domenica 24 gennaio 2021

Arma Infero 3: Il Risveglio del Pagan di Fabio Carta

 


I tempi della cavalleria di Dragan sono finiti, le sue ultime vestigia seppellite dalle ceneri radioattive di una guerra infinita. Il logoramento in trincea è quanto resta al glorioso esercito della Falange, la desolazione di una nazione distrutta è ciò che accoglie al ritorno Lakon e Karan. Nell’agonia di un’umanità contaminata nel corpo e nella mente, esiste solo un modo per ribaltare lo stallo della guerra civile e ridare slancio alla santa corsa alle stelle, verso lo spazio, dove la salvazione attende i fedeli del Martire Tiranno.

Ma il valore dei nuovi ulani volanti non può bastare: solo l’antico potere nascosto dello zodion può riuscirvi. Lakon lo sa. 
È finalmente giunto il tempo che il Pagan si risvegli.




Nel Terzo Capitolo della Saga di Fabio Carta, seppur ritrovando le stesse atmosfere cupe e gli stessi Protagonisti, differentemente dai precedenti lo Stile Narrativo cambia, quasi evolve in senso dogmatico per accompagnare il Lettore verso una Verità che quella stessa Umanità, descritta come deteriorata nella mente e nel corpo dalla contaminazione della guerra civile, ancora non era del tutto pronta a comprendere ma armata di una Fede che proietta gli uomini (guidati da Lakon che ne’ diventa il Prototipo) in questa affannosa corsa verso le Stelle.

Lakon nel libro appare sempre più nella sua veste di Profeta/Leader, un uomo che si fonde nella macchina per divenire Divinità. Questa sua nuova veste non sarà da subito compresa dal fedele Karan che se da una parte sarà pronto a seguirlo “ciecamente”, verso metà del libro sentirà la necessità di fermarsi per chiarire la sua mente e il suo animo che, solo grazie alle parole di Lakon, si apriranno a ricevere qualcosa che da solo non avrebbe mai compreso.

Tutta la bravura Stilistica dell’Autore è espressa nella caratterizzazione dei Personaggi, nella loro capacità di trasmettere al Lettore quel sentimento di vuoto esistenziale, di sofferenza patita di fronte a una Falange devastata , un deteriomento fisico e morale di cui Karan è il rappresentante per eccellenza; Abbandonato da coloro che considerava come Guide sicure, da un sentimento, comincia anche Lui a soffrire di quel Male Oscuro che si chiama DUBBIO, non sapendo più quale sia il suo ruolo in quella guerra e il perchè sia ancora in vita.

In contrapposizione a Karan abbiamo Lakon che cambierà assecondando i suoi appetiti viscerali, delineando sempre più il profilo di quel Martire Tiranno di cui parlava Karan all’inizio del primo libro della Saga. La stessa ricerca del Pagan diventa un Mito, un idea capace di resistere nel tempo che si libera davanti agli occhi increduli di Karan che divienta lui stesso Messggero e diffusore di quel Verbo rivelato.

Ormai preda di un umanità codarda la Vendetta, incarnata in questo nuovo e ultimo Prodigio, colpisce sia i nemici che i traditori giungendo a una Pace tanto sospirata ma maledettamente in bilico perchè tradita dalla furia cieca dell’uomo nei riguardi della Guerra, dalla sete che placa quel vuoto, tutto nella bugia di ricorrere alle armi per Proteggerla.

Così Karan nella battaglia finale dopo aver ottenuto la Gloria con i suoi successi precedenti si apprestava ad ottenere qualcosa certamente più importatne : L’ IMMORTALITA’. Questa ricompensa sarà frutto di aver capito e accettato che il Mondo è in perenne mutamento, che i cambiamenti non sono frutto del Caso, ma della volontà della Ragione delle Stelle, asseccondandola e non ostacolandola con l’Egoismo , e soprattutto non vanificarla e renderla inutile con la Paura della Morte che nè impediva la perfetta connessione con gli uomini.

Personalmente posso dire che questo Terzo libro mi è piaciuto più dei precedenti, forse perchè lo Stile (come detto) rimanendo sempre raffinato e ricercato è più Dogmatico, in questo suo slancio mistico che l’Autore descrive con molta vivacità ma anche durezza specialmente quando si abbatte contro il muro eretto dagli uomini preda di Egoismo e interessi personali. I due Protagonisti in questo libro sono particolarmenti sorretti dalla loro personificazione : Fede e Ragione.

Lakon sperimenta sulla propria pelle quel Sapere che è raggiungibile solo con una Fede incondizionata.

Karan invece più legato alla Ragione dovrà combattere la sua battaglia psicologica e fisica , per poi perdere come Uomo ma vincere rafforzando lo Spirito.

Entrambi Eroi con i loro limiti e fragilità .

Complimenti a Fabio Carta perchè anche in questo Capitolo della Saga è rimasto in linea con i precedenti, grazie alla Storia che coinvolge ancora di più, ad una lettura più rilassata (grazie anche ai periodi più corti) che se da una parte rivela e spiega tanti “Misteri” dall’altra ci fà ancora interrogare su molti punti.


( Recensione di Walter Bianco da AmabiliLetture Blog )



Fabio Carta
, nato a Roma nel 1975, appassionato di fantascienza ma anche dei classici della letteratura, come i romanzi del ciclo bretone e cavalleresco. Si è laureato in Scienze Politiche con indirizzo storico. Ha sviluppato uno spiccato interesse per le vicende che dal medio evo alla contemporaneità hanno visto le evoluzioni, gli incontri e gli scontri tra i popoli e le culture.Ha esordito nel 2015 pubblicando il primo volume della saga fantascientifica “Arma Infero” con Inspired Digital Publishing. Oggi questa saga conta tre romanzi: Il Mastro di Forgia nel 2015, I Cieli di Muareb nel 2016 ed Il Risveglio del Pagan nel 2018. Per la Delos Digital ha anche scritto un racconto lungo intitolato “Megalomachia” unitamente alla finalista del premio Urania 2016, Emanuela Valentini, della cui amicizia si fregia come una medaglia.Ha avuto inoltre l’onore di partecipare con diverse, importanti firme della fantascienza italiana fra cui Dario Tonani, il pluripremiato autore di Cronache di Mondo9, all’iniziativa “Penny Steampunk” del 2016 da cui è nato un volume di racconti fantastico–weird a tema steampunk a cura di Roberto Cera (ed. Vaporosamente). Infine ha pubblicato nel 2017 il romanzo cyberpunk “Ambrose” per i tipi di Scatole Parlanti.

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