martedì 22 novembre 2022

Cambiare le ossa di Barbara Baraldi

 

Torino, 1988. Tito Ferretti ha solo quattro anni quando assiste all’omicidio di sua madre e del suo amante: è opera del “mostro”, il serial killer che sta terrorizzando la città e che sarà catturato, dopo un’indagine serrata, dal sostituto procuratore Francesco Scalviati. Sono passati 34 anni da allora. Il ricordo di quei fatti è lontano, ma il rinvenimento di un cadavere sfigurato sembra improvvisamente riaprire l’incubo: è Tito Ferretti. L’hanno massacrato con un antico spaccaossa, terza vittima di un assassino che agisce secondo una precisa, feroce dinamica. C’è un collegamento con il mostro, e quale? Il commissario Damiano Provera sa che solo una persona può venirne a capo: Aurora Scalviati, figlia del magistrato che negli anni Ottanta seguì il caso del mostro, venuta al mondo la stessa notte in cui le mani del padre si macchiarono di sangue. Capace, soprattutto, di scorgere le connessioni che nessun altro vede, e farne materia per identificare il killer. Aurora realizza subito che, anche se non sembrano avere nulla in comune, le vittime sono state scelte in base a un disegno preciso. E viene attratta da due indizi inquietanti: delle inspiegabili incisioni sulle ossa di Ferretti e un libro misterioso sulle connessioni fra teoria quantistica e fede. Mentre cerca di decifrare l’enigma arriva un’altra notizia sconvolgente: Giorgia, una ragazzina di dodici anni, è appena stata rapita… È l’inizio di un viaggio allucinante dove Aurora dovrà ricostruire un meccanismo perfetto e spietato, confrontarsi con la potenza della mente umana e capire, una volta di più, che il passato è l’unica chiave per penetrare il presente. E l’unica possibilità di redimersi. 

Barbara Baraldi ha scritto un romanzo molto avvincente, un thriller veramente ben costruito che coinvolge non solo per la sua trama intricata ma soprattutto per la complessità caratteriale dei protagonisti che assumeranno sfumature leggermente diverse e contradditorie quando si troveranno costretti a confrontarsi con un  passato che in un certo senso stava condizionando anche il loro presente.

Ritroviamo come protagonista Aurora Scalviati che, dopo un periodo in cui aveva cercato di elaborare le sue perdite, è "costretta" a far ritorno in quella Torino che aveva provato a dimenticare, insieme a quel passato doloroso che aveva inflitto ferite troppo profonde per essere già rimarginate.

Aurora è  sempre quella donna fragile e debole che abbiamo già conosciuto; bipolare e divorata dagli attacchi di ansia, prigioniera di una personalità complessa farà ritorno sui luoghi che avevano caratterizzato la sua vita, in particolare quando era poliziotta, con la consapevolezza di dover ricominciare da zero perchè sapeva bene che per salvarsi non bastava cambiare pelle ma anche le ossa.

Ma Aurora Scalviati è principalmente  una bravissima e intuitiva profiler che arrivava dove altri non riuscivano anche per la sua capacità di ragionare "fuori dagli schemi". Aurora torna nella sua Torino chiamata a stilare un profilo di un serial killer che, uccidendo in maniera cruenta e anomala, stava diffondendo panico e paura.

La protagonista, oltre a rivivere momenti dolorosi, dovrà fare i conti anche con un suo modo di essere che era cambiato nel tempo, che la faceva sentire continuamente "fuori posto" e che imprigionava la sua capacità di relazionarsi con gli altri.

Questa sua "posizione" condizionerà Aurora anche per gli errori commessi quando, per dimostrare il suo valore, si ritroverà ad agire di puro istinto abbandonando la ragione; ad appesantire il tutto tornerà quel confronto con il padre (ancora non "smaltito") e una senso di consapevolezza sul tempo passato e sul pericolo nel superare certi confini.

Tutto questo segnerà anche la capacità di giudizio in un indagine che, dopo un rapimento di una bambina, diventerà ancora più intricata; in un clima di ostilità tutti i sentimenti riemersi in maniera contrastante in questa corsa contro il tempo alimenteranno una rabbia difficile da tenere sotto controllo.

Stilisticamente la narrazione è divisa in due piani temporali: passato e presente utilizzati dall'autrice con un buon equilibrio.

La scrittura risulta sempre fluida e molto accattivante, grazie anche a capitoli brevi che sostengono un ritmo serrato che cresce pagina dopo pagina.

