sabato 27 febbraio 2021

Sommersione di Sandro Frizziero

 «In fondo all’Adriatico, a nord, esistono isole filiformi che separano il mare dalla laguna veneta. In una di queste esili terre Sandro Frizziero ha trovato il suo tesoro. Non un forziere di zecchini d’oro, ma qualcosa di infinitamente più prezioso per un romanziere (e dunque anche per noi lettori): uno scrigno di passioni brutali e primarie, di ipocrisia, maldicenza, invidia, avidità; vale a dire, tutti i sinonimi dell’amore malinteso. Conosco l’Isola a cui si è ispirato l’autore, perciò posso apprezzare quanto l’abbia trasfigurata in una sua potente iperbole poetica, facendola diventare uno stemma di malumori e malamori universali. Un posto da cui si riescono a vedere le stelle del cielo, sì, m solo perché ‘sono i lumini di un cimitero lontano’. “Sommersione” racconta la giornata decisiva di uno dei suoi abitanti – un vecchio pescatore – forse il più odioso; certamente quello che sa come odiare più e meglio di tutti gli altri: la vicina con il suo cane; la moglie morta; la figlia a cui interessa solo la casa da ereditare; i vecchi preti dementi ricoverati in un ospizio; qualche assassino e qualche prostituta; i devoti di un antico miracolo fasullo, inventato per coprire una scappatella; i bestemmiatori che spesso coincidono con i devoti; i frequentatori della Taverna, unico locale dell’Isola oltre all’American Bar, ma di gran lunga preferibile perché ‘all’American Bar non c’è ancora un sufficiente livello di disperazione’. Su tutto ciò il vecchio pescatore ha rancori da spargere, fatti e fattacci da ricordare; e però gli resta da fare ancora qualcosa che sorprenderà gli abitanti dell’Isola, lettori compresi. 


Sandro Frizziero , già piacevolmente “scoperto” con il  suo “Confessioni di un NEET ”  con questo suo ultimo libro senza dubbio “alza l’asticella” creando un Romanzo che a me è particolarmente piaciuto sia per lo Stile ma soprattutto perchè capace di far riflettere sulla fragilità umana, e sul malessere di vivere.

Un’isola “segreta” nella laguna Veneta, vittima dei cambiamenti climatici e un Protagonista (di cui non sappiamo neanche il nome) sono legati nel libro da una comune battaglia ….SOPRAVVIVERE ……ad un Destino già segnato : da una parte l’incubo di essere inghiottita dal mare e dall’altra un uomo che lotta contro l’inesorabile avanzata dell’età, segnato da una vita ricca di rancori e sensi di colpa.

Su questi due “Protagonisti”  Frizziero costruisce il suo libro, sul loro rapporto che li lega e sul loro subire gli altri;  c’è da dire che in molti tratti il libro può risultare  brutale e tagliente nel Dialogo così come crudele nella sua Narrazione ma questo risulta inevitabile……. niente sconti per tratteggiare un ritratto impietoso dei rapporti umani di una società che in alcune scene viene derisa e sbeffeggiata attraverso l’ironia sagace dell’Autore.

Il Protagonista si sente vecchio, un uomo che amava la solitudine ma bisognoso di mescolarsi alla gente ……un uomo che da fastidio e si lascia odiare. Prigioniero, condannato a una pena giusta su un isola che è per lui come una succursale dell’inferno.
L’Inferno che sulla Terra ci creiamo noi.

Racconti intrisi di malinconia e di un sarcasmo sottile con un retrogusto amaro.
Pomeriggi passati lenti con i compagni di bevute, bestemmiatori e malelingue tutti destinati apparentemente a condividere la stessa pena.

Un vecchio cinico, nei confronti della vita, donne, persone, animali ma ancor più cattivo nel pensiero. Avvelenato dalla vita e dalla moglie che, nonostante tutto, alla fine sembrerebbe l’unica ad aver abbattuto quella barriera, quel muro di negatività diventando essenziale per “scaricare” quel suo malessere molto spesso non solo a parole……

Nel libro nonostante tutto il Protagonista per molti tratti rimane “indecifrabile” quasi nascosto, creando quel Dubbio nel Lettore che può contribuire a creare Empatia verso  quel Personaggio che dopotutto era sempre un uomo, che sbaglia e soffre, trattato male da tutti a torto o ragione ma pur sempre vittima del suo stesso vivere.

