Nel libro di Luca Buggio “La città dell’Assedio” (secondo capitolo della Saga) la Trama ci conduce verso uno scenario conseguente alle vicende narrate nel precedente capitolo, esattamente nel Luglio 1706, dove gran parte della scena sarà dominata dalla nostra vera Protagonista indiscussa: Torino. In guerra contro i Francesi la città si trova sotto Assedio da 2 mesi, devastata e provata sotto il pericolo delle bombe che, con il loro eco, riescono a spezzare il brusio e il fermento nella quotidianità di un popolo che nonostante tutto appare forte nella convinzione che Dio non li aveva abbandonati. Mentre però sopra la città si consumava il conflitto, nei sotterranei prendeva vita una Realtà recondita creata da Riti Macabri, la cui descrizione troviamo a inizio libro, anticipando al lettore quello scontro tra Luce e Ombra ( filo conduttore della storia) per il quale il popolo Torinese sembra essere più in pena, già turbato e scosso anche per il Delitto della Consolata per il quale era necessario trovare in fretta un colpevole. Ed ecco che per questo verrà chiamato in causa Gustin che, di ritorno da una missione in incognito, giunge a Torino confrontandosi poi con il lato più nascosto e grave che minaccia la Capitale del Gran Ducato.
Il Protagonista è descritto come un uomo capace di credere solo nella Luce della Ragione, solitario e privo di sentimenti, senza legami, ma per questo sopravvissuto fino ad oggi e ancora vivo.
L’Autore è molto abile nel “limitarsi” solo a presentare le dinamiche della città, non rivelando ma facendo uso nella descrizione con sensazioni e atmosfere che a noi lettori appaiono non solo reali ma incredibilmente naturali; Allo stesso modo sarà molto naturale e per nulla imposto l’incontro di Gustin con Laura, I due Protagonisti, due anime affini, dotate di un Dono che ancora non conoscono a pieno. Nel momento del Romanzo in cui le loro esistenze si stringono viene gettata una Luce calda e accogliente che colpisce benevolmente il lettore, grazie soprattutto al sorriso lieto di Laura che, nonostante la situazione, era capace di mostrarsi spensierata. È proprio da questa Allegria del sorriso di Laura che Gustin verrà rapito fin dal primo loro incontro dopo il quale comincerà a sentire qualcosa, a provare un sentimento mai provato sino ad ora, con il quale dovrà non solo abituarsi, ma imparare a convivere. Laura da parte sua, nonostante le lusinghe del bel Alberto per cui non era certa di ricambiare lo stesso sentimento di affetto, rimane colpita e scossa da quell’incontro che aveva suscitato in Lei forti emozioni e sensazioni, tutte però contrastanti tra loro: Vedeva Gustin come un gentiluomo dai modi gentili, capace di metterla a suo agio; In alcuni momenti invece era stata colpita dai suoi occhi “senza cuore”, mentre in altri era stata la tenerezza a colpirla, nei riguardi di una creatura che, come Lei, aveva conosciuto il lato amaro della vita.
Arrivati a metà libro l’alternanza dei due nella Narrazione sarà più concitata: Da una parte Laura divisa tra Misticismo e Paura, convinta che Dio e il Diavolo si stavano contendendo le anime di Torino, anche se (rispetto al Primo Capitolo) molto più Razionale, si troverà fragile in alcune circostanze. Dall’altra Gustin avvilito inizialmente per i pochi progressi dell’indagine affidatagli, dopo aver anticipato in un sogno agitato la sua richiesta d’aiuto, riceverà la visita di un amico creduto scomparso dal quale riceverà “l’imbeccata” giusta per dare un volto all’assassino della Consolata. Giungerà poi a scoprire Verità che lo lasceranno senza fiato, difficili da comprendere e accettare, così come difficile sarà realizzare che, come predetto, veramente il Diavolo si trovava sulla sua strada, contrastato però da un Dio che proteggeva Torino, facendo propendere Gustin verso il Giusto riguardo le sue mosse future.
L’Autore, con uno Stile scorrevole e avvincente, ci fa addentrare sempre di più nella storia, descrivendo, oltre la fase dell’Assedio, anche omicidi, elementi soprannaturali, satanici, tutto bilanciato sul contrasto tra Reale e Irreale, rivelando sul finale Verità con le quali introduce nuove minacce, preparando a nuovi Confronti che si svilupperanno nel Prossimo Capitolo della Saga.
Ancor di più in questo Capitolo verrà utilizzato il Simbolismo: Cominciando con lo stesso nome della città, sul quale si apre la disputa tra studiosi e storici, attribuendone l’origine alla leggenda popolare secondo la quale proprio un Toro (da cui Torino) fosse l’animale chiamato dal popolo per Forza, Coraggio e Tenacia per contrastare e sconfiggere il Drago che morte e scompiglio aveva provocato. In parallelo ritroviamo nel libro la disputa tra Magia Bianca e Magia Nera, tra Cavalcanti e Streghe, tra Bene e Male, nell’eterna lotta tra due Stirpi per contendersi non solo le anime di Torino. Personalmente mi piace pensare che l’Autore abbia voluto Personificare La Forza e il Coraggio del Toro in Gustin, mentre in Laura la Determinazione, facendolo rinascere simbolicamente nel Romanzo per sconfiggere il Drago, rappresentato bene dalla parte più misteriosa e minacciosa raccontata, salvando le sorti della Città.
Rinnovo i miei personali complimenti al bravissimo Luca Buggio (fatti già di persona recentemente al Salone del libro di Torino) non solo perché è riuscito ha non tradire le mie attese con questo Secondo capitolo della Saga, ma perché ha dato nuovamente prova della sua capacità Stilistica e Narrativa con la quale ha sviluppato un bellissimo Romanzo Storico che deve il suo successo anche alle atmosfere Misteriche e Angeliche di Torino che è riuscito a creare, che rendono il tutto ancora più avvincente e affascinante.
(Recensione di W. Bianco da AmabiliLetture)
Luca Buggio è nato a Torino, dove vive e lavora. Laureato in Ingegneria, è anche scrittore, regista e attore teatrale. Ha esordito nel 2009 con La danza delle Marionette. Con La Città delle Streghe, primo romanzo per La Corte Editore, ci ha trasportato nella Torino del 1700, conquistando tantissimi lettori, per la capacità di raccontare storie appassionanti e allo stesso tempo molto dettagliate storicamente.
Con La città dell’assedio, ci fa tornare nella Torino del XVIII secolo, questa volta, nel pieno della battaglia che segnò il destino dell’Italia intera.
Nessun commento:
Posta un commento