troppo grande allontanandosi da tutto e tutti.

Il romanzo nella parte centrale ci farà viaggiare attraverso gli anni per riportarci ad un presente narrativo dove quel Destino, tanto crudele e beffardo, sembrava non aver ancora placato la sua sete di dolore intrecciando ancora una volta le vite di anime innocenti destinate a ritrovarsi coinvolte in un Amore, forte e crudele nello stesso tempo, che unisce per poi dividere.

Rilegati nella solitudine e nell'angoscia più completa i nostri protagonisti saranno turbati da tanti sentimenti contrastanti trovando le forze per andare avanti solo nella resilienza e in quella volontà di non arrendersi che alla fine porterà, attraverso il perdono, nelle ultime pagine del romanzo verso la chiusura di un cerchio che, un Destino irrisorio, aveva dato inizio intralciando subito per concedere poi (solo alla fine) spazio e rivincita ad un sentimento che nel tempo non si era mai arreso perchè mantenuto puro e vivo nei cuori dei protagonisti.

Nonostante la complessità delle diverse fasi narrative possiamo dire che lo stile dell'autrice riesce a rendere la lettura nel complesso non solo molto scorrevole ma anche parecchio coinvolgente; il romanzo non soffre mai fasi di stallo ma piuttosto concede spazio( soprattutto nella parte finale) alla riflessione attenta e personale  fatta attraverso un'introspezione ben caratterizzata dei vari personaggi che regalano gioie e dolori a chi legge in maniera davvero ben bilanciata.

Tante le tematiche affrontate nel Romanzo ma in particolare l'autrice (secondo me) ha voluto dar voce alla forza di un sentimento puro (come l'Amore) capace di resistere e sopravvivere anche ad un Destino barbaro che trova partecipazione con una cattiveria umana, schiava di pregiudizi, e con un odio nato come conseguenza indiretta di una società ben descritta come insensibile nei confronti del bene e pronta sempre a sacrificare tutto, invece che nel nome dell'amore, in quello di onore rispetto.

Tanti complimenti all'autrice che ha scritto un romanzo trascinante, che emoziona e fa soffrire in maniera molto convincente immergendosi in una realtà passata dove emerge prepotente una mentalità chiusa e ristretta che facilmente può coinvolgere chi legge nel paragone (con le dovute differenze) con un epoca più vicina (diversa) che contraddice però alla stessa maniera la sua modernità quando calpesta allo stesso modo i sentimenti umani con pregiudizio e malignità.



lunedì 17 aprile 2023

Il bene che ti voglio di Sandro Frizziero

 È la vigilia di Natale e Alessio Gorgosalice si affretta sul vialetto di Villa della Pace, la residenza per anziani in cui vive nonna Armida. Ha bisogno di parlare con lei. Non che si aspetti grandi risposte: la demenza senile le consente a stento di riconoscere chi ha davanti. Ma il suo obiettivo, forse, è un altro. Alessio ha poco più di trent'anni, fa l'assicuratore e ha una vita estremamente regolare. È sposato con Isabella e insieme abitano in una villetta a schiera acquistata grazie all'aiuto del suocero e scrupolosamente arredata coi mobili prodotti in serie da un "mobilificio incapannonato al centro della campagna, una specie di microcosmo in miniatura, un'epitome di mondo, un museo della creazione". Ogni giorno Isabella, ingegnere che si occupa di progettare e collaudare impianti, una mente votata ai calcoli e alle previsioni, gli prepara un pasto sano da portarsi al lavoro, che Alessio accetta con un sorriso. Ma sotto la superficie levigata di una vita come tante – il matrimonio, il desiderio di paternità, la dedizione al lavoro – fremono istinti selvaggi, risvegliati dalla relazione extraconiugale che Alessio intrattiene con Barbara. La recita che è sempre stata la sua vita si è incrinata in modo irreparabile e in lui stanno esondando pulsioni impossibili da arginare. Con una voce brillante, complessa, divertita e fantasiosamente ipertestuale, il narratore segue il magma dei pensieri di Alessio negli abissi dell'introspezione per poi andare a stanare tutti gli altri personaggi fino ad assumerne il punto di vista.