Vivendo sospeso in questo conflitto tra Presente e Passato, raccontando quello che è stato e quello che è Adesso, il Protagonista ci trascina verso l’Epilogo dove sembrerebbe tutto ormai perduto……….anche l’Isola contribuisce amplificando i rumori …. ogni passo da il ritmo al suo decadimento confondendosi con le urla e schiamazzi.
Cresce sempre più  il dubbio che invece di attendere un Giudizio Universale questo sia già accaduto e che gli uomini stiano pagando le loro colpe, in quel Inferno per alcuni chiamato vita.
Gli ultimi gesti sono quelli che accompagnano la visione di un uomo che mestamente si convince che prima, un po’ come l’isola, anche gli uomini fossero migliori. L’ultimo poi altamente sconsiderato scellerato e egoistico, viene eseguito con l’illusione di poter affrontare tutto evadendo, tornando al silenzio di quel unico mondo capace di restituire solitudine e pace.

Davvero tanti complimenti a Sandro Frizziero perchè capace con la sua storia di accompagnarci dentro un introspezione Vera e Sincera ( per questo forse dura e fredda) di un Uomo che soffre e fa’ soffrire, che ha vissuto una vita condotta tra Peccati e Peccatori, al quale rimanere solo il Peso di invecchiare in solitudine in cerca forse di quella assoluzione data non tanti dagli altri ma da se stesso. Dietro il Protagonista però si nasconde una società “malata”, rilegata a vivere su un Isola che, croce e delizia per gli abitanti , diventa Metafora di Libertà e Limitazione dove si può trovare la Pace anche attraverso la Sofferenza.

( Recensione di Walter Bianco da AmabiliLetture Blog )


giovedì 25 febbraio 2021

Sperando che il Mondo mi chiami di Mariafrancesca Venturo


Carolina Altieri ogni mattina si sveglia all’alba per andare al lavoro. Indossa abiti impeccabili, esce di casa, sale su un autobus e accende il cellulare sperando che una scuola la chiami. Carolina fa il mestiere più bello del mondo, ma è ancora, e non sa per quanto, una maestra supplente, costretta a vivere alla giornata senza poter mai coniugare i verbi al futuro, né per sé né per i suoi allievi. Attraverso ore che scorrono in un continuo presente, scandito solo dalle visite a una tenerissima nonna e dall’amore travolgente e imperfetto per Erasmo, Carolina racconta il rocambolesco mondo della scuola, popolato da pendolari speranzosi e segretarie svogliate, e la sua passione per i bambini, che tra sorrisi impetuosi, inaspettate verità e abbracci improvvisi riescono sempre a sorprenderla e a insegnarle qualcosa. E sarà proprio questa passione a costringerla a imprimere una svolta alla sua vita eternamente sospesa e a cambiarle il destino.




Mariafrancesca Venturo, essendo insegnante, scrive un libro frutto di esperienze personali vissute in prima persona e raccolte da altri, dove racconta le vicende che hanno come Protagonista Carolina Altieri, giovane precaria che rappresenta tutti i giovani della sua generazione che, come lei , cercano di sopravvivere al Caos, di trovare una stabilità in un mondo altamente instabile come quello del Precariato Scolastico a cui sembrano perennemente condannati.

 Carolina, intrappolata in questo loop creato dalle giornate tutte apparentemente uguali, vive come Precaria anche la sua vita; Infatti continuamente in attesa di lavoro, di una supplenza che la terrà impegnata 2/3 giorni o magari di più per poi ricominciare di nuovo da capo,vive di fatto senza avere una stabilità nel quotidiano; anche in ambito sentimentale non va meglio, perchè vive un rapporto a distanza, una situazione non molto stabile dove il suo affetto non sembra del tutto ripagato in pieno. Abituata a non fare progetti a lungo termine vive la sua giornata senza meta, con una mano al cellulare e con l’altra aggrappandosi ben salda per non cadere e non farsi travolgere dal turbinio impetuoso di una metropoli difficile come Roma.

