sabato 27 febbraio 2021

Sommersione di Sandro Frizziero

 «In fondo all’Adriatico, a nord, esistono isole filiformi che separano il mare dalla laguna veneta. In una di queste esili terre Sandro Frizziero ha trovato il suo tesoro. Non un forziere di zecchini d’oro, ma qualcosa di infinitamente più prezioso per un romanziere (e dunque anche per noi lettori): uno scrigno di passioni brutali e primarie, di ipocrisia, maldicenza, invidia, avidità; vale a dire, tutti i sinonimi dell’amore malinteso. Conosco l’Isola a cui si è ispirato l’autore, perciò posso apprezzare quanto l’abbia trasfigurata in una sua potente iperbole poetica, facendola diventare uno stemma di malumori e malamori universali. Un posto da cui si riescono a vedere le stelle del cielo, sì, m solo perché ‘sono i lumini di un cimitero lontano’. “Sommersione” racconta la giornata decisiva di uno dei suoi abitanti – un vecchio pescatore – forse il più odioso; certamente quello che sa come odiare più e meglio di tutti gli altri: la vicina con il suo cane; la moglie morta; la figlia a cui interessa solo la casa da ereditare; i vecchi preti dementi ricoverati in un ospizio; qualche assassino e qualche prostituta; i devoti di un antico miracolo fasullo, inventato per coprire una scappatella; i bestemmiatori che spesso coincidono con i devoti; i frequentatori della Taverna, unico locale dell’Isola oltre all’American Bar, ma di gran lunga preferibile perché ‘all’American Bar non c’è ancora un sufficiente livello di disperazione’. Su tutto ciò il vecchio pescatore ha rancori da spargere, fatti e fattacci da ricordare; e però gli resta da fare ancora qualcosa che sorprenderà gli abitanti dell’Isola, lettori compresi. 


Sandro Frizziero , già piacevolmente “scoperto” con il  suo “Confessioni di un NEET ”  con questo suo ultimo libro senza dubbio “alza l’asticella” creando un Romanzo che a me è particolarmente piaciuto sia per lo Stile ma soprattutto perchè capace di far riflettere sulla fragilità umana, e sul malessere di vivere.

Un’isola “segreta” nella laguna Veneta, vittima dei cambiamenti climatici e un Protagonista (di cui non sappiamo neanche il nome) sono legati nel libro da una comune battaglia ….SOPRAVVIVERE ……ad un Destino già segnato : da una parte l’incubo di essere inghiottita dal mare e dall’altra un uomo che lotta contro l’inesorabile avanzata dell’età, segnato da una vita ricca di rancori e sensi di colpa.

Su questi due “Protagonisti”  Frizziero costruisce il suo libro, sul loro rapporto che li lega e sul loro subire gli altri;  c’è da dire che in molti tratti il libro può risultare  brutale e tagliente nel Dialogo così come crudele nella sua Narrazione ma questo risulta inevitabile……. niente sconti per tratteggiare un ritratto impietoso dei rapporti umani di una società che in alcune scene viene derisa e sbeffeggiata attraverso l’ironia sagace dell’Autore.

Il Protagonista si sente vecchio, un uomo che amava la solitudine ma bisognoso di mescolarsi alla gente ……un uomo che da fastidio e si lascia odiare. Prigioniero, condannato a una pena giusta su un isola che è per lui come una succursale dell’inferno.
L’Inferno che sulla Terra ci creiamo noi.

Racconti intrisi di malinconia e di un sarcasmo sottile con un retrogusto amaro.
Pomeriggi passati lenti con i compagni di bevute, bestemmiatori e malelingue tutti destinati apparentemente a condividere la stessa pena.

Un vecchio cinico, nei confronti della vita, donne, persone, animali ma ancor più cattivo nel pensiero. Avvelenato dalla vita e dalla moglie che, nonostante tutto, alla fine sembrerebbe l’unica ad aver abbattuto quella barriera, quel muro di negatività diventando essenziale per “scaricare” quel suo malessere molto spesso non solo a parole……

Nel libro nonostante tutto il Protagonista per molti tratti rimane “indecifrabile” quasi nascosto, creando quel Dubbio nel Lettore che può contribuire a creare Empatia verso  quel Personaggio che dopotutto era sempre un uomo, che sbaglia e soffre, trattato male da tutti a torto o ragione ma pur sempre vittima del suo stesso vivere.

Vivendo sospeso in questo conflitto tra Presente e Passato, raccontando quello che è stato e quello che è Adesso, il Protagonista ci trascina verso l’Epilogo dove sembrerebbe tutto ormai perduto……….anche l’Isola contribuisce amplificando i rumori …. ogni passo da il ritmo al suo decadimento confondendosi con le urla e schiamazzi.
Cresce sempre più  il dubbio che invece di attendere un Giudizio Universale questo sia già accaduto e che gli uomini stiano pagando le loro colpe, in quel Inferno per alcuni chiamato vita.
Gli ultimi gesti sono quelli che accompagnano la visione di un uomo che mestamente si convince che prima, un po’ come l’isola, anche gli uomini fossero migliori. L’ultimo poi altamente sconsiderato scellerato e egoistico, viene eseguito con l’illusione di poter affrontare tutto evadendo, tornando al silenzio di quel unico mondo capace di restituire solitudine e pace.

Davvero tanti complimenti a Sandro Frizziero perchè capace con la sua storia di accompagnarci dentro un introspezione Vera e Sincera ( per questo forse dura e fredda) di un Uomo che soffre e fa’ soffrire, che ha vissuto una vita condotta tra Peccati e Peccatori, al quale rimanere solo il Peso di invecchiare in solitudine in cerca forse di quella assoluzione data non tanti dagli altri ma da se stesso. Dietro il Protagonista però si nasconde una società “malata”, rilegata a vivere su un Isola che, croce e delizia per gli abitanti , diventa Metafora di Libertà e Limitazione dove si può trovare la Pace anche attraverso la Sofferenza.

( Recensione di Walter Bianco da AmabiliLetture Blog )



Sandro Frizziero è nato a Chioggia nel 1987 e insegna Lettere negli istituti superiori della sua città. Per Fazi Editore, nel 2018, ha pubblicato Confessioni di un NEET, finalista al Premio John Fante 2019 e Sommersione, vincitore del Premio Selezione Campiello 2020.


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