Mariafrancesca Venturo, essendo insegnante, scrive un libro frutto di esperienze personali vissute in prima persona e raccolte da altri, dove racconta le vicende che hanno come Protagonista Carolina Altieri, giovane precaria che rappresenta tutti i giovani della sua generazione che, come lei , cercano di sopravvivere al Caos, di trovare una stabilità in un mondo altamente instabile come quello del Precariato Scolastico a cui sembrano perennemente condannati.
Carolina, intrappolata in questo loop creato dalle giornate tutte apparentemente uguali, vive come Precaria anche la sua vita; Infatti continuamente in attesa di lavoro, di una supplenza che la terrà impegnata 2/3 giorni o magari di più per poi ricominciare di nuovo da capo,vive di fatto senza avere una stabilità nel quotidiano; anche in ambito sentimentale non va meglio, perchè vive un rapporto a distanza, una situazione non molto stabile dove il suo affetto non sembra del tutto ripagato in pieno. Abituata a non fare progetti a lungo termine vive la sua giornata senza meta, con una mano al cellulare e con l’altra aggrappandosi ben salda per non cadere e non farsi travolgere dal turbinio impetuoso di una metropoli difficile come Roma.
L’Autrice è meravigliosamente brava a raccontare le sensazioni del vissuto dei tanti pendolari che attraversano Roma al mattino, con vivacità e a tratti con un ironia che dà Colore e Calore alla Descrizione e ai Dialoghi. Roma viene dipinta come una città capace di regalare gioie ma anche tanta sofferenza e tensione che ,come per magia grazie soprattutto ai suoi abitanti, viene alleggerita con un caffè o una semplice chiacchierata a fine giornata dove la nostra Protagonista riesce finalmente a respirare un po’.
Tutto il Libro , a mio parere, è costruito su 2 concetti contraddittori molto forti, 2 Temi quasi Principali sui quali l’Autrice è capace di giocare in maniera originale , delicata ma fortemente decisa:
il Primo è il concetto di LIBERTA’ ; difatti Carolina , in attesa di essere chiamata per una supplenza, appena squilla il suo cellulare prontamente risponde : “LIBERA“…ma veramente è cosi’ o piuttosto possiamo dire che la sua Libertà è vincolata al suo stato di DISOCCUPATA o PRIVA DI FUTURO, a tal punto che al mattino quando esce da casa non sa dove la giornata la porterà, se farà ritorno presto o tardi a casa..non riesce ad organizzare non solo il lavoro ma in parte la sua vita quotidiana–…QUESTA è LIBERTA‘????.
Il Secondo concetto di contraddizione invece è concentrato sull’effetto che la sua Precarietà Scolastica produce sull’insegnamento, sulle classi che conosce ma in particolare sui bambini e alunni che incontrerà:
Mariafrancesca Venturo partendo dal pensiero Montessoriano su come: “I BAMBINI SONO IL NOSTRO FUTURO” ….ci porta a riflettere su : COME PUO’ Carolina insegnare ai bambini, trasmettere il suo bagaglio culturale, creare un legame con i suoi alunni per farli diventare il nostro Futuro….. SE lei stessa non è Libera , condannata a non avere un Futuro, se non quella da precaria, con una vita fatta di supplenze senza mai riuscire a creare una continuità che permetterebbe di fare veramente bene a lei e al suo lavoro??
La Trama va avanti in maniera concitata, con un Dialogo fresco, vivace, a volte eccentrico e ironico che accompagna il lettore attraverso la storia di Carolina, i suoi viaggi, incontri, sensazioni, il rapporto con i suoi genitori, la nonna e gli amici veri confidenti e metro di giudizio anche per se stessa.
Nella prima parte del libro c’è molto piu’ Lirismo e note quasi poetiche, con Periodi brevi che servono a rendere bene l’essenza di una vita vissuta con smarrimento , accettando o subendo un Destino scritto che Carolina , soffrendone molto , riesce solo a cambiare quando arriviamo alla Seconda Parte del libro. In questa parte abbiamo un’evoluzione caratteriale di Carolina che viene innescata dalla vicenda che la lega a Sara, sua piccola alunna che vivendo una condizione di miseria umana chiederà aiuto alla sua maestra che da qui in poi, mossa da sensibilità,tenacità e curiosità, diventerà piu’ responsabile, più padrona della sua vita, del suo Destino facendola vertere verso decisioni importanti (anche in campo sentimentale) abbandonando il pietismo per essere più Forte. Qui è velatamente nascosto il Messaggio dell’Autrice che invita pertanto i giovani ad abbandonare le lamentele nonostante un presente che non è come lo si vorrebbe , invitandoli a buttarsi senza paura nel Turbinio della vita prendendo a volte decisioni impegnative per essere PROTAGONISTI e non semplici COMPARSE.
A me personalmente il libro è molto piaciuto, e devo confessare di averlo letto in maniera coinvolgente, con trasporto, in particolar modo mi sono ritrovato molto nell’ ambientazione, IO che abito a Roma e conosco bene la mia città posso dire che l’Autrice è stata superlativa nel presentarla anche a chi non ci vive, rendendone bene tutti gli aspetti, anche quelli piu’ caratteristici.
Complimenti di cuore a Mariafrancesca Venturo perchè con la sua storia è stata capace di raccontare in maniera originale un problema che di originale purtroppo a ben poco, direi piu’ comune a tutti gli insegnanti precari che vivono in maniera instabile la loro vita ma soprattutto la loro Vocazione…..si perchè chi sceglie di essere insegnante di certo non lo fa per soldi o altro ma perchè convinto in modo concreto sul valore e sull’importanza dell’insegnamento, sull’Amore e sul rapporto reciproco alunno-insegnante che fa del “mestiere di insegnante” una “Missione”, che pero’ sembra ripagata solo in parte e col tempo diventa sempre piu’ difficile e complicata……. Chiudo prendendo in prestito una bella frase che racchiude anche il mio pensiero ed esprime il valore e l’importanza degli insegnanti ,sicuro che senzadubbio farà “sorridere” anche la nostra Brava Autrice:
” E’ l’arte suprema dell’insegnante: risvegliare la gioia della creatività e della conoscenza.”
(Albert Einstein).
( Recensione di Walter Bianco da AmabiliLetture Blog )
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