 L’Autrice è meravigliosamente brava a raccontare le sensazioni del vissuto dei tanti pendolari che attraversano Roma al mattino, con vivacità e a tratti con un ironia che dà Colore e Calore alla Descrizione e ai Dialoghi. Roma viene dipinta come una città capace di regalare gioie ma anche tanta sofferenza e tensione che ,come per magia grazie soprattutto ai suoi abitanti, viene alleggerita con un caffè o una semplice chiacchierata a fine giornata dove la nostra Protagonista riesce finalmente a respirare un po’.

 Tutto il Libro , a mio parere, è costruito su 2 concetti contraddittori molto forti, 2 Temi quasi Principali sui quali l’Autrice è capace di giocare in maniera originale , delicata ma fortemente decisa:

 il Primo è il concetto di LIBERTA’ ; difatti Carolina , in attesa di essere chiamata per una supplenza, appena squilla il suo cellulare prontamente risponde : “LIBERA“…ma veramente è cosi’ o piuttosto possiamo dire che la sua Libertà è vincolata al suo stato di DISOCCUPATA o PRIVA DI FUTURO, a tal punto che al mattino quando esce da casa non sa dove la giornata la porterà, se farà ritorno presto o tardi a casa..non riesce ad organizzare non solo il lavoro ma in parte la sua vita quotidiana–…QUESTA è LIBERTA‘????.

 Il Secondo concetto di contraddizione invece è concentrato sull’effetto che la sua Precarietà Scolastica produce sull’insegnamento, sulle classi che conosce ma in particolare sui bambini e alunni che incontrerà:

Mariafrancesca Venturo partendo dal pensiero Montessoriano su come: “I BAMBINI SONO IL NOSTRO FUTURO” ….ci porta a riflettere su : COME PUO’ Carolina insegnare ai bambini, trasmettere il suo bagaglio culturale, creare un legame con i suoi alunni per farli diventare il nostro Futuro….. SE lei stessa non è Libera , condannata a non avere un Futuro, se non quella da precaria, con una vita fatta di supplenze senza mai riuscire a creare una continuità che permetterebbe di fare veramente bene a lei e al suo lavoro??

 La Trama va avanti in maniera concitata, con un Dialogo fresco, vivace, a volte eccentrico e ironico che accompagna il lettore attraverso la storia di Carolina, i suoi viaggi, incontri, sensazioni, il rapporto con i suoi genitori, la nonna e gli amici veri confidenti e metro di giudizio anche per se stessa.

 Nella prima parte del libro c’è molto piu’ Lirismo e note quasi poetiche, con Periodi brevi che servono a rendere bene l’essenza di una vita vissuta con smarrimento , accettando o subendo un Destino scritto che Carolina , soffrendone molto , riesce solo a cambiare quando arriviamo alla Seconda Parte del libro. In questa parte abbiamo un’evoluzione caratteriale di Carolina che viene innescata dalla vicenda che la lega a Sara, sua piccola alunna che vivendo una condizione di miseria umana chiederà aiuto alla sua maestra che da qui in poi, mossa da sensibilità,tenacità e curiosità, diventerà piu’ responsabile, più padrona della sua vita, del suo Destino facendola vertere verso decisioni importanti (anche in campo sentimentale) abbandonando il pietismo per essere più Forte. Qui è velatamente nascosto il Messaggio dell’Autrice che invita pertanto i giovani ad abbandonare le lamentele nonostante un presente che non è come lo si vorrebbe , invitandoli a buttarsi senza paura nel Turbinio della vita prendendo a volte decisioni impegnative per essere PROTAGONISTI e non semplici COMPARSE.

 A me personalmente il libro è molto piaciuto, e devo confessare di averlo letto in maniera coinvolgente, con trasporto, in particolar modo mi sono ritrovato molto nell’ ambientazione, IO che abito a Roma e conosco bene la mia città posso dire che l’Autrice è stata superlativa nel presentarla anche a chi non ci vive, rendendone bene tutti gli aspetti, anche quelli piu’ caratteristici.

