Alina ha i capelli rossi, gli occhi verdi e un’intelligenza fuori dal comune: a due anni sa già leggere e contare. Ama sezionare chirurgicamente il mondo che la circonda e ascoltare le storie che nonno Giuseppe le racconta, mentre vagabondano tra i vicoli e gli scogli di Polignano. È un’infanzia atipica, la sua, sempre in bilico fra genialità e disagio, tappe bruciate e bullismo incombente. Perché lei è sempre quella più piccola, quella più brava, quella più forte e fragile insieme. Pesce fuor d’acqua dai “superpoteri” intellettivi e sensoriali, con depressione e anoressia sempre in agguato. Fino a quando non arriverà Nicola a rompere la sua sfera di cristallo. Un amore tanto forte quanto socialmente inaccettabile che segnerà l’inizio della sua vita vera, della sua crescita obbligata, del suo precoce sbocciare in donna forte, capace di amare e di soffrire. Questa è la storia di Alina e del suo modo di essere, con la sindrome di Asperger addosso, in un crescendo di emozioni “diversamente” provate tra Polignano, Milano e Parigi, per poi far ritorno al punto di partenza: la dodicesima stanza.
La Dodicesima stanza è un libro intenso e fragile, emozionante e formativo, scritto da Teresa Antonacci che, con la stessa innocenza e schiettezza della Protagonista, racconta una storia di una vita segnata, arricchita ,fatta di comprensione, acettazione ma soprattutto di un amore puro che emoziona e coinvolge stravolgendo l’esistenza dei Protagonisti.
Per trattare un Tema importante come la sindrome di Asperger l’Autrice si affida ad Alina, la Protagonista, attraverso il suo cammino il lettore non solo viene “educato” a questa patologia ricca di sfumature ma riesce a comprendere l’esigenza di vita, di essere “normale”, accettata da tutti non compresa, ma soprattutto attraverso le pagine traspare la voglia di vivere e di amare che va al di là dei muri imposti da una società dove il termine “normale” non ha più senso trasformandosi lentamente in una maniera “diversa” di vivere e vedere le cose: amare e comprendere in maniera diversa, non prestabilità è forse un dono non una malattia da curare.
Lo Stile di Teresa Antonacci è gentile e familiare; Fin dalle prime pagine emerge il desiderio di ritrovare e rivivere ricordi cari, personali che vengono turbati nel corso della lettura da una sofferenza neanche tanto celata per una vita non facile, che privava degli affetti più cari; un padre assente e una madre che nonostante la vicinanza risultava fredda.
Nonostante tutte le difficoltà di una vita da “adulta” in un corpo di un adolescente Alina trascorre gli anni tra Liceo e Università, un po’ Donna e un po’ Bambina sentendosi sempre fuori posto, forse perchè testarda e fastidiosa. Tutto cambia con un incontro speciale, che mette a contatto due persone che sembravano conoscersi da una vita.
Da qui in poi è un altalena di emozioni: si ride, si piange,si soffre; Paura e incoscenza mettono in una posizione di stallo la Protagonista che non sa se ascoltare il cuore o il suo cervello. in fuga non potendo affrontare la situazione da Polignano a Milano, dal dolce mormorio del mare al frastuono del traffico di una città che andava troppo di fretta per fermarsi.
Il silenzio accompagna per anni un Amore vero e sincero, senza regole o certezze; Il bisogno di essere indispensabile causato da quel Dio Buono e Cattivo, che dà e toglie nello stesso tempo; Il senso della vita, la Fortuna non destinata a tutti nella stessa maniera, procedendo con la consapevolezza che tutto ha un senso nella vita.
Secondo una antica Teoria la vita sarebbe composta da 12 stanze: Dalla nascita fino ad arrivare all’ultima, appunto la dodicesima, quella della Consapevolezza, quella della accettazione che nel libro viene incarnata dalla Protagonista: Alina insegna con la sua esperienza che se le difficoltà sono sempre in agguato ad ogni angolo può esserci una felicità insperata capace di trasvolgerci ,soprattutto per chi decide di vivere veramente senza farsi troppo condizionare dalla “normalità”.
Un libro capace di catturare fin dalle prime pagine, che si legge tutto d’un fiato; una Trama che coinvolge supportata da una Narrazione dolce e amara, sempre intensa e in alcune fasi quasi poetica.
Un grazie di cuore a Teresa Antonacci che mi ha gentilmente concesso il piacere di questa lettura e ancora tanti complimenti perchè con questo libro si vuole porre l’accento sul fatto che a volte quello che si considera “diverso” per alcuni è Reale: Con estrema tranquillità l’Autrice restituisce Speranza e Fiducia a tutti coloro che si trovano a condividere l’esistenza in compagnia di persone speciali come Alina, persone che reclamando la loro presenza ci insegnano a guardare la vita con occhi diversi.
( Recensione di Walter Bianco da AmabiliLetture Blog )
Teresa Antonacci nasce nel 1964 in provincia di Bari, dove attualmente vive e lavora. Sposata, tre figli, un marito, un cane e una tartaruga, ricopre un incarico dirigenziale in Poste Italiane. Quasi è il suo nono libro, sequel di La dodicesima stanza, pubblicato da Les Flâneurs Edizioni nel 2016 e foriero per l’autrice di numerosi podi in premi internazionali, tra cui la I edizione del Premio Letterario Internazionale Maria Cumani Quasimodo e la XI edizione del Premio Giovane Holden.
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