giovedì 25 febbraio 2021

Sperando che il Mondo mi chiami di Mariafrancesca Venturo


Carolina Altieri ogni mattina si sveglia all’alba per andare al lavoro. Indossa abiti impeccabili, esce di casa, sale su un autobus e accende il cellulare sperando che una scuola la chiami. Carolina fa il mestiere più bello del mondo, ma è ancora, e non sa per quanto, una maestra supplente, costretta a vivere alla giornata senza poter mai coniugare i verbi al futuro, né per sé né per i suoi allievi. Attraverso ore che scorrono in un continuo presente, scandito solo dalle visite a una tenerissima nonna e dall’amore travolgente e imperfetto per Erasmo, Carolina racconta il rocambolesco mondo della scuola, popolato da pendolari speranzosi e segretarie svogliate, e la sua passione per i bambini, che tra sorrisi impetuosi, inaspettate verità e abbracci improvvisi riescono sempre a sorprenderla e a insegnarle qualcosa. E sarà proprio questa passione a costringerla a imprimere una svolta alla sua vita eternamente sospesa e a cambiarle il destino.




Mariafrancesca Venturo, essendo insegnante, scrive un libro frutto di esperienze personali vissute in prima persona e raccolte da altri, dove racconta le vicende che hanno come Protagonista Carolina Altieri, giovane precaria che rappresenta tutti i giovani della sua generazione che, come lei , cercano di sopravvivere al Caos, di trovare una stabilità in un mondo altamente instabile come quello del Precariato Scolastico a cui sembrano perennemente condannati.

 Carolina, intrappolata in questo loop creato dalle giornate tutte apparentemente uguali, vive come Precaria anche la sua vita; Infatti continuamente in attesa di lavoro, di una supplenza che la terrà impegnata 2/3 giorni o magari di più per poi ricominciare di nuovo da capo,vive di fatto senza avere una stabilità nel quotidiano; anche in ambito sentimentale non va meglio, perchè vive un rapporto a distanza, una situazione non molto stabile dove il suo affetto non sembra del tutto ripagato in pieno. Abituata a non fare progetti a lungo termine vive la sua giornata senza meta, con una mano al cellulare e con l’altra aggrappandosi ben salda per non cadere e non farsi travolgere dal turbinio impetuoso di una metropoli difficile come Roma.

 L’Autrice è meravigliosamente brava a raccontare le sensazioni del vissuto dei tanti pendolari che attraversano Roma al mattino, con vivacità e a tratti con un ironia che dà Colore e Calore alla Descrizione e ai Dialoghi. Roma viene dipinta come una città capace di regalare gioie ma anche tanta sofferenza e tensione che ,come per magia grazie soprattutto ai suoi abitanti, viene alleggerita con un caffè o una semplice chiacchierata a fine giornata dove la nostra Protagonista riesce finalmente a respirare un po’.

 Tutto il Libro , a mio parere, è costruito su 2 concetti contraddittori molto forti, 2 Temi quasi Principali sui quali l’Autrice è capace di giocare in maniera originale , delicata ma fortemente decisa:

 il Primo è il concetto di LIBERTA’ ; difatti Carolina , in attesa di essere chiamata per una supplenza, appena squilla il suo cellulare prontamente risponde : “LIBERA“…ma veramente è cosi’ o piuttosto possiamo dire che la sua Libertà è vincolata al suo stato di DISOCCUPATA o PRIVA DI FUTURO, a tal punto che al mattino quando esce da casa non sa dove la giornata la porterà, se farà ritorno presto o tardi a casa..non riesce ad organizzare non solo il lavoro ma in parte la sua vita quotidiana–…QUESTA è LIBERTA‘????.

