Formule mortali (edito da Salani) è la seconda edizione del romanzo d'esordio di François Morlupi che, dopo l'enorme successo di "Come delfini tra pescecani" e "Nel nero degli abissi" ci riporta alla genesi dei cinque di Monteverde.
Morlupi (come sempre) ha la capacità stilistica di entrare nel profondo dei suoi personaggi, non solo quelli principali però ma anche in quelli secondari, ed è proprio con questa sua "prima" storia che possiamo scoprire ancor di più tutte le fragilità caratteriali dei cinque, alle prese con una indagine complessa e con una vita che sembrava procedere in una direzione opposta da quella immaginata.
Ansaldi fra tutti appare un personaggio complessato da dubbi e incertezze che risultano derivare non tanto da una sua patologia ma principalmente da un evidente difficoltà relazionale con la squadra che scopriremo composta da elementi quasi tutti emarginati, esiliati da un disagio personale che impedirà inizialmente di evolvere come gruppo trattenendo la necessità di trovare quella chiave giusta per risolvere un caso davvero molto complesso.
Un senso d'impotenza davanti a crimini efferati unito poi al bisogno di raggiungere risultati in breve tempo aumenteranno la tensione in una vicenda dove c'erano poche ipotesi tutte legate alla mancanza di legami tra le diverse vittime.
Con uno stile incalzante e rapido, sempre sospeso tra ironia e malinconia, la storia procede attraverso due linee narrative ben distinte che si alternano in un gioco d'incastri voluto che sembrava procedere di pari passo fino a quando all'improvviso una terza narrazione si aggiunge disorientando il lettore e mescolando tutti i pezzi di un puzzle che aveva appena cominciato a mostrare un disegno criminale, ben celato da un nemico invisibile che se all'inizio si dimostrerà troppo imprevedibile nel corso della storia comincerà a fare passi falsi solo quando, messo da parte ogni individualismo, i problemi della squadra da personali diventeranno comuni.
Come spesso accade nei libri di Morlupi François i protagonisti sono raccontati in tutta la loro umanità e fragilità, al fine di rendere più emotive ed empatiche le loro scelte e le loro azioni che proprio per questo motivo risultano ( a chi legge ) sempre molto fedeli al ruolo che l'autore ha assegnato; fragili e umani, sempre pronti a sorridere dei loro difetti, assorbiti (forse troppo) da una metropoli tentacolare come Roma che, in questo primo capitolo, rispetto ai successivi libri dell'autore affascina il lettore con colori e bellezza tralasciando (volutamente) "per il momento" le sue tante contraddizioni.
Possiamo dire che il romanzo (nonostante la mole) risulta molto scorrevole, lasciandosi leggere davvero tutto d'un fiato; questo è possibile non solo tramite una trama avvincente ma soprattutto grazie allo stile "inconfondibile" dell'autore che tiene sempre alta la tensione soprattutto attraverso capitoli abbastanza corti, per agevolare la memoria del particolare al lettore nel proseguo della storia.
Complimenti sinceri al sempre più bravo François Morlupi (che seguo con affetto e stima da diverso tempo) che riesce a creare storie avvincenti attingendo sia dai gialli nordici che dai thriller più "nostrani", mescolando però in maniera del tutto originale una tensione psicologica con un attenzione alla società, traducendo quella sua inclinazione per protagonisti non "eccezionali", spesso emarginati e fortemente asociali, che non si sforzano poi tanto per risultare normali in un mondo "distorto", contagiato dal bisogno di assecondare (ad ogni costo) anche gli istinti più bassi.