L'autrice è abile a plasmare la trama creando incastri perfetti che si ricompongono dopo che vengono esasperati da suspance e liberati da un introspezione psicologica dei personaggi, accurata e precisa nelle azioni e sempre coerente con la caratterizzazione dei protagonisti, tenedo sempre come riferimento le opere precedenti.

Nel libro si parla anche di miracoli, di riti e rituali più vicini ad un concetto di fede che nel libro sembra in costante bilico tra credere e sperare, da capire o assecondare, introducendo anche il concetto di meccanica quantistica che in un primo momento risulterà lontano dal contesto; l'autrice oltre a svincolare dal giudizio il lettore lascia  libertà anche su una realtà narrativa dominata da una sincronicità di eventi che condizionano e dividono lo sviluppo di una trama che, anche per questo, risulta parecchio articolata.

Le indagini sembreranno sempre più coinvolgere Aurora, impegnata a trovare redenzione nei confronti di quella figura paterna adesso forse meno distante, dando la forza e determinazione per lottare e raggiungere giustizia anche quando tutto sembrerà perduto, quando anche il dialogo sembrerà cambiare e diventare più severo per meglio adattarsi alle scene adrenaliniche specie nella parte finale del libro.

Il finale risulterà veramente inaspettato grazie anche all'abilità con cui l'autrice è brava a seminare indizi che si riescono a collegare solo nella fase finale del libro, creando quella tensione giusta fino alla conclusione dove si rivelerà una verità difficile da accettare, perchè ancora una volta la Realtà non aveva offerto certezze, anzi a maggior ragione quello che sembrava semplice alla fine nasconderà una complessità tale da sorprendere e coinvolgere empaticamente attraverso una sofferenza insensata, che disorienta ma che crea quel mix giusto tra sofferenza e azione.

Tanti complimenti a Barbara Baraldi che, dopo la trilogia del buio, torna con una thriller davvero molto coinvolgente; l'autrice, "alzando l'asticella", introduce questa volta nella sua storia  elementi "nuovi", davvero molto significativi che, oltre a prestare il fianco ad una riflessione profonda, rendono più complicato e originale lo sviluppo di una trama che sfrutta le diverse sfumature per accrescere, in modo non convenzionale, la complessità di una vicenda capace di catturare noi lettori dalla prima all'ultima pagina.


lunedì 14 novembre 2022

Le lacrime delle sirene di Emanuela Valentini

 

Una sirena. È ciò che vede galleggiare sul pelo dell'acqua un pescatore accorso nella notte a controllare la sua barca dopo una terribile tempesta a Punta Ligea, dove la costa calabrese si protende verso lo Stretto. Assomiglia alla polena di una nave, tanto è perfetta. Ma quando la sirena lo guarda, appena prima di inabissarsi, lui capisce di essere di fronte al mito che ogni marinaio conosce, quello delle regine dei mari. Sul posto viene chiamata Stella, una sommozzatrice che con l'acqua ha un legame particolare da quando il mare si è preso sua sorella. La sirena è in realtà un'adolescente bellissima, mutilata, i piedi a formare una pinna e un ciondolo adagiato sul petto. L'ispettore incaricato delle indagini vorrebbe coinvolgerla, ma Stella è irremovibile, ha promesso a sé stessa e a sua figlia che avrebbe chiuso per sempre con quella vita. Intendono partire per Roma per ricostruire un'esistenza lontana dai ricordi e dagli incubi del presente. Quando è sul punto di salutare tutti, però, Stella scopre che c'è un legame di sangue tra la sua famiglia e quell'incomprensibile morte. La sirena riguarda in qualche modo il suo passato. E Stella capisce che spetta a lei fare luce sulla vicenda, anche se questo significa rischiare di affogare nel mare dei ricordi. Come ne "Le segnatrici", Emanuela Valentini esplora il mondo delle credenze popolari e dei miti ancestrali ancora vivi nel nostro Paese. E va in profondità in questa dimensione oscura e occulta portandoci con il fiato sospeso fino all'ultima, imprevedibile, pagina.


Quello di Emanuela Valentini è un thriller psicologico con una tensione narrativa ben bilanciata, divisa da un passato dove emergono folklore e credenze popolari che, unite nel presente, aggiungono sfumature "mitiche" per espandere un mistero avvolto da orrore che coinvolgerà in prima persona la nostra protagonista (Stella), costretta a far luce anche nel suo di passato, immergendosi di nuovo in tutti quei ricordi dolorosi che avevano procurato ferite non ancora rimarginate.