 Il Secondo concetto di contraddizione invece è concentrato sull’effetto che la sua Precarietà Scolastica produce sull’insegnamento, sulle classi che conosce ma in particolare sui bambini e alunni che incontrerà:

Mariafrancesca Venturo partendo dal pensiero Montessoriano su come: “I BAMBINI SONO IL NOSTRO FUTURO” ….ci porta a riflettere su : COME PUO’ Carolina insegnare ai bambini, trasmettere il suo bagaglio culturale, creare un legame con i suoi alunni per farli diventare il nostro Futuro….. SE lei stessa non è Libera , condannata a non avere un Futuro, se non quella da precaria, con una vita fatta di supplenze senza mai riuscire a creare una continuità che permetterebbe di fare veramente bene a lei e al suo lavoro??

 La Trama va avanti in maniera concitata, con un Dialogo fresco, vivace, a volte eccentrico e ironico che accompagna il lettore attraverso la storia di Carolina, i suoi viaggi, incontri, sensazioni, il rapporto con i suoi genitori, la nonna e gli amici veri confidenti e metro di giudizio anche per se stessa.

 Nella prima parte del libro c’è molto piu’ Lirismo e note quasi poetiche, con Periodi brevi che servono a rendere bene l’essenza di una vita vissuta con smarrimento , accettando o subendo un Destino scritto che Carolina , soffrendone molto , riesce solo a cambiare quando arriviamo alla Seconda Parte del libro. In questa parte abbiamo un’evoluzione caratteriale di Carolina che viene innescata dalla vicenda che la lega a Sara, sua piccola alunna che vivendo una condizione di miseria umana chiederà aiuto alla sua maestra che da qui in poi, mossa da sensibilità,tenacità e curiosità, diventerà piu’ responsabile, più padrona della sua vita, del suo Destino facendola vertere verso decisioni importanti (anche in campo sentimentale) abbandonando il pietismo per essere più Forte. Qui è velatamente nascosto il Messaggio dell’Autrice che invita pertanto i giovani ad abbandonare le lamentele nonostante un presente che non è come lo si vorrebbe , invitandoli a buttarsi senza paura nel Turbinio della vita prendendo a volte decisioni impegnative per essere PROTAGONISTI e non semplici COMPARSE.

 A me personalmente il libro è molto piaciuto, e devo confessare di averlo letto in maniera coinvolgente, con trasporto, in particolar modo mi sono ritrovato molto nell’ ambientazione, IO che abito a Roma e conosco bene la mia città posso dire che l’Autrice è stata superlativa nel presentarla anche a chi non ci vive, rendendone bene tutti gli aspetti, anche quelli piu’ caratteristici.

 Complimenti di cuore a Mariafrancesca Venturo perchè con la sua storia è stata capace di raccontare in maniera originale un problema che di originale purtroppo a ben poco, direi piu’ comune a tutti gli insegnanti precari che vivono in maniera instabile la loro vita ma soprattutto la loro Vocazione…..si perchè chi sceglie di essere insegnante di certo non lo fa per soldi o altro ma perchè convinto in modo concreto sul valore e sull’importanza dell’insegnamento, sull’Amore e sul rapporto reciproco alunno-insegnante che fa del “mestiere di insegnante” una “Missione”, che pero’ sembra ripagata solo in parte e col tempo diventa sempre piu’ difficile e complicata……. Chiudo prendendo in prestito una bella frase che racchiude anche il mio pensiero ed esprime il valore e l’importanza degli insegnanti ,sicuro che senzadubbio farà “sorridere” anche la nostra Brava Autrice:

 

” E’ l’arte suprema dell’insegnante: risvegliare la gioia della creatività e della conoscenza.”
(Albert Einstein).

( Recensione di Walter Bianco da AmabiliLetture Blog )

MariaFrancesca Venturo
Lavora a scuola perché fa la maestra, dove spesso si macchia le dita con la penna perché scrive anche lì. Vive a Roma insieme al marito e alla sua inseparabile cagnolina Babette. Ha scritto libri sul poeta Edoardo Sanguineti, sulla sindrome dello shopping e sul metodo Montessori. Ha pubblicato Sperando che il mondo mi chiami (Longanesi 2019).


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