Una telefonata misteriosa annuncia ad Andrea una morte di overdose. Lui, un giovane e affermato giornalista residente a Milano, decide di tornare nel suo paese dopo circa dieci anni. Il ritorno nella casa dove ha vissuto la sua adolescenza lo fa affondare nell’oscurità del tempo passato e rivivere eventi quasi del tutto dimenticati. Nel suo flashback ripercorre varie tappe: il dramma della malattia del fratello, affetto da schizofrenia; la ricerca di una via d’uscita dalla monotonia della piccola realtà di provincia e il fascino dei ragazzi più grandi che appaiono imbattibili; la ricerca del prestigio sociale attraverso falsi miti generazionali, come la droga e la violenza; le leggi non scritte del branco. È un periodo di ribellione e di assoluta sete di libertà che induce il protagonista e i suoi amici a un escalation di eventi che li condurrà sull’orlo del baratro. Quando Andrea scopre l’identità del defunto, inizia la sua personalissima indagine. Incontrando gli amici d’infanzia, il giornalista scopre che la droga è sempre il filo conduttore degli eventi ma non è la sola protagonista che porterà all’epilogo inaspettato e drammatico.
La stessa dinamica e sensazione descritta dall’Autore ci introduce a uno dei Temi Principali del Romanzo: La Droga.
Questa, descritta come rimedio capace di “insonorizzare” le emozioni e creare una realtà parallela utile per allontanarsi dai problemi e sofferenze, è la stessa in cui s’imbatte Andrea quando si trova in mano una pallina di hashish e decide di provare quella droga nella speranza di dimenticare il dolore provocato da una delusione d’amore; ma l’altro motivo secondario è quello che tocca l’altro Tema Principale del Romanzo, ovvero la voglia adolescenziale di “integrarsi” in un gruppo di amici che porta a compiere gesti al limite e atteggiamenti contrari solo per seguire la massa e scalare qualche gradino di quella scala invisibile che definisce il grado di popolarità dei ragazzi di quell’età, condizionandoli in maniera sbagliata per seguire i falsi miti adolescenziali.
Quindi Droga e Accettazione Sociale viaggiano in contemporanea attraverso il Romanzo e rappresentano quel “Fango” del titolo che accomuna tutti i ragazzi protagonisti , alcuni sapranno liberarsene mentre altri rimarranno invischiati e “sporcati” per sempre condizionandone le aspettative di vita futura.
Devo ammettere che all’inizio la Trama mi aveva portato a pensare di leggere un libro “giallo” con tinte noir, INVECE poi ho cominciato a capire che l’Autore abilmente ha utilizzato come pretesto l’accaduto per costruirci sopra un ROMANZO DI FORMAZIONE , che ha come Protagonista Andrea che rappresenta il classico ragazzo in fase adolescenziale che deve fare i conti con la scuola, i primi amori, le amicizie, e in particolare i problemi legati all’ambito familiare dove vivrà un rapporto sempre sincero e leale con i genitori MA difficile e subordinato per le esigenze di un Fratello Schizzofrenico per il quale LUI, troppo orgoglioso, terrà tutto dentro senza mai esternare le sue difficoltà a nessuno per non accettare i sguardi compassionevoli e pietosi di Maestri e Amici.
Con Capitoli brevi, intensi e uno stile delicato ma quando necessario Forte e adatto al contesto, l’Autore riesce benissimo nel suo intento, cioè quello di raccontare una Vicenda Vera, ricavata da fatti vissuti realmente dallo stesso Autore e in parte frutto di Fantasia , che coinvolge e trascina proprio perchè sincera e capace di far riconoscere come “vicini” scenari e dinamiche sociali a chi legge.
A me personalmente è piaciuto del libro , oltre alla storia narrata, l’abilità e la cura di Amitrano nel aver disseminato tanti elementi nel racconto che, solo dopo aver finito di leggere, ho rivalutato e compreso al meglio, tutti collegati a quel finale sicuramente inaspettato e architettato con maestria da lasciare con l’amaro in bocca.
In particolare mi riferisco alle “citazioni” prima del Prologo di Alda Merini e di Jim Morrison, alla Copertina del libro ma SOPRATTUTTO al simbolismo dello specchio che troviamo all’inizio e alla fine del libro, simboleggiando ciò che vorremmo essere, ciò che gli altri vedono in noi, lasciando nelle ultime pagine il Lettore con un velo di tristezza e paura per il Futuro prossimo del nostro Protagonista.
Complimenti di cuore a Daniele Amitrano che mi ha “catturato” con il suo affascinante Romanzo, incollandomi letteralmente alle pagine e facendomi partecipe della sua incredibile creatività e abilità, portandomi a consigliare tutti, con assoluta sincerità, a leggere “Figli dello stesso Fango”. Sicuro che saprà coinvolgere e appassionare di certo TUTTI , in particolar modo lo consiglio come lettura utilissima per Educatori e Genitori , ma anche molto formativa per Adolescenti , per capire e comprendere al meglio quanto siano importanti e fondamentali per il futuro, dinamiche e problematiche affrontate dai Ragazzi durante la loro difficile fase adolescenziale.
( Recensione di Walter Bianco da AmabiliLetture Blog )
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