sabato 25 febbraio 2023

Domani mi sveglio presto di Davide Simeone

Roberto ha trentasei anni, un lavoro part-time in una lavanderia a gettoni, e non riesce a riprendere in mano la sua vita da quando Ludovica, la donna che ama più di ogni altra cosa al mondo, è scomparsa in un incidente stradale.

Camilla è un’adolescente esuberante con una famiglia problematica, che cerca il proprio posto nel mondo, Lucia una donna di mezza età che ha deciso di non perdersi d’animo anche se il vuoto lasciato dal suo Vincenzo è incolmabile. 

E poi ci sono Noemi, Violetta, Fatima, donne che la vita ha messo di fronte al dolore ma che da quel dolore hanno saputo trarre la propria forza. 

Frammenti di quotidianità e schegge di ricordi si intrecciano nella composizione di un romanzo corale di perdita e di rinascita, in cui ogni incontro è prezioso e può essere la scintilla capace di rimettere in movimento il cuore di ognuno.

 

Davide Simeone ha scritto un romanzo davvero molto bello ed intenso, con una narrazione appassionante e ricca di umanità che racconta un intreccio di vite che, nonostante le differenze generazionali, si incontrano confrontandosi sullo stesso livello, unite tutte dalla forza empatica delle emozioni.

Tutti i protagonisti risultano fortemente caratterizzati, impulsivi e razionali nello stesso tempo ma eccezionalmente collocabili in una quotidianità molto vicina a chi legge traducendoli per questo introspettivi e inclini ad una riflessione attenta.

Roberto, privato dal destino dell'amore della sua compagna, era apatico nei confronti della vita, capace di utilizzare come forma di resilienza solo il silenzio, per affrontare un esistenza dove ormai non era più possibile fidarsi dell'amore, se non continuando ad amare in maniera taciturna ma con rabbia e disperazione.    

Camilla era la classica adolescente con la testa tra le nuvole, capelli rosa ma con tanta paura di mostrarsi al mondo per quello che era veramente; senza prestare troppa attenzione a dubbi e domande sulle parti più buie della sua esistenza, aveva voglia di vivere al massimo la sua vita, divisa però dall'amore di due genitori problematici, forte di quel legame speciale nato con Roberto con il quale poteva cercare e dare affetto senza nulla pretendere,  essere veramente se stessa nella sincerità di risate e imbarazzo.

Violetta invece era una donna che soffriva fisicamente e internamente per quel suo amore sbagliato, un legame davvero nocivo che la rendeva ormai schiava, imprigionata nel vivere una vita non libera che le stava negando anche la possibilità di esprimere quel suo dolore prima che riuscisse a consumarla definitivamente.

Noemi, attraverso la sua malattia, trasmette sofferenza e pena per una condizione che condizionava il suo modo di vivere, senza la certezza di un domani, come una condanna che però riesce magicamente a tramutare in un'opportunità unica per riuscire bene a comprendere fino in fondo chi le stava accanto, per rapportarsi in maniera sincera con gli altri attraverso una specie di sesto senso che le permetteva solo adesso di riacquistare finalmente speranza e serenità nel vivere.

Lucia è una donna principalmente molto disorientata che, dopo la morte del marito, cerca in maniera drammatica di ricomporre i pezzi della sua vita; aveva fatto sulla sua pelle l'esperienza che a volte la vita non va nella direzione desiderata e che se il destino aveva scelto al posto nostro l'unica maniera per ricominciare era quella di accettare e vivere quel dolore in maniera che non potesse condizionare troppo le scelte future.

Ludovica è un personaggio che l'autore riesce a far rivivere attraverso i tanti flashback raccontati in quelle lettere scritte senza inchiostro da Roberto dove colpisce maggiormente quel suo essere unica e speciale, una donna capace di amare con dolcezza e comprensione, che rifiorisce in quelle istantanee di una vita comune dove la straordinarietà delle cose semplici rendeva più prezioso quel legame che il destino aveva spezzato ma che l'amore ancora manteneva vivo nei ricordi.

La bravura dell'autore traspare in particolare nell'abilità stilistica con la quale adatta il linguaggio usato a seconda della vicenda e del personaggio, alternando forme dialettali a toni dolorosi, drammatici ad altri più emotivamente profondi.

Scoprire la propria vita attraverso l'esperienza dell'altro e l'esigenza di guidare ed essere guidati per mostrare la via che poi alla fine si può percorre insieme sono tutti elementi che rendono il romanzo di Davide Simeone suggestivo e molto trascinante.

