Le nostre case ci osservano. Ascoltano, ricordano. Percepiscono anche pensieri ed emozioni per le vibrazioni dei corpi sul pavimento, la pressione delle dita sui mobili, gli sguardi davanti a uno specchio. E, certe volte, le case raccontano. Dalla nebbia della periferia di Mestre, come in un flusso di coscienza, in una rivelazione privata, emerge la voce di questo palazzo di tre piani che ci confessa le abitudini di chi lo abita. Uno sguardo lucido, impietoso, sui sette appartamenti e sulle famiglie, le coppie, sui singoli individui mostrati soltanto per ciò che nascondono oltre pareti e porte chiuse: manie, vizi, debolezze, fragilità, deviazioni e segreti occultati. Un documentario letterario nero eppure leggero. Un distillato poetico dei guai e dei guasti, delle colpe degli inquilini che degenerano in atteggiamenti di squilibrio e oscenità, in collisioni violente e passioni eccessive. Il lettore gode della seducente occasione di spiare nelle case degli altri. E, con la cadenza ritmica del miglior pettegolezzo, anche il condominio cede a una natura quasi umana, lasciandosi andare al giudizio, esprimendo opinioni con tono sentimentale mentre ci descrive chi lo popola in un affresco intimo dell'umanità e dei suoi peccati capitali. Uomini e donne così lontani eppure così vicini alla colonia di topi che vivono nel sotterraneo e che, per una misteriosa ragione, penetrano nelle abitazioni di notte, si addossano ai loro corpi addormentati. Un romanzo da leggere con la lentezza con cui viene narrato: una parola alla volta, come in una confessione religiosa. Una storia che in qualche modo ci riguarda tutti e che, mostrandoci per quello che siamo, ci offre l'unica possibilità di salvezza: ammettere – per amare o tentare di correggere – la nostra natura imperfetta.
Massimo Cuomo, con uno stile "particolare" e utilizzando parole segnanti e impietose, racconta vite che si consumano all'interno di un condominio dove, con violenza, il tempo trascorre senza curarsi dei tanti problemi dei protagonisti.
Una casa che, da luogo caldo e sicuro, si traforma grottescamente in una fredda gabbia dove si trascinano esistenze contrassegnate da un malore, a volte celato, che sembra contaggiare l'intero condominio che lentamente prende vita mostrando a tutti la sua decadenza fisica e morale; l'autore, con il suo libro, propone in maniera originale quanto drammatica diverse riflessioni: al centro dell'osservazione ritroviamo esistenze effimere, il mondo che le circonda e soprattutto il ritratto di una società spietata, cinica, "malata" di solitudine e cieca di fronte a tradimenti e ipocrisia.
Oltre ai personaggi del condominio di Mestre, a diventare protagonisti sono i tanti luoghi "vissuti" all'interno degli appartamenti: una cucina, un salotto, uno spioncino, diventano teatri dove consumare una "tragedia", dove collocare racconti intrisi da sentimenti come malinconia, rimpianto, disagio e scelte sbagliate che sfociano quasi tutti in un apparente "follia" degenerativa assecondata da una voce narrante che, con severa neutralità, dirige queste anime sacrificali utilizzandole come specchio per semplificare le diverse ombre di una nostra società contemporanea dove nessuno è perfetto, dove tutti hanno qualcosa da nascondere, dove la solitudine e il disagio portano al limite sia la mente che il corpo.
L'autore sceglie stilisticamente di utilizzare la prima persona, non solo per eludere un dialogo che avrebbe dato alla narrazione un carattere più confidenziale, ma soprattutto per essere lui stesso giudice in un processo dove, a difendere gli imputati, siamo chiamati noi lettori che più che a condannare siamo incoraggiati a comprendere per far sì che da noi fuoriesca pietà e forse compassione;
Personalmente credo che nel libro il "collante" tra le diverse storie, quell'elemento presente in maniera costante, sia rappresentato dall'amore: un sentimento capace di condizionare parecchio le azioni dei protagonisti, che viene da una parte sviscerato nella sua intimità e dall'altra invece dipinto in maniera macabra nelle sue forme più perverse.
