lunedì 2 maggio 2022

Le farfalle dell'Elba di Filippo Mammoli

 

La fine dell’estate all’isola d’Elba è sconvolta da due tragedie ravvicinate: due giovani donne, entrambe in vacanza, vengono uccise senza un motivo apparente. Sui corpi viene rinvenuto un simbolo, tracciato con modalità diverse, che toglie il sonno al commissario Lupi, capo della Polizia di Portoferraio, chiamato a indagare.Richard Newell, biologo marino che vive all’Elba da sei anni, è sospettato per il primo dei due omicidi. Ed è qui che entra in scena Marcello Tarantini, commissario di Polizia livornese trasferitosi in Sicilia, ma in vacanza all’Elba. Tornato nella sua città d’origine insieme alla figlia per passare le vacanze, conosce Serena Giusti, l’ex moglie di Newell, che gli chiede di dare una mano nelle indagini per scagionare il sospettato.

Tarantini inizia a collaborare con il commissario Lupi ed è quando tutti gli indizi portano a scagionare Newell che emerge un’ipotesi dai risvolti sconvolgenti…



Con uno stile spiccato originale,  insieme ad una narrazione intima, lenta in alcune parti ma ben sviluppata nelle fasi "adrenaliniche" del libro, Filippo Mammoli ha scritto un thriller davvero molto coinvolgente singolare che si lascia piacevolmente leggere in particolare per lo sviluppo, di certo non scontato, della sua trama.

Il romanzo ha una parte iniziale dove la suspance narrativa (come detto) risulta più lenta ma certamente più espressiva e comunicativa, incentrata in primo luogo nella caratterizzazione dei protagonisti; nella seconda parte invece è presente una vivacità narrativa più marcata dove può esprimersi al meglio  tutta la bravura dell'autore che è abile nel giocare con il lettore portandolo molto spesso fuori pista, disorientandolo con l'ambiguità dei personaggi, con falsi indizi, quasi "impersonificando" lui stesso quel male che domina su un intreccio narrativo davvero complesso.

Davvero molto curata è la parte descrittiva, precisa, quasi maniacale, arricchita da elementi specifici e a volte singolari che riescono pienamente a trasmettere al lettore tutti i "sapori" e gli "odori" di una terra che aveva visto sporcare prepotentemente la sua bellezza con due delitti efferati, che avevano ferito ancor di più per la violenza esercitata, capace di turbare gli animi di tutti, compresi gli inquirenti, costretti a ricorrere un assassino che seminava terrore anche attraverso un macabro simbolismo.

Tra pochi indizi e la tanta confusione le indagini saranno portate avanti, in maniera parallela, dai nostri due protagonistiTarantini Lupi; l'autore usa bene le differenze caratteriali dei due commissari per evidenziare e sottolineare le diverse sfaccettature in una vicenda che, seppur disseminava interrogativi diversi e contraddittori tra loro, alla fine porterà ad una soluzione comune che, da ambo le parti, risulterà inimmaginabile.

Tarantini viene descritto come un uomo di legge, sicuro della sua esperienza e per questo più distaccato da tutto e tutti; nonostante la necessità di "staccare un pò la spina" resterà coinvolto in una vicenda nella quale senza esitazione sarà pronto a mettersi in gioco, così come sempre, nel lavoro come nella  vita; Lupi invece viene "raccontato" facendo luce sul suo aspetto umano, esprimendo senza filtri la sua fragilità caratteriale che, oltre a renderlo parecchio diverso dal collega, lo condizionerà nell'essere meno risoluto e di certo più tormentato, afflitto intimamente sia per una condizione personale che per quel senso di colpa generato dall'incapacità di trovare indizi concreti, di restituire in fretta giustizia dando un volto ad un colpevole che, fino adesso, aveva commesso davvero pochi errori.

Proprio su questo equilibrio si concentra la parte centrale della narrazione; l'esperienza da una parte e l'umanità dall'altra che si controbilanciano, scontrandosi e annullandosi attraverso una prosa che scinde un unica indagine in due parallele, condotte con tante difficoltà comuni ma anche con tante incertezze dissimili scaturite e affrontate da chi le portava avanti.