Un libro che si legge piacevolmente in maniera scorrevole, che non soffre mai di momenti di stallo e che non cede alla banalità; un romanzo corale che si sviluppa sulla forza della commozione, che sa parlare ad alta voce per implodere quando necessario e restare in silenzio nei momenti giusti per riflettere ed evolvere.  

 

 

sabato 18 febbraio 2023

Io ti vedo di Giacomo Ferraiulo

Andrea è un attore all'apice della carriera, ma per quanto la sua vita possa brillare sotto le luci dei riflettori e tra le braccia della sua compagna, Vita, la sua anima continua a essere fagocitata da un'ombra che striscia dal passato. Andrea è ossessionato da un bambino che riesce a vedere solo lui, che si accalca tra la folla di gente nelle vie centrali di Milano, e che la notte lo attende ai piedi del letto. Io Ti Vedo. Queste tre parole continuano a tormentarlo, e una figura misteriosa lo porta alla scoperta di un ragazzino ucciso in una fabbrica abbandonata alla periferia della metropoli. A Porto Bianco, muore la zia di Andrea e lui è costretto a tornare nel piccolo paese per organizzare il funerale. Incontrerà, dopo oltre vent'anni, suo zio, ricoverato in una clinica, e Marzia, una sua amica d'infanzia. Le loro anime sono affini, e la ragazza vedrà in Andrea l'unica persona che potrebbe portarla via da tutta quella morte, perché entrambi sanno che a Porto Bianco il Diavolo passeggia per le strade.

 
Il libro di Giacomo Ferraiuolo racconta una storia tormentata e a tratti misteriosa dove il Protagonista vive un incubo ad occhi aperti cercando drammaticamente di affrontare un presente dove, attraverso vecchi ricordi non ancora dimenticati, la realtà si presenterà distorta, contorta e malata, perchè bagnata dallo stesso sangue del passato.
 
Andrea è un attore di successo che, nonostante fama e notorietà, sembra vivere condizionato da qualcosa di irrisolto nel suo passato, un ombra che diventa un ossessione presente e costante pronta ogni volta a ricordare dolore e grida innocenti che, sepolte nell'intimo del protagonista, adesso erano tornate a tormentarlo in maniera angosciante.
 
L'abilità d'attore di Andrea aveva permesso fino ad oggi di mascherare bene il suo stato d'animo, aiutando a celare i suoi veri sentimenti e tormenti, ma adesso che, costretto dal destino a fronteggiare di nuovo quell'oscurità, non essendo più possibile vivere e fingere in quella maniera sarà convinto più che mai a dare un volto al suo dolore, affrontando i demoni di un passato che nascondeva ancora tante insidie.
 
Da una parte la sete di giustizia e la vendetta dall'altra spingeranno i protagonisti ad addentrarsi nell'oscurità più crudele per capire cosa era veramente successo in quel luogo dove la morte sembrava essere tornata o dove forse la malvagità umana non era mai andata via, nascosta e alimentata dall'abbandono di chi sapeva e dall'odio di chi aveva assistito impotente a tanta scelleratezza.   

La capacità stilistica dell'autore (come sempre) ci permette di entrare in maniera vivida nella storia, compartecipando emotivamente con tutto ciò che colpisce i personaggi: il tremore che tradiva i gesti, i respiri sospesi, quel sentore di morte che annebbiava la razionalità e l'ossessione dei pensieri di fronte ad una tragedia che, sepolta da polvere e menzogne, torna prepotente per evocare una spirale di morte.

La lettura procede spedita e nello stesso tempo fortemente segnata da un senso d'angoscia capace di penetrare fin nelle ossa del lettore che si ritrova segnato da un carico psicologico ben costruito dall'autore capace di rendere la verità celata fino alle ultime pagine; dopo aver disorientando chi legge attraverso una narrazione divisa tra passato e presente, i tanti elementi fortemente contrastanti raccolti nel corso della lettura troveranno finalmente una loro connotazione ben precisa in un epilogo dove l'autore drammaticamente nega quella quiete ricercata per tutto il racconto, presentando un finale non del tutto scontato che lascerà di sicuro tutti i lettori con l'amaro in bocca.

Tantissimi complimenti a Giacomo Ferraiuolo che conferma sempre più le sue abilità stilistiche raccontando ancora una volta una storia carica di tensione e suspense, sviluppando una trama attraverso personaggi psicologicamente molto approfonditi, che risultano molto umani e fragili ma che riescono nello stesso tempo a celare nell'intimità la loro vera natura accrescendo l'inquietudine nei loro confronti di fronte ad una rivelazione difficilmente comprensibile e giustificabile.
 