 Complimenti di cuore a Mariafrancesca Venturo perchè con la sua storia è stata capace di raccontare in maniera originale un problema che di originale purtroppo a ben poco, direi piu’ comune a tutti gli insegnanti precari che vivono in maniera instabile la loro vita ma soprattutto la loro Vocazione…..si perchè chi sceglie di essere insegnante di certo non lo fa per soldi o altro ma perchè convinto in modo concreto sul valore e sull’importanza dell’insegnamento, sull’Amore e sul rapporto reciproco alunno-insegnante che fa del “mestiere di insegnante” una “Missione”, che pero’ sembra ripagata solo in parte e col tempo diventa sempre piu’ difficile e complicata……. Chiudo prendendo in prestito una bella frase che racchiude anche il mio pensiero ed esprime il valore e l’importanza degli insegnanti ,sicuro che senzadubbio farà “sorridere” anche la nostra Brava Autrice:

 

” E’ l’arte suprema dell’insegnante: risvegliare la gioia della creatività e della conoscenza.”
(Albert Einstein).

( Recensione di Walter Bianco da AmabiliLetture Blog )

mercoledì 17 febbraio 2021

STREET LOVE di Daniela Ruggero

 

Esteban e Abygale vivono nella stessa città, respirano la stessa aria e calpestano la stessa strada. Eppure le loro vite sono così diverse che i loro mondi non sembrerebbero destinati a incontrarsi. Ma il destino ha in serbo per loro un colpo di coda e sulle spiagge roventi della California, cullati dal profumo dell’oceano Esteban e Abygale conoscono l’amore. Come una ballerina rapita da una danza di strada, selvaggia e passionale, Abygale troverà il suo amore tra le braccia criminali del capo di una gang latina.




Il libro di Daniela Ruggero è capace di “magnetizzare” e affascinare il lettore non solo con la Trama, che trasporta e appassiona, ma soprattutto perché permette di entrare in profonda empatia con i suoi Protagonisti. Una storia Romance che, con una punta di tensione (Suspance), si rivela ricca di emozioni e sensazioni, in un sali e scendi caratterizzato da un equilibrio precario tra Amore e Sconforto, tra Dolcezza e Sofferenza.

Lo Stile dell’Autrice è piacevolmente “adattato” a seconda della Narrazione che, pur rimanendo sempre fluido e veloce, riesce bene a modellarsi anche ai suoi Protagonisti ; Abygale viene descritta come un anima pura, bella, nata per danzare… tutto è tratteggiato con delicatezza e sentimento… fino a quando però il suo cuore verrà rapito da Esteban.. Da qui in poi tutto si amplifica nel bene ma anche nel male e per Abygale arriveranno dubbi e incertezze che unite a momenti di sofferenza e pericolo la renderanno più fragile.

Per Esteban invece l’Autrice utilizza un tratto diverso, una realtà diversa la sua con un contesto e un atteggiamento tipico di una vita ai margini; però la Ruggero proprio con Lui riesce a sorprenderci di più estraendo un sentimento estraneo dettato certamente dall’Amore, nascosto dalla “rudezza” di un Destino non cercato ma subito.

La differenza tra Abygale e Esteban, insieme alla diversa classe sociale, stile di vita e sofferenze patite, è l’asse portante di tutto il libro perché i due magnificamente riescono a completarsi e ad abbattere tutte le difficoltà con il loro Amore che è così forte perché oltre ad essere Puro e Sincero, nasce da un bisogno di accettare l’altro e condividere le gioie ma soprattutto le paure, facendoli difatto diventare un Anima sola.

È così quindi che due mondi diversi, lontani, proveranno a mescolarsi e unirsi, con tante differenze e Paure caratterizzate dal Passato di Esteban che inevitabilmente condiziona non solo il Suo di Presente ma anche quello di Abygale.

