19 febbraio 2080. Martedì grasso. C’è nebbia, sulla laguna deserta, i turisti non sono ancora arrivati. Affluiranno appena farà giorno, pagando il biglietto e passando dai tornelli: già, perché da quando Venezia è stata dichiarata non più agibile, evacuata e trasformata in Venice Park – la più pittoresca delle attrazioni italiane – non esistono più residenti.
Solo il circo quotidiano dei visitatori e degli accompagnatori, oltre a un pugno di Resistenti che vorrebbe vederla tornare viva e abitata. In questo giorno d’inverno ci sono Michele e Sandro, guardiani che pattugliano la laguna. C’è Carlo, guida turistica appena promossa (e già in un mare di guai). C’è Rebecca, la combattiva attivista disposta a trasformarsi in assassina pur di non rassegnarsi alla morte della sua città.
E c’è Giobbe, un vecchio che ha perso tutto: la moglie, la casa, la memoria… ma l’unica cosa che gli è rimasta, un segreto racchiuso in un mazzo di chiavi, può cambiare il futuro. Che infatti cambierà, nell’arco di un’indimenticabile giornata di Carnevale.
Allucinazione e realismo, tenerezza e mistero sono le cifre di un romanzo storico diverso da ogni altro, capace di proiettare il passato in un futuro prossimo che somiglia vertiginosamente al nostro. La città d’arte più famosa al mondo fa da scenario a un’avventura dal passo di nebbia e di tuono, in cui si muovono quattro personaggi che in modi diversi dovranno scegliere tra se stessi e Venezia.
Anno 2080. Venezia si trova sommersa per il 95% della sua superficie. Una città Museo, un’attrazione per i Turisti che, accorsi al capezzale di un Gigante moribondo, volevano vedere prima che fosse troppo tardi una città lacerata, spogliata dei suoi abitanti a cui non apparteneva più un Futuro; Venezia era stata resa e destinata a non essere più abitata ma solo osservata, come una bestia di uno Zoo che però sonnacchiosa era sempre in agguato….non si sa se o quando tornerà a mostrarsi.
La Narrazione viene concentrata in 48 ore, raccontata da 4 voci differenti; Protagonisti più o meno involontari di una storia ambientata durante i giorni di Carnevale dove le maschere celano persone e Personaggi che sapranno farsi sedurre da una città destinata ad essere non più tale.
Essere Veneziani era diventata una vera vocazione; il vecchio spirito di una città morente sarà interpretato da due dei Protagonisti Principali, Giobbe e Rebecca: Giobbe è un uomo ostinato, che vive di abitudine e si nutre di ricordi e paradossalmente è l’unica persona viva, sopravvissuta a una realtà amara fatta di solitudine; la sua malinconia nei gesti cerca giustificazione in un Passato troppo triste da ricordare e nella volontà di restituire “vita” a coloro che , a differenza di LUI, si erano arresi. Rebecca anche LEI alla sua maniera è pronta a sacrificarsi per qualcosa a cui nessuno crede più, è la portavoce di chi voce non ha più perchè quel grido di “protesta” era rimasto strozzato in gola dal capitolare degli eventi.
Malaguti ci fa’ immergere nella descrizione di una città che apparentemente non sembra poi così lontana dal Reale, ma che sapeva trasformarsi nel buio della notte, perdersi nel silenzio… Una città che solo nei giorni di Carnevale non dettava regole. l’Atmosfera di angoscia, rammarico e incredulità viene supportata dai Capitoli lenti e dal Ritmo rilassato. Lo Stile è curato risultando poco intricato; unica nota personale riguarda alcuni Personaggi (Michele e Carlo) che ,pur essendo “vitali” per la Narrazione ,risultano poco curati come introspezione, non approfondendo troppo il loro Passato Narrativo, senza però intaccare troppo il loro ruolo nel libro.
La Narrazione poi viene spezzata con maestria da tanti articoli di giornale che l’Autore utilizza come testimonianza, costruendo una realtà che pagina dopo pagina arriva al Presente Narrativo, cioè a quando Venezia era stata dichiarata morta, Giustificando al Lettore molti particolari presenti durante la vicenda.
Nell’Epilogo, tra Caos e Sentimenti contrastanti, dopo che le vicende dei Protagonisti s’incontreranno viaggiando su un binario unico, Venezia e i Veneziani mostreranno la loro vera natura facendo riflettere ancora di più il Lettore sulle scelte di chi voleva vivere senza morire e di chi invece voleva morire per tornare a vivere.
Complimenti a Paolo Malaguti che ha scritto un Romanzo che, seppur “Distopico” nel Genere, ben si conforma a ogni tipo di Lettore; Tra atmosfere miste di Allucinazione e Realismo, Mistero e Azione l’Autore fa’ riflettere sul fatto che nessuna città esisterebbe senza i suoi abitanti perchè sarebbe rappresentata solo dalle sue Bellezze e non dall’Anima vera di chi vive rendendola vitale; Una Storia “Vera” quindi, molto intrigante e a tratti riflessiva, un Romanzo che ,pur avendo qualche “punto debole” , sicuramente rappresenta un ottima lettura sotto ogni punto di vista, supportata dallo Stile e dalla capacità descrittiva di Paolo Malaguti.
(Recensione di Walter Bianco da AmabiliLettureBlog)
Paolo Malaguti nasce a Monselice nel 1978, ma trascorre l’infanzia e la giovinezza a Padova, dove ha frequentato il liceo e si è laureato in Lettere moderne con una tesi di Filologia italiana su Antonio Fogazzaro. Dal 2004 insegna nei licei, prima della provincia di Treviso, poi della provincia di Vicenza. Attualmente è docente al ‘G. B. Brocchi’ di Bassano del Grappa. Ha scritto diversi libri, tra cui: La reliquia di Costantinopoli (Neri Pozza, 2015),con il quale è entrato nella dozzina del Premio Strega. Nuovo sillabario veneto (BEAT, 2016), Prima dell’alba (Neri Pozza, 2017), Lungo la Pedemontana (Marsilio, 2018).
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