venerdì 22 gennaio 2021

Arma Infero 1: Il Mastro di Forgia di Fabio Carta


 Su Muareb, un remoto pianeta anticamente colonizzato dall’uomo, langue una civiltà che piange sulle ceneri e le macerie di un devastante conflitto. Tra le rovine v’è Karan, vecchio e malato, che narra in prima persona della sua gioventù, della sua amicizia con colui che fu condottiero, martire e spietato boia in quella guerra apocalittica. Costui è Lakon. Emerso misteriosamente da un passato mitico e distorto, piomba dal cielo, alieno ed estraneo, sulle terre della Falange, il brutale popolo che lo accoglie e che lo forgia prima come schiavo, poi servo e tecnico di guerra, ossia “Mastro di Forgia”, ed infine guerriero, cavaliere di zodion, gli arcani veicoli viventi delle milizie coloniali. Ed è subito guerra, giacché l’ascesa di Lakon è il segno premonitore di quel grande conflitto i cui eventi lui è destinato a cavalcare, verso l’inevitabile distruzione che su tutto incombe.




Leggendo il libro di Fabio Carta mi sono addentrato in una storia Epica Fantascientifica dove, con scontri a duello, intrighi, scene d’azione ma soprattutto con storie di amicizia e di coraggio, si sviluppa una trama complessa con tinte Fantasy, Medioevali, con tanti riferimenti a classici del genere, storici e mitologici.

La descrizione è talmente accurata da farci penetrare attraverso le ambientazioni descritte in maniera così reale che, quando inizia il libro e ci troviamo su Muareb, pianeta precedentemente colonizzato dall’uomo ormai sconvolto e devastato dalla guerra, sembra quasi avvertire la pesantezza di quell’aria divenuta ormai irrespirabile perchè contaminata dalle radiazioni. In questa distopia definita, pochi sopravvissuti sono in grado di raccontare una natura scomparsa, descrivere come al posto delle presenti pozze di fango radioattive  ci fossero specchi d’acqua dove riflesse nuvole correvano veloci , sospinte da un vento che ormai neppure sposta le ceneri rimaste di una civiltà perduta. Tra questi testimoni c’è Karan, vecchio e malato, segnato dalla guerra, che desiderando rivelare la realtà dei fatti, ci racconterà della sua esistenza e di quando conobbe e divenne amico di Lakon, ovvero colui che oggi i tanti pellegrini in viaggio verso il santuario eretto a suo nome, viene osannato e venerato come IL MARTIRE TIRANNO.

La scelta stilistica dell’IO NARRATIVO è particolarmente brillante perchè consente di raccontare la storia da chi l’ha vissuta in prima persona e a Karan, nelle diverse disgressioni, di rivolgersi direttamente al lettore, abbattendo la “4a parete” , e farci partecipi della sua malinconia e tristezza.

Nel Flashback successivo ci troviamo su Muareb con Karan vice-maniscalco della FORGIA, divenuta fucina indispensabile per fornire tecnologie sempre piu’ sofisticate e micidiali alle milizie coloniali , mattatori di battaglie epiche sulle selle dei Zodion, veicoli potenti quanto misteriosi. Poco dopo incontriamo l’alieno Lakon che, salvato da una condanna a morte, fu preso sotto la protezione di Karan, prima di tutti affascinato e suggestionato da quell’essere, perfetto connubio tra uomo e macchina, una creatura eccezionale capace di restituire al popolo dei Calanchi quel Sapere perduto dei Patriarchi. Dopo una fase di gelosia di Karan nei confronti di Lakon, reo di essere troppo in fretta passato da schiavo a MASTRO DI FORGIA e infine Cavaliere, accantonato il risentimento si crea tra i due una singolare sinergia, una particolare amicizia.

Temi Principali del libro, come Passione, Ambizione, Giochi di Potere e Tradimento, sono sviluppati attraverso i personaggi descritti e con le dinamiche successive che porteranno i Cavalieri verso l’orlo di una guerra civile.