Complimenti a Daniela Ruggero perché sorprende con il suo Stile e la sua bravura, presente sì in tutte le opere, ma in questa sua in particolare perché riesce a trasmettere sentimenti intensi con una Storia fatta di differenze e sofferenze ma anche impregnata di un Amore vero.. che colpisce, consuma, ferisce ma talmente Unico che non può che resistere a Tutto e Tutti per poi riunire due anime nate per completarsi, divise di fatto solo da una legge non scritta.

( Recensione di Walter Bianco da AmabiliLetture Blog )


giovedì 11 febbraio 2021

Figli dello Stesso Fango di Daniele Amitrano

 

Una telefonata misteriosa annuncia ad Andrea una morte di overdose. Lui, un giovane e affermato giornalista residente a Milano, decide di tornare nel suo paese dopo circa dieci anni. Il ritorno nella casa dove ha vissuto la sua adolescenza lo fa affondare nell’oscurità del tempo passato e rivivere eventi quasi del tutto dimenticati. Nel suo flashback ripercorre varie tappe: il dramma della malattia del fratello, affetto da schizofrenia; la ricerca di una via d’uscita dalla monotonia della piccola realtà di provincia e il fascino dei ragazzi più grandi che appaiono imbattibili; la ricerca del prestigio sociale attraverso falsi miti generazionali, come la droga e la violenza; le leggi non scritte del branco. È un periodo di ribellione e di assoluta sete di libertà che induce il protagonista e i suoi amici a un escalation di eventi che li condurrà sull’orlo del baratro. Quando Andrea scopre l’identità del defunto, inizia la sua personalissima indagine. Incontrando gli amici d’infanzia, il giornalista scopre che la droga è sempre il filo conduttore degli eventi ma non è la sola protagonista che porterà all’epilogo inaspettato e drammatico.



La storia inizia con il nostro Protagonista 
Andrea che, divenuto un affermato giornalista, fà ritorno dopo 11 anni a Scauri , sui luoghi della sua giovinezza, solo perchè spinto dalla volontà di far luce sulla morte del suo amico Giacomo, Jack per gli amici, verso il quale era in debito e voleva rimediare al danno provocato dal suo stesso orgoglio. Rammaricato per essersi isolato e allontanato dagli amici, dal gruppo della “Fossa”, al quale non era riuscito a dare una seconda possibilità, riprenderà in mano i tanti ricordi, non sempre belli ,che hanno fatto da cornice alla sua adolescenza e a quella del suo gruppo di compagni con i quali aveva condiviso gioie e dolori. Andrea con i tanti Flashback durante questo viaggio a ritroso nel Passato, sarà capace nel Presente a scoperchiare segreti sepolti da tempo e soprattutto a smascherare un gioco fatto di protagonisti pronti a giocare in maniera non sempre corretta perchè ormai talmente tanto invischiati in dinamiche dalle quali non riusciranno più a tirarsene fuori.

La stessa dinamica e sensazione descritta dall’Autore ci introduce a uno dei Temi Principali del Romanzo: La Droga.

Questa, descritta come rimedio capace di “insonorizzare” le emozioni e creare una realtà parallela utile per allontanarsi dai problemi e sofferenze, è la stessa in cui s’imbatte Andrea quando si trova in mano una pallina di hashish e decide di provare quella droga nella speranza di dimenticare il dolore provocato da una delusione d’amore; ma l’altro motivo secondario è quello che tocca l’altro Tema Principale del Romanzo, ovvero la voglia adolescenziale di “integrarsi” in un gruppo di amici che porta a compiere gesti al limite e atteggiamenti contrari  solo per seguire la massa e scalare qualche gradino di quella scala invisibile che definisce il grado di popolarità dei ragazzi di quell’età, condizionandoli in maniera sbagliata per seguire i falsi miti adolescenziali.

Quindi Droga e Accettazione Sociale viaggiano in contemporanea attraverso il Romanzo  e rappresentano quel “Fango” del titolo che accomuna tutti i ragazzi protagonisti , alcuni sapranno liberarsene mentre altri rimarranno invischiati e “sporcati” per sempre condizionandone le aspettative di vita futura.