Le lacrime delle sirene è un libro dove si parla di famiglia, senza filtri,  con estrema sincerità da parte dell'autrice che riesce a dimostrare come a volte violenza e orrore possano nascondersi anche in questa "culla perfetta" dove è facile nascondere segreti che, crescendo nell'indifferenza, alimentano mostri capaci poi di perseguitare per anni.

Stella è una donna forte che aveva faticato non poco per affermarsi nella sua professione; una donna che affrontava le sue paure per lenire e curare le proprie ferite personali, inflitte da una vita che non sempre andava come dovrebbe.

Proprio per allontanarsi da quei luoghi che erano fonte di incubi sempre più frequenti, Stella sceglie di trasferirsi nel tentativo di dimenticare, cambiando vita abbracciando però quasi incosciamente il proprio destino di fuggiasca.

Ma al passato non si può sfuggire e quello di Stella si ripresenterà sotto forma di incubo che la consumerà, forzata dalle circostanze, fin dal primo momento in cui si prenderà cura di una morte incomprensibile che aveva risvegliato qualcosa in lei, cosi' profondamente sconvolta e trascinata dal richiamo dal sangue, costretta non solo a risolvere un enigma ma ad intraprendere anche quel viaggio interiore necessario che la metterà di fronte ai suoi mostri.

Nel romanzo possiamo facilmente ritrovare tutto il fascino stilistico dell'autrice che, come al suo solito, esprime tutta la sua personalità non solo nei protagonisti ma anche attraverso storie avvolte dal mistero, nel desiderio di far luce su quelle zone d'ombra, dove l'istinto vince sulla ragione, indagando in particolare sulle parti più oscure dell'animo umano.

Personalmente posso dire che, rispetto ai precedenti, in questo ultimo romanzo ho percepito i personaggi intimamente ed empaticamente più approfonditi: costretti tutti a guardarsi nella loro intimità, perchè attratti poi dallo stesso vortice, saranno prima trascinati e poi indirizzati dall'autrice ognuno a percorrere una sorta di viaggio "catartico" per analizzare se stessi.

Forte nel romanzo è anche la presenza di un simbolismo ben radicato nella storia : l'autrice infatti utilizza elementi naturali, come il mare, creando attorno un'atmosfera di incertezza legata soprattutto alla sua crudeltà, per sottolineare poi indirettamente quel legame con una fragilità umana che mette su sue piani distinti uomini e natura.

L'acqua diventa così un vero e proprio personaggio, un elemento fondamentale che interagisce con gli altri e che lega il suo destino con quello dei protagonisti.

Sempre in ottica di simbolismo trovo molto significativa la scelta dell'autrice che, per "identificare" il concetto di duplicità tra vita e morte, utilizza una creatura come la sirena, un essere metà donna e metà animale, attraverso il quale indicare la strada da percorrere per intraprendere un cammino psicologico, interiore e personale, un viaggio catartico che incontrando il mare e le sue creature condurrà poi a confrontarsi con i mostri che ognuno porta dentro di se.

Questo è quello che succederà a Stella che, come gli eroi legati al mito, sarà chiamata alla "prova", percorrendo senza paura la sua strada, abbracciando il cambiamento necessario per affrontare quei mostri che l'avevano tormentata, non fuggendo più perchè decisa a trovare risposte tramite questi.

Quello di Emanuela Valentini è un romanzo davvero molto profondo che permette di guardarci dentro, che colloca il lettore davanti ad uno specchio; una storia che, quasi come una fiaba per adulti, rapisce ed incanta attraverso la profondità del mare con la quale ognuno può ritrovare se stesso, permettendo pero' di riemergere solo a chi sarà disposto ad accettare quella parte oscura, affrontando i mostri sepolti da un passato dal quale non si puo' scappare all'infinito.

Tantissimi complimenti sinceri alla bravissima Emanuela Valentini (che seguo con stima da diverso tempo) perchè con il suo libro è riuscita a coinvolgermi con un thriller davvero ben articolato, che mettere a nudo la complessità dell'animo umano permettendo a noi lettori di intraprendere un viaggio, insieme alla protagonista, attraverso un mondo fatto di mistero e tradizioni popolari, attraverso una trama che si sviluppa in maniera non scontata e mai banale fino alle ultime pagine dove troviamo un finale che colpisce e disorienta, non solo per il suo carattere imprevedibile, ma perchè costringe a rivedere tutte quelle certezze già intensamente minate nel corso del libro.