Nel finale del libro, logicamente non autoconclusivo in quanto primo di una Trilogia, i due protagonisti asseconderanno le proprie “vocazioni”, costretti a fare una scelta: Karan, consapevole di non poter eccellere come cavaliere, si voterà come UOMO DI SCIENZA al servizio della Forgia per perfezionare ed avanzare la tecnologia degli Zodion; Karan invece, sempre in cerca di risposte sul suo passato e memore delle sue promesse, per resuscitare lo Spirito del Fauno Guerriero andrà incontro al suo destino facendosi MARTIRE ma anche boia di un futuro conflitto nucleare che abilmente viene solo accennato dall’autore, suscitando e rimandando l’interesse del lettore nel proseguo della Storia.

Senza dubbio per la Saga l’autore si è abilmente ispirato a vari Classici del Genere, facendo un mix delle proprie conoscenze e passioni anche in campo Storico e Mitologico: Tra i tanti  IO  in particolar modo ho riconosciuto e molto apprezzato lo stile di Tolkien nella capacità di suddividere il territorio (La Terra) e di come alcuni personaggi descritti erano “forgiati” caratterialmente a seconda del clima del territorio in cui vivevano.

Personalmente devo ammettere di aver fatto fatica in un primo momento nel affrontare la lettura; Sia per la “mole” del libro ma anche per l’utilizzo frequente di termini arcaici e per le troppe spiegazioni tecniche utilizzate che , seppur basate su principi scientifici, mi hanno destabilizzato con interi capitoli dedicati. Poi, dopo aver capito che proprio questa “Originalità” aveva consentito a Fabio Carta di dar vita a un’Opera “Inedita” che si distacca nettamente dai Canoni precedenti, ho dato il tempo necessario a quei capitoli e proseguito incontrando una narrazione sempre più scorrevole e di pari passo più avvincente e appassionante.

Desideroso di continuare la lettura con i Prossimi volumi della Saga, voglio fare i miei complimenti all’Autore che è stato capace di coinvolgermi con la sua Storia Fantastica; Di sicuro la sua non è una lettura facile e destinata a tutti,  ma sono certo che, oltre ad appassionare gli amanti del Genere , saprà trascinare anche i più imparziali che sapranno dargli un occasione perchè vi posso assicurare ne vale assolutamente la pena.

( Recensione di Walter Bianco da AmabiliLetture Blog )


Fabio Carta, nato a Roma nel 1975, appassionato di fantascienza ma anche dei classici della letteratura, come i romanzi del ciclo bretone e cavalleresco. Si è laureato in Scienze Politiche con indirizzo storico. Ha sviluppato uno spiccato interesse per le vicende che dal medio evo alla contemporaneità hanno visto le evoluzioni, gli incontri e gli scontri tra i popoli e le culture.Ha esordito nel 2015 pubblicando il primo volume della saga fantascientifica “Arma Infero” con Inspired Digital Publishing. Oggi questa saga conta tre romanzi: Il Mastro di Forgia nel 2015, I Cieli di Muareb nel 2016 ed Il Risveglio del Pagan nel 2018. Per la Delos Digital ha anche scritto un racconto lungo intitolato “Megalomachia” unitamente alla finalista del premio Urania 2016, Emanuela Valentini, della cui amicizia si fregia come una medaglia.Ha avuto inoltre l’onore di partecipare con diverse, importanti firme della fantascienza italiana fra cui Dario Tonani, il pluripremiato autore di Cronache di Mondo9, all’iniziativa “Penny Steampunk” del 2016 da cui è nato un volume di racconti fantastico–weird a tema steampunk a cura di Roberto Cera (ed. Vaporosamente). Infine ha pubblicato nel 2017 il romanzo cyberpunk “Ambrose” per i tipi di Scatole Parlanti.

 

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