martedì 18 luglio 2023

Formule mortali di François Morlupi

 In una torrida estate romana, un anziano cammina nel parco di villa Sciarra, nell’elegante quartiere di Monteverde. Un odore tremendo attira la sua attenzione. Vicino a una macchia di cespugli scopre, con terrore, una mano mozzata. Poco più in là, gli arti amputati di un uomo sono disposti sul terreno a disegnare una celebre formula fisica. Il brutale omicidio turba la quiete del quartiere, ma soprattutto sconvolge l’instabile equilibrio del commissario Ansaldi, che con il trasferimento nella capitale sperava di aver trovato una tregua agli orrori cui ha assistito nella sua lunga carriera in polizia. Meticoloso e sensibile, la sua grande umanità lo porta a essere preda perfetta dell’ansia e degli attacchi di panico. Ciononostante rimane un professionista integerrimo che davanti al dovere non si tira mai indietro: costi quel che costi, troverà l’assassino. Ma prima dovrà capire come creare uno spirito comune con gli agenti della sua squadra investigativa, non meno unici e fragili di lui. Insieme, diventeranno i Cinque di Monteverde. Con il suo stile inconfondibile, che alterna il buon umore alla malinconia, Morlupi getta uno sguardo sugli abissi non solo di una mente criminale, ma della nostra intera società, che nasconde in bella vista i suoi istinti più feroci.


Formule mortali (edito da Salani) è la seconda edizione del romanzo d'esordio di François Morlupi che, dopo l'enorme successo di "Come delfini tra pescecani" e "Nel nero degli abissi" ci riporta alla genesi dei cinque di Monteverde.


Morlupi (come sempre) ha la capacità stilistica di entrare nel profondo dei suoi personaggi, non solo quelli principali però ma anche in quelli secondari, ed è proprio con questa sua "prima" storia che possiamo scoprire ancor di più tutte le fragilità caratteriali dei cinque, alle prese con una indagine complessa e con una vita che sembrava procedere in una direzione opposta da quella immaginata.

Ansaldi fra tutti appare un personaggio complessato da dubbi e incertezze che risultano derivare non tanto da una sua patologia ma principalmente da un evidente difficoltà relazionale con la squadra che scopriremo composta da elementi quasi tutti emarginati, esiliati da un disagio personale che impedirà inizialmente di  evolvere come gruppo trattenendo la necessità di  trovare quella chiave giusta per risolvere un caso davvero molto complesso.

Un senso d'impotenza davanti a crimini efferati unito poi al bisogno di raggiungere risultati in breve tempo aumenteranno la tensione in una vicenda dove c'erano poche ipotesi tutte legate alla mancanza di legami tra le diverse vittime.

Con uno stile incalzante e rapido, sempre sospeso tra ironia e malinconia, la storia procede attraverso due linee narrative ben distinte che si alternano in un gioco d'incastri voluto che sembrava procedere di pari passo fino a quando all'improvviso una terza narrazione si aggiunge disorientando il lettore e  mescolando tutti i pezzi di un puzzle che aveva appena cominciato a mostrare un disegno criminale, ben celato da un nemico invisibile che se all'inizio si dimostrerà troppo imprevedibile nel corso della storia comincerà a fare passi falsi solo quando, messo da parte ogni individualismo, i problemi della squadra da personali diventeranno comuni.

Come spesso accade nei libri di Morlupi François i protagonisti sono raccontati in tutta la loro umanità e fragilità, al fine di rendere più emotive ed empatiche le loro scelte e le loro azioni che proprio per questo motivo risultano ( a chi legge ) sempre molto fedeli al ruolo che l'autore ha assegnato; fragili e umani, sempre pronti a sorridere dei loro difetti, assorbiti (forse troppo) da una metropoli tentacolare come Roma che, in questo primo capitolo, rispetto ai successivi libri dell'autore affascina il lettore con colori e bellezza tralasciando (volutamente) "per il momento" le sue tante contraddizioni.

Possiamo dire che il romanzo (nonostante la mole) risulta molto scorrevole, lasciandosi leggere davvero tutto d'un fiato; questo è possibile non solo tramite una trama avvincente ma soprattutto grazie allo stile "inconfondibile" dell'autore che tiene sempre alta la tensione soprattutto attraverso capitoli abbastanza corti, per agevolare la memoria del particolare al lettore nel proseguo della storia.

