Graziano Gala ha scritto un romanzo che ha per protagonista un personaggio talmente straordinario che sembra appartenente ad un mondo fantastico, un uomo talmente "fuori dagli schemi" da non sembrare reale, fuoriuscito da una favola dolce amara; ma diversamente dalle favole nel libro non ci sarà un finale dove tutti saranno felici e contenti ma solo il disperato tentativo, forse riuscito, del protagonista di cercare un alternitiva, di trovare un modo differente per affrontare il suo dolore.
Giuda è considerato da tutti come lo scemo del villaggio, un bersaglio preferito per scherzi e risate, rilegato a vivere imprigionato dal significato di quel nome che portava addosso, non veramente il suo ma assegnato come un marchio indelebile per punirlo di quel suo tradimento che, oltre a botte e dolori, lo aveva allontanato dall'affetto di una figlia, che lo evitava come la peste, ma soprattutto strappato all'amore per quella moglie sparita chi sa dove, l'unica forse che lo aveva accettato veramente per quello che era.
Un bambino in un corpo d'adulto che aveva però mantenuto la purezza, il candore e la bontà espressi nei gesti quotidiani, in quella che era un esistenza solitaria; infatti gli unici a fare compagnia a Giuda nelle lunghe giornate erano solamente il gatto Ammonio (chiamato cosi' per il suo problema di incontinenza) ma principalmente il suo vecchio televisore Mivar che lo distraeva dai pericoli di una mente "disturbata".
La situazione comincia a precipitare quando il televisore di Giuda verrà rubato e d'improvviso in casa cesserà il rumore per far posto ad un silenzio "assordante" che diventa subito veleno per il protagonista che, corrotta la sua mente anestetizzata, è costretto adesso a ricordare, a combattere di nuovo i fantasmi del passato: le urla del padre violento che sembrava ancora avercela con il figlio, quel padre che era diventato nemico e fonte di dolore.
La casa che diventa inospitale e quel tentativo di riconciliazione convincono Giuda ad intraprendere quell'impresa che per lui significava non solo fare i conti col mondo "reale", ma anche risolvere una volta per tutte problemi sepolti dal passato, un viaggio all'inferno alla ricerca d'identità attraverso la riconquista del suo vero nome, quello che era stato negato non dal destino ma dalla crudeltà umana.
Dalla ricerca di un nuovo televisore inizia così una discesa agli inferi dove Giuda, tra violenza dimenticata, indifferenza e ignoranza, si troverà spesso nei guai; Determinato a non arrendersi il protagonista si ritroverà nella sua crociata a lottare anche per tutti quelli che, emarginati dalla società come lui, non avevano più forza per gridare al mondo rabbia e frustazione; il protagonista in un mondo tra bene e male si pone in mezzo diventando la voce di tutti, un disgraziato in cerca di un amore perduto, non dimenticato, l'unico capace di comprenderlo.
Nel romanzo la scrittura di Gala risulta ben bilanciata tra ilarità e commozione per una narrazione dove il vero azzardo linguistico è rappresentato dall'invenzione di un dilaletto ( un po' campano e un po' pugliese) con il quale far esprimere Giuda: molto comunicativo e alla fine ancor più credibile risulta questo espediente linguistico utilizzato dall'autore per creare ancora più distanza tra il protagonista e il resto del mondo; un modo di esprimersi che crea compassione al lettore che lo percepisce come genuino e scaturito direttamente dal cuore.
Quello di Gala è un romanzo che parla degli ultimi, pagine intrise di disperazione e rammarico anche nei confronti di un mondo feroce che non lascia tanto spazio alla speranza; una serie di emozioni altanelanti accompagnano la lettura dove senza fatica il lettore riesce ad empatizzare con Giuda che in fin dei conti potrebbe essere uno di noi, qualsiasi persona che, ricevuto un torto, cerca con tutte le forze di reagire cercando forse redenzione gridando per il un disagio procurato, mentre intraprende quel viaggio della vita che se riserva tante sconfitte alla fine porterà alla vittoria più importante.
Complimenti sinceri a Graziano Gala che con il suo romanzo mi ha piacevolmente sorpreso e conquistato con una lettura che riserva un altalena di emozioni, una storia dove facilmete si ride e si piange, un libro assolutamente da leggere perchè capace di suscitare riflessioni sincere e profonde sul senso della vita e sulla forza del cambiamento per affrontare i "demoni" del passato e riuscire a guardare il futuro con occhi più rilassati.
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