Sandro Frizziero è un autore che seguo con stima fin dal suo esordio letterario ( Confessioni di un NEET ) e devo dire che in ogni suo libro, oltre ad una intelligenza stilistica fuori dal comune, apprezzo particolarmente la sua capacità di sperimentare sempre qualcosa di diverso in virtù di una sua particolare predisposizione nel mettersi alla prova per riuscire poi a scrivere senza sottomettersi a canoni letterari più generalmente frequentati.  

Con "Il bene che ti voglio" l'autore, in maniera non del tutto convenzionale, cerca di analizzare lo scorrere del tempo alternando ricordi passati ad un presente narrativo fuso tra sogno e realtà.

I due personaggi principali, Alessio e nonna Armida, sono impegnati in un dialogo "silenzioso" utilizzato dall'autore come pretesto narrativo per incuriosire ancora di più il lettore sullo sviluppo di una vicenda composta per lo più da pezzi diversi di un puzzle dove la ricostruzione risulta complicata, diversa e non del tutto "immediata" per le diverse interpretazioni che nascono dal bisogno dell'autore di dar voce a tutti i personaggi all'interno del romanzo, moltiplicando i punti di vista e distogliendo l'attenzione frammentando una linea narrativa dove il Passato si percepisce più incerto  del Futuro perché condizionato dai ricordi.

Alessio in questa sorta di confessione ha bisogno forse non solo di ricevere qualcosa che la nonna non può più restituire, ma anche di continuare a sperare che i momenti felici possano ritornare, colmando quel silenzio passivo attraverso ricordi che nonostante tutto risultano separati da una realtà presente; una vita apparentemente normale dove l'ansia di amare qualcuno diventa sottomissione e dove l'unica maniera per sopravvivere e cercare di far convivere quella voglia di "evadere" con il bisogno di normalità in una rapporto a tre paradossale e non ordinario ricco di malintesi.

I ricordi nel romanzo sono esercitati dall'autore per introdurre il concetto di Bene, sviscerando il suo significato e le varie sfumature, per poi esprimere il suo carattere fortemente contraddittorio, sospeso tra ambiguità e ipocrisia, espresso dalle azioni dei personaggi e dalle loro impressioni che si affannano non solo a cercare ma anche a restituire qualcosa che se a volte appare irraggiungibile in altre invece risulta nascosto proprio là dove non si pensava di trovarlo, rendendo tristemente chiaro, purtroppo solo alla fine, di come occasionalmente desideriamo non tanto la felicità ma il suo esatto contrario.

Il linguaggio straordinariamente originale e articolato si evidenzia non solo nell'utilizzo di vocaboli non comune ma anche nella la capacità riflessiva che stimola l'introspezione personale, agevolata anche da paragrafi "intenzionalmente" lunghi, dove l'autore rende la lettura addirittura ancora più emotiva mescolando bene tragedia e ironia, per ridere a "denti stretti" insegnando ad essere un po' critici nei confronti della vita, verso una realtà raccontata in maniera cruda e sincera per contrastare al meglio ipocrisia e buonismo.

Tantissimi complimenti a Sandro Frizziero(che ringrazio anche per la bella dedica) perché ancora una volta è stato capace di scrivere un romanzo coinvolgente e "non banale" che racconta una vita artefatta, con parecchie esitazioni e macchie grigie, evitando un sentimentalismo scontato che diversamente non sarebbe riuscito ad arrivare tanto in profondità; Un romanzo magnificamente complesso dove già l'introduzione mette in evidenza la volontà di viaggiare nel tempo, partendo dal passato, per restituire poi nel presente narrativo una visione "distorta" che sembra quasi deridere oltrepassando i limiti attraverso il contributo di tutti i personaggi che, pur "creando" coralità, mancano di fisicità restando lontani in una storia che riflette parecchio anche della nostra epoca.


 

venerdì 7 aprile 2023

L'enigma di Tesla di Stefano Mancini

 

Londra. Il giornalista Ethan Cooper bussa alla porta dell’amico hacker Larry, di cui ha un disperato bisogno: in un cassetto ha infatti ritrovato l’anello appartenuto a Kirsten, la compagna scomparsa poche settimane prima. Com’è possibile che quell’anello sia finito lì, se la donna lo aveva con sé quando è scomparsa? Convinto che si tratti di una richiesta d’aiuto, chiede a Larry di accompagnarlo nella sua casa di Ludwigsdorf, in Germania, dove i due fanno una scoperta sconvolgente. Disposto a tutto pur di riportare a casa Kirsten, Ethan comincia così una ricerca serrata che lo porta ad attraversare l’Europa sulle tracce del più grande genio del XX secolo: Nikola Tesla.