C'è da dire però che alla fine, nonostante le tante differenze, il coinvolgimento dei protagonisti, così come il trasporto, alla lunga è simile e comparabile a quello di chi legge che si ritroverà empaticamente partecipe ad un incubo senza fine segnato da una scia di violenza apparentemente senza senso.

La bravura stilistica di Filippo Mammoli rende il suo libro particolare e relativamente diverso per molti aspetti dai classici thriller : in special modo questo si traduce nell'attitudine di rendere impersonale (ma più definito) un dialogo in terza persona, che però in alcuni frangenti si colora attraverso l'uso dialettale, impreziosendo e trasformandosi in intimo e confidenziale, grazie anche all'utilizzo di alcuni escamotage da parte dell'autore che consuma tutta la sua l'impronta sarcastica per smorzare i toni troppo gravi emersi in alcune parti del libro : sotto questa lente possiamo analizzare il personaggio di Rick, coinvolto drammaticamente nella vicenda, che disimpegna fasi personalmente "complicate" attraverso la sua "parlata" quasi comica ( divisa tra italiano e americano) che mostra il fianco ad una pungente ironia che strizza l'occhio anche alla sua incredibile abilità nel mettersi nei guai, trovandosi nel posto sbagliato nel momento sbagliatissimo.

In ogni aspetto la lettura risulta molto scorrevole e dinamica perché la trama, molto ben costruita, non fatica poi troppo a svilupparsi in maniera lineare, senza soffrire troppo di quelle fasi in cui l'autore rallenta per far riflettere, per capire meglio, per interpretare e per poter assimilare con più convinzione alla fine anche un epilogo che, seppur giunto ad una giusta conclusione, traumatizza  destabilizzando il lettore perché porta all'estremo quella  drammaticità "ricamata" sottotraccia lungo tutto il romanzo, inevitabile e difficile da accettare.

Tantissimi complimenti sinceri a Filippo Mammoli che ancora una volta conferma tutta la sua bravura nel raccontare storie fortemente coinvolgenti, generando forte empatia con i suoi protagonisti; in particolare in questo suo ultimo libro ho personalmente  tanto apprezzato la capacità stilistica nel costruire una storia molto originale capace di legare con naturalezza mistero (proteso più verso un genere giallo) e tensione ( più riconducibile al thriller) attraverso diverse sfumature che trascinano e suscitano intimamente anche tanti spunti di riflessione da ricercare con attenzione tra le righe di un romanzo avvincente che vi terrà incollati alle pagine emozionando con i suoi tanti colpi di scena.

 

(Recensione da AmabiliLetture Blog)



 


 Filippo Mammoli è nato a Prato il 5 agosto del 1972. Come ingegnere elettronico, è responsabile dello sviluppo software di un’azienda fiorentina che lavora nel settore del controllo qualità tramite machine vision.

La sua passione per la scrittura inizia dalla poesia, con cui si cimenta fin dall’età di vent’anni. Ottiene premi in concorsi letterari e pubblicazioni nell’antologia del concorso “Daniela Pagani” indetto dal C.A.L.C.I.T. Chianti fiorentino nel 2004. Nel 2005 ho pubblica un’altra poesia nell’antologia “I segreti di Pulcinella” edita da Giulio Perrone.

Nel 2016 ho pubblica in self publishing il suo primo romanzo dal titolo “I casi del destino”.

Nel 2018 il suo racconto “Purezza” è stato inserito nell’antologia “Racconti toscani” edita da Historica edizioni.

Nel 2019 ha visto la luce il thriller “Oltre la barriera” pubblicato da Dark Zone edizioni con cui ha partecipato al Salone del libro di Torino.

Sempre nel 2019 è uscito, per la Jolly Roger edizioni, il giallo dal titolo “Il bosco delle more di gelso”.

A giugno del 2020 ha pubblicato, per la Dark Zone edizioni, una raccolta di racconti noir dal titolo “Sospesi sul nulla”.

 


 

LE FARFALLE DELL'ELBA

 

AUTORE: FILIPPO MAMMOLI

CASA EDITRICE: DARK ZONE

GENERE: THRILLER/GIALLO

PUBBLICATO : 5 GENNAIO 2022

FORMATO: COPERTINA FLESSIBILE


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