   

domenica 12 febbraio 2023

Una minima infelicità di Carmen Verde

 

Una minima infelicità è un romanzo vertiginoso. Una nave in bottiglia che non si può smettere di ammirare. Annetta racconta la sua vita vissuta all’ombra della madre, Sofia Vivier. Bella, inquieta, elegante, Sofia si vergogna del corpo della figlia perché è scandalosamente minuto. Una petite che non cresce, che resta alta come una bambina. Chiusa nel sacrario della sua casa, Annetta fugge la rozzezza del mondo di fuori, rispetto al quale si sente inadeguata. A sua insaputa, però, il declino lavora in segreto. È l’arrivo di Clara Bigi, una domestica crudele, capace di imporle regole rigide e insensate, a introdurre il primo elemento di discontinuità nella vita familiare. Il padre, Antonio Baldini, ricco commerciante di tessuti, cede a quella donna il controllo della sua vita domestica. Clara Bigi diventa cosí il guardiano di Annetta, arrivando a sorvegliarne anche le letture. La morte improvvisa del padre è per Annetta l’approdo brusco all’età adulta. Dimentica di sé, decide di rivolgere le sue cure soltanto alla madre, fino ad accudirne la bellezza sfiorita. Allenata dal suo stesso corpo alla rinuncia, coltiva con ostinazione il suo istinto alla diminuzione. Ogni pagina di questo romanzo ci mostra cosa significhi davvero saper narrare utilizzando una lingua magnifica che ci ipnotizza, ci costringe ad arrivare all’ultima pagina, come un naufragio desiderato. Questo libro è il miracolo di una scrittrice che segna un nuovo confine nella narrativa di questi anni.



Il libro di Carmen Verde è davvero molto bello e affascinante, un romanzo scritto con uno stile raccolto e ricercato, costruito su voci e silenzi che seducono il lettore in un vortice psicologico emotivamente imprigionato da una narrazione complessa e a tratti lacerante.

Annetta è la voce narrante del libro, prima bambina e poi giovane donna, che si rivolge al lettore nel bisogno di "gridare" sotto voce la sua infelicità, espressa nell'incapacità di tener testa ad una vita fatta di incomprensione e insicurezza; decisa a vivere in disparte invece che scappare, sceglie di abitare quel dolore abbracciando un'esistenza, in un primo momento, fatta solo di riflessi.

Annetta si sente piccola, "imprigionata" in un corpo minuto e reclusa dal bisogno di essere chiamata a realizzare cose grandi, consapevole ma perennemente incompleta perché per realizzarsi aveva bisogno dell'approvazione di quel mondo che le sembrava ostile, aveva bisogno soprattutto di essere accettata e amata da una madre che invece, con la sua condizione, le impediva di liberarsi da quella sensazione di essere sbagliata, da un senso di colpa che portava addosso fin dalla nascita.

Sofia Vivier era una madre che, nonostante tutto, si sforzava per essere "normalesopravvivendo ad una infelicità, forse immotivata, che la rendeva a tratti inafferrabile, e in altri inaffidabile; preda di vizi viveva stordita e circondata da oggetti inutili che la distoglievano da una vita vuota, sempre alla ricerca disperata di un amore romantico senza prestare attenzione però a quello che aveva già.

Annetta sarà quasi travolta da questa sua infelicità, da quell'ombra ingombrante che le toglierà luce rendendola "schiava", succube di una madre da venerare, da amare come una Dea però con un pizzico di risentimento che provocherà poi quel cambio di ruoli inevitabile quando si presenteranno tutte le difficoltà di un destino in parte già segnato.

Quando la situazione inizierà a precipitare tutta la volontà di superare le avversità sarà tradita da una voce sempre più flebile, da un silenzio peggiore dei ricordi, con bugie che diventeranno verità e con una casa che comincerà a diventare ostile

La sofferenza diventa più dolce della compassione quando, nel tentativo di dimenticare, si mischia tra invidia e risate per portare il romanzo verso un epilogo dove acquisterà un sapore diverso, per liberare finalmente un'esistenza sofferta riassunta in un diario scritto senza inchiostro.

Tantissimi complimenti a Carmen Verde per questo suo romanzo che mi ha conquistato fin dalle prime pagine grazie, oltre ad una trama non scontata, alla sua capacità stilistica che affascina  alternando fasi emotivamente contrastanti ad altre fortemente claustrofobiche. 