Stefano Mancini con questo ultimo romanzo conferma le sue doti stilistiche in un thriller dai ritmi narrativi molto serrati con un storia davvero appassionante quanto misteriosa, legata ad un personaggio che ha affascinato per decenni e che ancora oggi ha tanto da raccontarci, una mente geniale ma soprattutto un uomo rivoluzionario: Nikola Tesla.

C'è subito da dire che, a differenza dei precedenti romanzi, quest'ultimo riprende in maniera "decisa" le fila del precedente ( L'Enigma di Majorana ) riportando il lettore nella stessa atmosfera lasciata dai protagonisti: Ethan e Kirsten, divisi da due piani narrativi ben distinti, saranno distanti ma "vicini" perchè legati da un filo invisibile che nella prima parte del romanzo risulterà presente in un coinvolgimento emotivo che, seppur condiviso, da una parte è scaturito da una tensione adrenalinica che impegnerà in una corsa contro il tempo e dall'altra invece da ansia e paura che poco alla volta riprenderanno vita sotto forma di quei ricordi passati che inconsapevolmente sembravano rimossi dalla mente.

La scelta di incentrare la vicenda su un personaggio enigmatico come Tesla non è soltanto indovinata ai fini narrativi ma permette all'autore di poter spaziare con la fantasia fondendo bene realtà storica con mistero; segno di una ricostruzione storica davvero ben accurata e attendibile la figura di Tesla nel romanzo alla fine traspare come fortemente "magnetica" e molto più complessa rispetto ai "precedenti", facendo leva su alcune ombre misteriose che aleggiavano soprattutto riguardo al suo lavoro di scienziato.

La parte centrale del romanzo difatti è concentrata principalmente nel raccogliere e mettere insieme tante informazioni per capire se quel mistero intorno ad una scoperta rivoluzionaria fosse destinato a restale tale o se invece realmente esisteva qualcosa che andasse oltre i limiti umani, una tecnologia tanto avveniristica quanto potenzialmente pericolosa se fosse caduta in mani sbagliate.

Con uno stile sempre scorrevole e d'effetto che non cede mai a troppe descrizioni scientifiche o tecniche che possano appesantire il ritmo l'autore, dopo aver appassionato con codici enigmatici e rompicapi da risolvere, riesce bene alla fine a ricongiungere il passato narrativo al presente restituendo equilibrio e nello stesso tempo speranza ad una lotta contro un umanità senza scrupoli che aveva visto i nostri protagonisti impegnati a raggiungere a tutti i costi una verità che, se da una parte rappresentava una vittoria, dall'altra lì costringerà d'ora in avanti a vivere sempre guardandosi le spalle, dimenticando in fretta quello che era accaduto per impegnarsi al meglio a vivere il momento presente.

Complimenti a Stefano Mancini (che seguo con affetto e stima da diverso tempo) perchè ha scritto un romanzo veramente molto appassionante riuscendo nell'impresa non facile di mantenere equilibrio tra i diversi piani narrativi; nel libro l'autore è particolarmente bravo nel raccontarci Tesla attraverso una vita romanzata che necessariamente poi si fonde ad una realtà storica sviluppata in tutte le sue tante sfumature ma che, mantenendo una fede storicapermette di esprimere al massimo la duplice natura di Tesla, da una parte lo scienziato e dall'altra l'uomo, con le sue tante contraddizioni e misteri, sfruttando al massimo questa sua intimità per creare "l'Enigma" che, crescendo pagina dopo pagina, trascina il lettore in un vortice che spazia tra passato e presente, tra dubbi e certezze, per riflettere e capire meglio il "futuro" che stiamo vivendo ma lasciando spazio anche a quello che avremmo potuto vivere.


Formule mortali di François Morlupi

 In una torrida estate romana, un anziano cammina nel parco di villa Sciarra, nell’elegante quartiere di Monteverde. Un odore tremendo atti...