Complimenti sinceri al sempre più bravo François Morlupi (che seguo con affetto e stima da diverso tempo) che riesce a creare storie avvincenti attingendo sia dai gialli nordici che dai thriller più "nostrani", mescolando però in maniera del tutto originale una tensione psicologica con un attenzione alla società, traducendo quella sua inclinazione per protagonisti non "eccezionali", spesso emarginati e fortemente asociali, che non si sforzano poi tanto per risultare normali in un mondo "distorto", contagiato dal bisogno di assecondare (ad ogni costo) anche gli istinti più bassi.   


sabato 8 luglio 2023

Ciabatteria Maffei di Graziano Gala

 Mani di padre, ciabatte di madre, una casa che affoga: ci vuole anche meno a tentare la fuga. Mino Maffei, bambino senza scuola e senza niente, deve inventare un gioco per accettare ciò che accade ogni giorno tra le mura domestiche: un gioco di pirati, di pareti a maremoto, di mani che son reti di cattivi pescatori. Giuno è un violento, Gange un dolore: genitori incapaci di amare un figlio. A peggiorare il tutto una continua pioggia di lettere, un ufficiale giudiziario e una serie di richieste messe per iscritto in un luogo in cui, per ammissione dei protagonisti, sono tutti "anaffabbeti". Tra credenze affamate, scarpe "malefatte", cani in permuta e un paese soffocante, toccherà a Mino il compito più arduo e severo: crescere. In queste pagine dal forte impatto emotivo, Graziano Gala narra della coraggiosa ricerca di salvezza da parte di un bambino, della sua continua lotta contro il mondo e di un incessante dialogo con Dio, fino all’inevitabile resa dei conti.

Ciabatteria Maffei di Graziano Gala fa parte di un progetto editoriale sotto la direzione di Roberto Venturini che mette in campo le migliori voci del panorama editoriale italiano.
 
L'autore, come al suo solito, è sempre molto bravo a raccontare le sue storie in un "silenzio" comunicativo davvero molto espressivo che esplode poi con potenza in una dialettica che, non solo tratteggia i personaggi, ma che esprime anche una sofferenza esistenziale che riflette un personale discernimento.
 
Il protagonista del libro è un bambino di 8 anni che, vivendo in una famiglia di analfabeti, impara in maniera quasi istintiva vedere e capire per sopravvivere ad una realtà che va al di sopra del semplice degrado, "annaspando" letteralmente per non annegare in una casa sommersa non solo da "acqua" ma anche da miseria e ignoranza.
 
Mino Maffei soffre in maniera atipica la sua condizione costingendosi ad alterare quella realtà circostante, per renderla meno crudele: attraverso un "inganno", che permette di evadere e resistere, trasforma il suo crescere in un gioco di equilibri, tra la credenza e i pescecani, per rendersi invisibile ad un padre dispotico poco affidabile (costantemente in guerra con il mondo) descritto dall'autore con tutta la sua meschinità, condividendo le stesse paure di una madre che ormai trascinava la sua esistenza cercando di soffocare la vera se stessa, lasciandosi dentro tutto il resto per dimenticare perfino il suo nome.
 
La trama procede in maniera "incostante" perchè condizionata dalle sensazioni dei suoi protagonisti sviluppate attraverso lo stile dall'autore che riesce a riversare tutta la sua intimità in una storia scritta forse per esorcizzare un proprio vissuto; Gala riesce molto bene a mantenere le distanze e a rendere universale un disagio che porta il lettore verso una riflessione profonda e sincera solo a patto di uscire dall'ipocrisia di un quadro che rappresenta una famiglia forzatamente felice e perfetta.

Proprio questo concetto si amplifica nella parte finale del libro dove una scelta, forse non del tutto inevitabile, sacrifica all'improvviso il ricordo per abbracciare l'oblio che poco alla volta sensibilizza ad una presa di coscienza per quello che interiormente già si conosceva, riprendendo poco alla volta una normalità nei ruoli che però non avrebbe cancellato del tutto il "fastidio" di una vita ai margini dove crescere adesso non era più un gioco.
 
Tanti complimenti a Graziano Gala per aver (ancora una volta) scritto un libro non banale che emoziona con la forza della sua semplicità e che nello stesso tempo riesce a comunicare empaticamente attraverso uno stile "uditivo" che rende unici i suoi protagonisti.
 

Formule mortali di François Morlupi

 In una torrida estate romana, un anziano cammina nel parco di villa Sciarra, nell’elegante quartiere di Monteverde. Un odore tremendo atti...