lunedì 17 aprile 2023

Il bene che ti voglio di Sandro Frizziero

 È la vigilia di Natale e Alessio Gorgosalice si affretta sul vialetto di Villa della Pace, la residenza per anziani in cui vive nonna Armida. Ha bisogno di parlare con lei. Non che si aspetti grandi risposte: la demenza senile le consente a stento di riconoscere chi ha davanti. Ma il suo obiettivo, forse, è un altro. Alessio ha poco più di trent'anni, fa l'assicuratore e ha una vita estremamente regolare. È sposato con Isabella e insieme abitano in una villetta a schiera acquistata grazie all'aiuto del suocero e scrupolosamente arredata coi mobili prodotti in serie da un "mobilificio incapannonato al centro della campagna, una specie di microcosmo in miniatura, un'epitome di mondo, un museo della creazione". Ogni giorno Isabella, ingegnere che si occupa di progettare e collaudare impianti, una mente votata ai calcoli e alle previsioni, gli prepara un pasto sano da portarsi al lavoro, che Alessio accetta con un sorriso. Ma sotto la superficie levigata di una vita come tante – il matrimonio, il desiderio di paternità, la dedizione al lavoro – fremono istinti selvaggi, risvegliati dalla relazione extraconiugale che Alessio intrattiene con Barbara. La recita che è sempre stata la sua vita si è incrinata in modo irreparabile e in lui stanno esondando pulsioni impossibili da arginare. Con una voce brillante, complessa, divertita e fantasiosamente ipertestuale, il narratore segue il magma dei pensieri di Alessio negli abissi dell'introspezione per poi andare a stanare tutti gli altri personaggi fino ad assumerne il punto di vista.

Sandro Frizziero è un autore che seguo con stima fin dal suo esordio letterario ( Confessioni di un NEET ) e devo dire che in ogni suo libro, oltre ad una intelligenza stilistica fuori dal comune, apprezzo particolarmente la sua capacità di sperimentare sempre qualcosa di diverso in virtù di una sua particolare predisposizione nel mettersi alla prova per riuscire poi a scrivere senza sottomettersi a canoni letterari più generalmente frequentati.  

Con "Il bene che ti voglio" l'autore, in maniera non del tutto convenzionale, cerca di analizzare lo scorrere del tempo alternando ricordi passati ad un presente narrativo fuso tra sogno e realtà.

I due personaggi principali, Alessio e nonna Armida, sono impegnati in un dialogo "silenzioso" utilizzato dall'autore come pretesto narrativo per incuriosire ancora di più il lettore sullo sviluppo di una vicenda composta per lo più da pezzi diversi di un puzzle dove la ricostruzione risulta complicata, diversa e non del tutto "immediata" per le diverse interpretazioni che nascono dal bisogno dell'autore di dar voce a tutti i personaggi all'interno del romanzo, moltiplicando i punti di vista e distogliendo l'attenzione frammentando una linea narrativa dove il Passato si percepisce più incerto  del Futuro perché condizionato dai ricordi.

Alessio in questa sorta di confessione ha bisogno forse non solo di ricevere qualcosa che la nonna non può più restituire, ma anche di continuare a sperare che i momenti felici possano ritornare, colmando quel silenzio passivo attraverso ricordi che nonostante tutto risultano separati da una realtà presente; una vita apparentemente normale dove l'ansia di amare qualcuno diventa sottomissione e dove l'unica maniera per sopravvivere e cercare di far convivere quella voglia di "evadere" con il bisogno di normalità in una rapporto a tre paradossale e non ordinario ricco di malintesi.

I ricordi nel romanzo sono esercitati dall'autore per introdurre il concetto di Bene, sviscerando il suo significato e le varie sfumature, per poi esprimere il suo carattere fortemente contraddittorio, sospeso tra ambiguità e ipocrisia, espresso dalle azioni dei personaggi e dalle loro impressioni che si affannano non solo a cercare ma anche a restituire qualcosa che se a volte appare irraggiungibile in altre invece risulta nascosto proprio là dove non si pensava di trovarlo, rendendo tristemente chiaro, purtroppo solo alla fine, di come occasionalmente desideriamo non tanto la felicità ma il suo esatto contrario.

Il linguaggio straordinariamente originale e articolato si evidenzia non solo nell'utilizzo di vocaboli non comune ma anche nella la capacità riflessiva che stimola l'introspezione personale, agevolata anche da paragrafi "intenzionalmente" lunghi, dove l'autore rende la lettura addirittura ancora più emotiva mescolando bene tragedia e ironia, per ridere a "denti stretti" insegnando ad essere un po' critici nei confronti della vita, verso una realtà raccontata in maniera cruda e sincera per contrastare al meglio ipocrisia e buonismo.

Tantissimi complimenti a Sandro Frizziero(che ringrazio anche per la bella dedica) perché ancora una volta è stato capace di scrivere un romanzo coinvolgente e "non banale" che racconta una vita artefatta, con parecchie esitazioni e macchie grigie, evitando un sentimentalismo scontato che diversamente non sarebbe riuscito ad arrivare tanto in profondità; Un romanzo magnificamente complesso dove già l'introduzione mette in evidenza la volontà di viaggiare nel tempo, partendo dal passato, per restituire poi nel presente narrativo una visione "distorta" che sembra quasi deridere oltrepassando i limiti attraverso il contributo di tutti i personaggi che, pur "creando" coralità, mancano di fisicità restando lontani in una storia che riflette parecchio anche della nostra epoca.


 


Sandro Frizziero è nato a Chioggia nel 1987. Ha esordito nel 2018 con Confessioni di un Neet, edito da Fazi, finalista del premio John Fante 2019. Nel 2020 ha pubblicato Sommersione (Fazi) con il quale si classifica secondo al premio Campiello.



  IL BENE CHE TI VOGLIO


AUTORE : SANDRO FRIZZIERO

EDITORE : MONDADORI

GENERE : NARRATIVA

USCITA: 28 FEBBRAIO 2023

FORMATO : FLESSIBILE/E-BOOK



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