In particolare ho molto apprezzato dell'autrice l'espediente delle fotografie utilizzato con saggezza nel libro come linguaggio nascosto attraverso il quale sospendere il tempo e dare "spazio" a quelle voci messe in ombra da piani narrativi differenti. 

venerdì 10 febbraio 2023

Gli occhi di Artemisia di Elena Mandolini

 Artemisia, bambina dagli occhi color ghiaccio, è dotata di poteri medianici. Il padre Joseph cerca da sempre di proteggerla, ma pur di sottoporla a delle costose terapie per curarne la salute cagionevole, accetta la carità di Richard Broke, medico e baronetto londinese. Uomo tanto geniale quanto privo di scrupoli, Broke gli chiede di sfruttare le doti di Artemisia per tornaconto personale, in cambio dei propri servigi in ambito medico. Dilaniato da tale decisione che gli consente di regalare una vita agiata alla figlia, Joseph cercherà nel corso del tempo una via di fuga, mentre la prigione d’oro in cui vivono comincia a soffocare l’affetto che lo unisce ad Artemisia. Tra fantasy gotico, horror e steampunk, Gli occhi di Artemisia si incentra su uno dei sentimenti più potenti: l'amore di un genitore per il proprio figlio.


Il libro di Elena Mandolini è un racconto lungo che oscilla tra il Fantasy e il Gotico, con sfumature forti e associabili al genere Steampunk dove la componente sovrannaturale, oltre a creare atmosfere sovrastate da tensione e angoscia, si mescola bene ad esoterismo e a paranormale per accrescere espressivamente la profondità di una trama dominata da disperazione e sofferenza.

La protagonista del libro è Artemisia, una bambina fragile ed enigmatica che custodiva nel suo essere un dono straordinario, tanto speciale e potente da renderla "instabile" non solo fisicamente.

Anche il suo aspetto, magnificamente disegnato dall'autrice, contribuiva a rendere misteriosa la sua presenza: capelli neri folti e ondulati, pelle bianca come latte, bocca rosea, occhi color ghiaccio, cosi' profondi, cosi' tristi che nascondevano una sofferenza pronta ad esplodere e a trasformarsi in qualcosa di positivo per poter aiutare chi ne aveva bisogno.

Il padre di Artemisia, deciso ad aiutare la figlia ad ogni costo, è costretto a scendere a patti con il "diavolo" di turno, barattando l'amore con la libertà, condannando non solo lui a catene invisibili solo per poter non perdere la speranza, per riuscire un giorno a rivedere il sorriso sulle labbra di una figlia che viveva ormai da anni nell'ombra.

Artemisia attraverso quella sua dote speciale era in grado di capire nel dolore più profondo la differenza tra il bene e il male, provando in prima persona tutto il travaglio provocato dall'oscurità generata dal maligno, preferendo ai pericoli della realtà quotidiana quelli di un mondo spirituale dove sembrava essere più a suo agio.

Nel corso della storia l'autrice è davvero molto brava, senza cadere mai nel banale, a tradurre in testo tutta la sofferenza patita dai suoi protagonisti, attraverso principalmente ricordi crudeli e dolorosi; allo stesso modo è abile anche ad accrescere un sentimento forte di speranza drammaticamente contrastante ad un senso di colpa che, dopo essersi diffuso come veleno, comincia a perdere il suo effetto quando la protagonista, decisa ad uscire dall'ombra, nell'epilogo del libro affronterà i suoi demoni "personali" diventando sempre più consapevole delle sue capacità, per tornare finalmente a sorridere, per riuscire a rinascere.  

Quella di Elena Mandolini (a cui vanno i miei complimenti più sinceri ) è una storia breve ma incredibilmente intensa, da leggere tutta d'un fiato perchè capace di coinvolgere il lettore in maniera emotiva: la narrazione è costruita con un tratto tenero e ricercato che, in una Londra distopica e decisamente contaminata da elementi tipici del genere gotico, risalta maggiormente (più che negli elementi vicini all'Horror) nella personificazione fatta tramite personaggi forti e psicologicamente approfonditi; una storia dove la morte è presente in maniera straziante ma anche dove la forza dell'amore alla fine sarà fondamentale per far rinascere la vita dalle proprie ceneri.