Devo ammettere che all’inizio la Trama mi aveva portato a pensare di leggere un libro “giallo” con tinte noir, INVECE poi ho cominciato a capire che l’Autore abilmente ha utilizzato come pretesto l’accaduto per costruirci sopra un ROMANZO DI FORMAZIONE , che ha come Protagonista Andrea che rappresenta il classico ragazzo in fase adolescenziale che deve fare i conti con la scuola, i primi amori, le amicizie, e in particolare i problemi legati all’ambito familiare dove vivrà un rapporto sempre sincero e leale con i genitori MA difficile e subordinato per le esigenze di un Fratello Schizzofrenico per il quale LUI, troppo orgoglioso, terrà tutto dentro senza mai esternare le sue difficoltà a nessuno per non accettare i sguardi compassionevoli e pietosi di Maestri e Amici.

Con Capitoli breviintensi e uno stile delicato ma quando necessario Forte e adatto al contesto, l’Autore riesce benissimo nel suo intento, cioè quello di raccontare una Vicenda Vera, ricavata da fatti vissuti realmente dallo stesso Autore e in parte frutto di Fantasia , che coinvolge e trascina proprio perchè sincera e capace di far riconoscere come “vicini” scenari e dinamiche sociali a chi legge.

A me personalmente è piaciuto del libro , oltre alla storia narrata, l’abilità e la cura di Amitrano nel aver disseminato tanti elementi nel racconto che, solo dopo aver finito di leggere, ho rivalutato e compreso al meglio, tutti collegati a quel finale sicuramente inaspettato e architettato con maestria da lasciare con l’amaro in bocca.

 In particolare mi riferisco alle “citazioni” prima del Prologo di Alda Merini e di Jim Morrison, alla Copertina del libro ma SOPRATTUTTO al simbolismo dello specchio che troviamo all’inizio e alla fine del libro, simboleggiando ciò che vorremmo essere, ciò che gli altri vedono in noi, lasciando nelle ultime pagine il Lettore con un velo di tristezza e paura per il Futuro prossimo del nostro Protagonista.

 Complimenti di cuore a Daniele Amitrano che mi ha “catturato” con il suo affascinante Romanzo, incollandomi letteralmente alle pagine e facendomi partecipe della sua incredibile creatività e abilità, portandomi a consigliare tutti, con assoluta sincerità, a leggere “Figli dello stesso Fango”. Sicuro che saprà coinvolgere e appassionare di certo TUTTI , in particolar modo lo consiglio come lettura utilissima per Educatori e Genitori , ma anche molto formativa per Adolescenti , per capire e comprendere al meglio quanto siano importanti e fondamentali per il futuro, dinamiche e problematiche affrontate dai Ragazzi durante la loro difficile fase adolescenziale.

( Recensione di Walter Bianco da AmabiliLetture Blog )

venerdì 5 febbraio 2021

Le Verità di Numeesville di Ilaria Ferraro e Simona Di Iorio


Ci sono storie di cui non vorresti mai conoscere la fine, ma ricorderai per sempre come sono iniziate.Un’intricata ragnatela di eventi avvolge le vite degli abitanti della tranquilla cittadina canadese di Numeesville e, poco a poco, rivela verità sconcertanti.

In un tetro gioco del destino, c’è chi si nasconde dietro una facciata di perbenismo, chi nega deliberatamente l’evidenza dei fatti e poi c’è Sophie Park che, privata di una promettente carriera giornalistica, scappa dalla gabbia del proprio presente. Si ritrova però ad annegare nel torbido passato della sua città natale, dove tornano a galla particolari ignorati di una morte misteriosa che l’ha segnata profondamente. La donna non ha dimenticato e si rifiuta di credere all’ipotesi di molti che si sia trattato di un suicidio, facendo di tutto per riaprire quel caso, archiviato come irrisolto dieci anni prima.Ed è allora che una voce si solleva più forte delle altre, quella di colei che tutto sa, nonostante mai avrebbe voluto sapere.