Con tratti quasi poetici e attraverso una prosa innovativa Cuomo quasi "commuove" nel tentativo di sconvolgere un genere dal quale tenta di slegarsi, svincolandosi dalle sue storie precedenti, libero nel proporre una lettura diversa e diversificata; Il suo romanzo risulta molto ben costruito e ideato, anche se onestamente alla fine nell'insieme sembra mancare quel qualcosa che possa rendere il tutto più edificante, forse quel contraddittorio (lasciato magari al lettore) che si ponga come parte positiva e propositiva necessaria per fare da contrasto alle tante bruttezze raccontate in un mondo che l'autore volutamente cerca di sospendere in attesa di giudizio.
Complimenti a Massimo Cuomo per il suo libro che sicuramente rappresenta una lettura originale e affascinante sotto diversi aspetti, anche se forse sembra non brillare troppo per una coralità che appare troppo slegata: luci e ombre in un libro che a me è piaciuto davvero molto, principalmente per la capacità di suscitare reazioni contrastanti davanti ad un "cinismo" (sempre al limite del "politicamente corretto")utilizzato dall'autore per raccontare certe dinamiche che, anche se portate all'estremo, alla fine risultano drammaticamente molto comuni al nostro quotidiano.
MASSIMO CUOMO
nato a Venezia nel 1974, mi sono laureato in Scienze della Comunicazione a Bologna e vivo nella campagna fra Veneto e Friuli (a Teglio Veneto, dalle parti di Portogruaro).
Dopo alcuni anni di esperienza come giornalista di cronaca, per La Nuova Venezia e per Televenezia, mi sono dato alla scrittura d’invenzione, esordendo nella narrativa italiana con il romanzo Malcom, storia di un trentenne in crisi, pubblicato nel 2011 dalle Edizioni E/O (che è l’editore di tutti i miei romanzi).
Nel 2014 è uscito Piccola osteria senza parole che narra l’incontro fra un meridionale e gli avventori di un’osteria sperduta sul confine veneto-friulano. Inserito da Panorama.it fra i dieci romanzi italiani migliori dell’anno e da E/O nella lista dei 40 libri più significativi della sua storia, diventato (secondo Avvenire) “un cult-book del Nord-est” e ripubblicato in edizione tascabile è attualmente alla sesta ristampa. E’ anche un reading che, insieme a tre musicisti, porto ancora oggi sul palco di locali, teatri e festival.
Nel 2017 è in libreria Bellissimo, il racconto della vita di due fratelli stravolta dalla bellezza eccezionale del più giovane, nello Yucatán, in Messico. Ripubblicato in edizione tascabile, nel 2020 è stato tradotto da Europa Editions per gli Stati Uniti, il Canada e il Regno Unito e segnalato nella prestigiosa selezione “Globetrotting” del New York Times.
Il 24 febbraio 2021 ho pubblicato il mio quarto romanzo: Casa è Dove fa Male, la storia nera di un condominio di tre piani e degli inquilini dei sette appartamenti che li abitano, narrata dalla viva voce del condominio.
Da alcuni anni curo la direzione artistica della rassegna “Storie e scrittori in azienda” per Iccrea, il gruppo delle Banche di Credito Cooperativo. Realizzo inoltre reportage letterari per Poste News, il magazine cartaceo di Poste italiane. E ho svolto, a titolo di volontariato, vari incontri di carattere letterario coi detenuti del carcere di Rieti.
A maggio 2021 ho ideato e fondato la Start-up innovativa Romanzi.it Srls, per lanciare sul mercato la prima “subscription box” di libri in Italia. Per tutti i dettagli: www.romanzi.it.
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