lunedì 6 febbraio 2023

Il tempo dell'odio di Antonio Lanzetta

 Cilento, estate del 1943. Michele ha quattordici anni e vive con la madre e le sorelle in un casolare isolato. È tardo pomeriggio quando, di ritorno da una giornata di lavoro nei campi, vede una camionetta di fascisti sulla strada che lo porta a casa. Capisce subito che sta accadendo qualcosa di terribile e, sentendosi impotente, si nasconde in mezzo ai cespugli. Mentre le donne urlano disperate, Michele viene scoperto e per non essere ucciso è costretto a scappare nel bosco. Per Michele questo evento segna la fine dell’adolescenza, l’incontro con la brutalità e la violenza. Comincia un viaggio iniziatico all’insegna della vendetta, dell’odio e del desiderio di trovare le sorelle che sono state rapite. Ferito e sconvolto viene accolto da una vecchia vicina che lo cura offrendogli un nascondiglio. Nel frattempo scopre che anche altre ragazze del paese stanno sparendo. Giovani donne strappate alle loro famiglie. Chi si cela dietro tutto questo e che fine fanno le vittime? Sono i giorni che precedono lo sbarco degli alleati a Salerno e i nazisti sono fuori controllo. Sono loro i responsabili? Michele si unisce a un gruppo di briganti, guidati da un uomo misterioso che si fa chiamare Teschio, che gli mostrerà il loro particolare codice criminale e gli insegnerà il valore dell’onore. Insieme a loro scoprirà una terribile verità.

 

 


 Il tempo dell'odio è un romanzo molto intenso dove il male subito non viene combattuto ma assecondato costringendo chi subisce a sopravvivere alla sofferenza infliggendo dolore, passando da vittima a carnefice, quando poi non c'era nessuna possibilità di perdono.

Ferite profonde e la perdita dell'innocenza accompagnano in un percorso di formazione il protagonista del libro, Michele, un ragazzo di 14 anni costretto dalle circostanze a crescere in fretta e ad imparare ad odiare.

Michele è costretto ad un sonno senza sogni, solo incubi nei ricordi strazianti dove la paura si alterna all'angoscia che poi al risveglio accrescono un senso di colpa che lo stava consumando con la stessa ferocia di una rabbia pronta ad esplodere in vendetta.

Cadere nell'abisso non era servito a cancellare ricordi e angoscia, adesso che la violenza si era propagata nel corpo di Michele come un veleno capace di trasformarsi, poco alla volta, in qualcosa di benevolo, di indispensabile in un mondo oscuro, con poca luce dove anche il tempo sembrava essersi fermato.  

La scrittura travolgente di Lanzetta amalgama bene paura e trasporto diventando "vivacemente" drammatica per sfruttare l'ansia che frammenta una narrazione crudele, raccontata però sempre con estrema sincerità e naturalezza; in quest'ottica la scelta di utilizzare la prima persona è vista come indispensabile per rendere ancora più amplificate le sensazioni vissute dai protagonisti, insieme al terrore provato e alla trepidazione con cui si infligge sofferenza.

Il tempo dell'odio è anche un romanzo che ripercorre le sofferenze di una storia travagliata del nostro paese, uno spaccato morale del periodo bellico dove emerge una società depressa e smarrita difronte all'abuso di una malvagità che non aveva distinzione, una terra desolata e privata della sua dignità, dove il male si diffonde non solo attraverso uomini ma anche a tramite i luoghi circostanti.

Attraversando cambi di scena repentini e ricchi di adrenalina la vicenda raggiunge l'epilogo dove un po' di speranza, che arriva insieme a parole che solo adesso diventano comprensibili, non permette di far ritorno da una strada senza uscita; la consapevolezza che andare avanti non sarebbe stata una cosa facile non tranquillizza Michele che, ancora una volta, sarà pervaso da una strana sensazione, dal timore che potesse di nuovo tutto precipitare, avendo la certezza che la morte non si sarebbe mai stancata di cercarlo.

Tanti complimenti ad Antonio Lanzetta che, ancora una volta, è stato capace di costruire una storia molto coinvolgente dove la disumanità concede poco spazio alla ragione permettendo a noi lettori tante domande a cui dare risposta; un romanzo dove non c'è un solo nemico, dove non c'è un unico male, ma dove l'odio è lo stesso che colpisce e condiziona in maniera diversa tutti i protagonisti modellati da un destino crudele, disillusi ma con un forte senso di fratellanza.

 

 

 


Antonio Lanzetta è uno scrittore salernitano che, dopo aver iniziato la sua carriera come autore di romanzi fantasy (sempre per La Corte ha pubblicato Warrior e Revolution), vira verso il thriller prima con il racconto breve Nella pioggia, finalista al premio "Gran Giallo Cattolica", e poi con i romanzi con Il Buio Dentro, I figli del male e Le colpe della notte. Il Buio Dentro gli permette di valicare i confini nazionali venendo tradotto da Bragelonne, una delle più prestigiose case editrici d’oltralpe, in Francia, Canada e Belgio; lo stesso romanzo viene anche citato dal "Sunday Times" come uno dei cinque thriller non inglesi migliori del 2017. 

Formule mortali di François Morlupi

 In una torrida estate romana, un anziano cammina nel parco di villa Sciarra, nell’elegante quartiere di Monteverde. Un odore tremendo atti...