Finito di leggere il libro mi sono reso conto che, nonostante immagino sia difficile scrivere a quattro mani, le due autrici hanno dato vita non solo a un Thriller intenso ma a una storia fortemente coinvolgente e trascinante, nella quale troviamo tanti personaggi ben caratterizzati tutti legati da un invisibile filo sottile che unisce le loro esistenze.

Nella scelta dell’Ambientazione , il Canada, traspare l’amore per questa terra, certamente non avara di paesaggi unici e mozzafiato che ben fanno da cornice a Numeesville, piccolo borgo di fantasia creato per ospitare i fatti e personaggi della storia; Un classico Borgo all’apparenza placido e tranquillo che pero’ sarà capace di nascondere misteri e segreti, tra le Montagne Rocciose e il Blake Lake.

Sophie , la protagonista , è la voce narrante del libro, mentre a Beth , amica tragicamente morta suicida, è affidata la regia, riprendendo abilmente vita attraverso ricordi e sensazioni, rappresentando di fatto la vera anima di tutta la storia. Sophie è vittima di un matrimonio infelice e , nel tentativo di uscire dal Limbo in cui era piombata, fa ritorno a Numeesville cercando rifugio da un destino presente e passato. Tornata sui luoghi di un’adolescenza felice ritroverà l’amicizia con Claire , amica di sempre intraprendente ed energica, con Chris vecchia fiamma non del tutto dimenticata, capace anche di ritagliarsi una breve parentesi sentimentale con il misterioso e imperscrutabile veterinario Jack con il quale riuscirà a riprovare sensazioni dimenticate e a distaccarsi per qualche attimo da una triste realtà. Seppur accettata la morte di Beth, si metterà alla ricerca di risposte e motivazioni per capire quel suo gesto che di fatto aveva TRADITO la loro AMICIZIA, portandola però in situazioni di pericolo scontrarsi con molte verità inimmaginabili ormai sepolte da anni.

temi principali del Thriller sono quindi: AMICIZIA e TRADIMENTO. Questi si sviluppano durante le pagine del libro,attraverso la narrazione, restando in bilico su una immaginaria bilancia dove troveranno alla fine il giusto equilibrio solo grazie all’intervento di Beth che , anche tramite le pagine del suo Diario , metterà Sophie sulla strada giusta per la soluzione dell’enigma. L’amicizia delle protagoniste resterà solida nonostante le apparenze e i tanti “tradimenti” soprattutto a livello umano, ma comunque appare a noi lettori MAI messa in discussione; quando Sophie troverà le spiegazioni che cercava riuscirà ad uscire dalla sua condizione di vita transitoria e finalmente a riabilitare la loro amicizia anche agli occhi di Numeensville.

Personalmente ho trovato nella prima parte un po’ di difficoltà, forse un eccesso di dialoghi (non congeniale al genere) ha reso la lettura poco scorrevole, ma poi si comprende la loro necessità per introdurre e far conoscere i diversi personaggi, però sempre con abilità lasciando i vari passaggi mai scontati e monotoni. Ecco che poi nella fase centrale abbiamo una brusca accellerata che rende più fluida e avvincente la lettura fino ad arrivare alle ultime 100 pagine dove si farà fatica a “respirare con gli occhi” perchè incollati morbosamente alle pagine in cerca di conclusione. Proprio a questo punto bisognerà fare i conti con un finale inaspettato e difficile da digerire, oltre che ha provare un senso di malinconia nel leggere le ultime pagine perchè consapevoli di aver concluso la storia.

Proprio questa emozione è quella che più mi ha colpito del libro: obiettivamente è difficile leggere un Thriller e rimanere così attaccati ed affezionati ai personaggi e alle atmosfere come in questo. Senza dubbio una storia ben costruita e realizzata, un libro che mi sento di consigliare con il Cuore incontrando i miei complimenti più sinceri alle Bravissime Autrici.

( Recensione di Walter Bianco da AmabiliLetture Blog)


Formule mortali di François Morlupi

 In una torrida estate romana, un anziano cammina nel parco di villa Sciarra, nell’elegante quartiere di Monteverde. Un odore tremendo atti...