 


giovedì 3 novembre 2022

7 di Cataldo Scatamacchia

La Capitale è martoriata da diversi episodi connessi al mondo del satanismo e dell’occulto: furto di oggetti sacri, vilipendio di cadavere, sedute spiritiche e messe nere. La Questura teme conseguenze giuridiche, la Santa Sede presagisce contraccolpi sociali; entrambe lavorano cooperando, ma questo non basta. Il mosaico dei fatti necessita di una figura esperta e super partes, e a ricoprire questo ruolo sarà Ettore Borgia. Classe 1981, laureato in Criminologia con il massimo dei voti e ricercatore zelante della verità, Ettore diventerà la chiave di volta collocandosi nel sottile spazio che separa il reale dall’immaginario, il lecito dall’illecito, la luce dall’oscurità. In l’autore, attraverso una scrittura e uno stile scorrevole cerca di scardinare i paradossi legati alle sette sataniche e alle loro pratiche, un fenomeno sociale realmente pericoloso e di grande attualità. Un romanzo da leggere per immergersi in contesti e scenari oscuri. 




Con una trama davvero coinvolgente Il romanzo di Scatamacchia appassiona il lettore in maniera totale grazie ad una storia che cresce in tensione, pagina dopo pagina, evolvendo grazie lo stile dell'autore che, con una scrittura sempre fluida e scorrevole, sostiente un ritmo narrativo sempre alto, smorzando poi i toni con quel pizzico di umorismo che permette al lettore di riprendere fiato tra i vari colpi di scena.

La storia si muove attraverso sette sataniche e simbologia macabra, con un indagine portata avanti con molta fatica tra false piste e omertà che costringeranno molto spesso ad utilizzare  l'istinto al posto della ragione, prestando attenzione anche a tutti quei piccoli particolari che saranno poi fondamentali per giungere ad una verità molto lontana dall'immaginario. 

Ettore Borgia, protagonista del romanzo, è un ragazzo "comune", figlio della nostra epoca, che sacrifica le speranze dei giovani sempre in cerca di spazio nell'ambito lavorativo e sempre più costretti ad accontentarsi più che a realizzarsi; dopo essere venuto fuori da una perdita familiare troverà l'occasione giusta per mettersi in gioco e dimostrare le sue capacità: l'incarico affidato però si trasformerà ben presto purtroppo in una corsa contro il tempo molto pericolosa, in un affannosa ricerca della verità in un caso intricato dove Ettore dovrà fare appello a tutta la sua fede per riuscire a calarsi completamente in una realtà conosciuta da pochi e resa indifferente da riti e correnti religiose.

Le sue tesi, portate avanti nonostante le circostanze avverse, alla fine però si riveleranno fondamentali per ricostruire un disegno macabro dietro il quale si celava una verità ancora più raccapricciante.

Nel libro i tanti passaggi procedurali sono senza dubbio frutto dell'esperienza personale dell'autore che però, con grande bravura, riesce a tradurli in maniera sempre semplice e chiara nonostante le complessità; questa caratteristica si evince soprattutto attraverso i personaggi "secondari" costruiti non solo per tradurre la curiosità del lettore ma anche per cercare di sviluppare qualcosa di nuovo ed originale in un ambito letterario dove già parecchio è stato scritto.

L'autore accompagna il lettore con gradualità alla scoperta dei temi centrali del romanzo cercando di sviluppare caratterialmente i suoi personaggi per poter far luce su dinamiche complesse anche attraverso vari punti di vista diversi, creando a volte un disorientamento in una storia dove niente è come sembra.

Il romanzo si divide tra "fascino" e pericolosità di un mondo occulto che rende "empaticamente" coinvolto il lettore che si ritroverà implicato in una trama che non cede mai il passo alla banalità o alla pesantezza, rendendo la lettura sempre molto appassionante e imprevedibile.

Tanti complimenti a Cataldo Scatamacchia che con il suo romanzo è stato capace di coinvolgermi anche attraverso tematiche poco comuni in un genere dove è sempre più difficile rendersi originali; con uno stile dinamico, una caratterizzazione precisa dei personaggi e una trama che stimola parecchio la curiosità quello di Scatamacchia è senza dubbio un romanzo che non deluderà gli amanti dei thriller e che per questo mi sento sinceramente di consigliare come lettura. (con la speranza anche che ci sia presto un seguito).

 


Formule mortali di François Morlupi

 In una torrida estate romana, un anziano cammina nel parco di villa Sciarra, nell’elegante quartiere di Monteverde. Un odore tremendo atti...