Dicono che non serve una ragione precisa per compiere il Cammino di Santiago, e che per viverlo al meglio bisogna sapersi sorprendere ad ogni passo. In effetti Livio non sa esattamente perché ha deciso di partire zaino in spalla, trascinando con sé due amiche fino alla tomba di San Giacomo. Per consolidare la propria fede e prendere finalmente i voti? O per il motivo opposto, temporeggiare quanto basta per capire se è davvero quella la sua strada? Di certo, ad animare le sue scelte è sempre stato l’amore per gli altri, una vocazione che lo ha portato molte volte lontano da casa – un bell’appartamento a Posillipo, coccolato da mamma e papà – e l’ha condotto in giro per il mondo, al fianco degli umili, dei bisognosi, degli ultimi. La risposta ai suoi dubbi lo attende nell’antico borgo di Portomarín e ha il volto sorridente di Pietro, un architetto dai tratti orientali e in sedia a rotelle, che si offre di accompagnarlo nella chiesa di San Nicola e di mostrargliene la prodigiosa bellezza. Una chiacchiera dopo l’altra, i due diventano presto inseparabili e decidono di proseguire insieme fino a Compostela, fino a scoprire un’altra preziosa verità: il Cammino più importante non si fa a piedi, ma con il cuore. E così l’arrivo al santuario si trasformerà nell’inizio di un nuovo percorso, più lungo e più difficile per entrambi. In un romanzo struggente e ricco di interrogativi che scavano l’anima dei personaggi, Trapanese ci ricorda che la vita non è una favola e ti colpisce sempre alle spalle, ma che lo stesso fa anche la felicità, arriva sempre da dove meno te l’aspetti.
Luca Trapanese ha scritto un romanzo davvero intenso, ricco di un sentimento forte e struggente con il quale invita il lettore a riflettere sul significato dell'Amore, quello con la A maiuscola, sfumando il suo pensiero sulla validità di un sentimento espresso in maniera determinata e sincera.
Nel romanzo c'è anche molta speranza che avvolge e fonde una narrazione fatta di semplici gesti quotidiani che, nel bisogno di reciprocità, diventano piccoli miracoli con i quali raggiungere una felicità improvvisa e poco scontata.
Da una parte abbiamo Livio che, giunto ad un bivio della sua esistenza, vuole dar sfogo a quel carattere ribelle, a quel suo spirito libero intraprendendo un viaggio metaforico attraverso il suo io, quello che fino ad allora si era sempre celato nella sua fragilità, nella sua incapacità di essere capito.
Dall'altra abbiamo Pietro, uomo affabile e gentile, che nella semplicità del suo intimo riuscirà a mettere in crisi tutte le certezze di Livio, condizionando la libertà di decidere dove camminare e dove arrivare in quello che inizialmente doveva solo essere un cammino fatto a piedi e non con il cuore.
Tra le pagine del romanzo emerge tutta la difficoltà di un sentimento come l'amore che costringe, facendoci dominare dall'istinto, a prendere decisioni sincere ma difficili, rendendoci instabili e sofferenti anche di fronte ad un rifiuto, a colmare quel vuoto con una felicità inaspettata, ad assecondare anche una quotidianità che logora e asseconda una vita fatta di rinunce.
Le difficoltà per Livio e Pietro lungo il cammino saranno davvero tante e quando l'ordinarietà di un rapporto, dove la malattia e la necessità di non mostrarsi deboli avevano incrinato la ragione di un cuore, susciteranno nuovi bisogni di esprimere amore, creando divergenze e distanze per crescere affrontando cambiamenti, porteranno a rincorrere sogni non condivisi che purtroppo alla fine s'imbatteranno contro muri invalicabili.
A questo punto, dopo aver desiderato tanto la vita, arriva come implacabile la solitudine che annienta tutto, i gesti, gli sguardi affogati nel rimpianto e nell'incapacità di sanare un dolore troppo grande; la malinconia che assale con un senso di colpa che l'autore però è bravo nel valorizzare e ricompensare attraverso la soddisfazione di un'esperienza vissuta fino alla fine al massimo delle possibilità.
L'autore è bravo nell'utilizzare quelle "imperfezioni" che gratifica nell'unicità di ognuno di noi, emergendo come elementi aggiunti che non differenziano ma valorizzano nello specifico; contrapponendosi in modo forte ai modelli imposti da una società contemporanea, attraverso l'imperfezione, smaschera una perfezione artificiale che risulta poco spontanea perché non nasce dal cuore, raccontando una storia che, con naturalezza, abbatte i muri del pregiudizio restituendo speranza a quella voglia di essere felici anche scegliendo la via meno percorsa.
Un grazie sincero a Luca Trapanese per aver scritto un libro davvero coinvolgente ed emozionante, scritto con naturalezza, con il quale riesce ad esaltare positivamente tutte le fragilità e le imperfezioni umane, annullando tutte le distanze insegnando più ad unire che a dividere, purtroppo anche in un mondo dove si fa fatica ad accettare chi è diverso.
Luca Trapanese è nato a Napoli nel 1977. Da anni svolge attività di volontariato in Italia e nel mondo, ha fondato l’associazione ‘A ruota libera’ e ha realizzato numerosi progetti legati alla disabilità, tra i quali la casa famiglia per bambini ‘La Casa di Matteo’, unica nel Sud Italia. Nel 2018 ha adottato Alba, una bambina con la sindrome di Down, ed è felice di raccontare sui social la loro vita insieme. Con Luca Mercadante ha firmato Nata per te, che diventerà presto un film. Questo è il suo primo romanzo.
Ha pubblicato, con Luca Mercadante, Nata per te. Storia di Alba raccontata tra noi, Einaudi Stile Libero (2018)
Le nostre imperfezioni
AUTORE : LUCA TRAPANESE
EDITORE: SALANI
DATA DI USCITA: 22/11/2022
GENERE : NARRATIVA CONTEMPORANEA
FORMATI : BROSSURA/E-BOOK
Nessun commento:
Posta un commento