venerdì 8 aprile 2022

Niente di vero di Veronica Raimo

 Prendete lo spirito dissacrante che trasforma nevrosi, sesso e disastri famigliari in commedia, da Fleabag al Lamento di Portnoy, aggiungete l'uso spietato che Annie Ernaux fa dei ricordi: avrete la voce di una scrittrice che in Italia ancora non c'era. Veronica Raimo sabota dall'interno il romanzo di formazione. Il suo racconto procede in modo libero, seminando sassolini indimenticabili sulla strada. All'origine ci sono una madre onnipresente che riconosce come unico principio morale la propria ansia; un padre pieno di ossessioni igieniche e architettoniche che condanna i figli a fare presto i conti con la noia; un fratello genio precoce, centro di tutte le attenzioni. Circondata da questa congrega di famigliari difettosi, Veronica scopre l'impostura per inventare se stessa. Se la memoria è una sabotatrice sopraffina e la scrittura, come il ricordo, rischia di falsare allegramente la tua identità, allora il comico è una precisa scelta letteraria, il grimaldello per aprire all'indicibile. In questa storia all'apparenza intima, c'è il racconto precisissimo di certi cortocircuiti emotivi, di quell'energia 

 


Chi può dire quale sia la parte più vera di noi??? Quale quella reale e quale quella che fingiamo di vivere agli occhi degli altri??

L'autrice, attraverso una narrazione ironica e dissacrante, "immola" i suoi ricordi personali per diventare stimolo, per trasformarsi in specchio attraverso il quale il lettore possa immergersi nell'oscurità di un vivere in perenne bilico tra essere e apparire.  

I ricordi familiari, raccontati con disarmante drammaticità e tormento, descrivono una cacofania affettiva frutto di una esasperazione dei ruoli genitoriali: una madre ansiosa e un padre iperattivo nel controllare la vita dei suoi cari conducono ad un educazione "particolare" che incita alla noia più totale, vietando la cose "più spericolate" come andare in bicicletta o nuotare.

Ecco che la nostra Protagonista, insieme ad un fratello super talentuoso (con il quale viene a patti fin da piccola), passa parte dell'adolescenza chiusa in casa per affrontare poi, in età adulta, le tempeste dei primi amori, delle vacanze mai fatte, lotte e sconfitte che affronta circondandosi di ogni finzione, necessaria per poter non vivere ma sopravvivere.

Questo romanzo di formazione, scritto in maniera schietta e auto ironica, dimostra come l'autrice sia figlia di una società che impone modelli dai quali però cerca disperatamente di staccarsi e combattere a colpi di "non", per esprimere quel un senso di ribellione verso tutto e tutti, perchè anche la "sovversione" può essere un bisogno da reclamare.

La prosa è composta principalmente da un monologo interiore profondo, cinico ma a lunghi tratti quasi commovente; il dialogo è sincero ma inquieto e si mantiene sempre lontano da un facile buonismo. Nell'insieme l'autrice con il suo stile riesce ad uscire fuori da quella inflessibilità specifica del romanzo classico, muovendosi bene fuori dagli schemi anche quando gioca, molto spesso, con le parole creando vere e proprie "divagazioni" linguistiche.

Nel libro non vengono risparmiati temi importanti: sesso, aborto, lutti e amicizie troncate sono presenti e vissuti con la consapevolezza  di una età adulta dove purtroppo ci si abitua a tutto, anche al dolore che entra nelle ossa e ci accompagna per parte della nostra esistenza; attraverso la sua esperienza personale l'autrice racconta una vita consumata dalla mezogna che, oltre a danneggiare il prossimo, frena la voglia di essere migliori, di prendere finalmente le sembianze di quello che solamente si finge.

Per l'autrice il ricordo diventa importante e sincero anche quando le varie sfumature ne oscurano i particolari, celando empaticamente solo quelli davvero importanti, a discapito di qualcosa che colpisce lasciando il segno; la memoria diventa cosi' come una sorte di roulette russa dove ad ogni giro si vince o si perde. 

Davvero tanti complimenti a Veronica Raimo che con il suo libro mi ha colpito e rapito attraverso pagine ricche di affettività distaccata e sofferta con le quali racconta il suo intimo senza filtri e senza pause, nemmeno quando attraversa ricordi dolorosi che riesce ad esprimere in maniera asettica perchè, una volta superati certi muri, è certamente molto più difficile raccontare e descrivere  la felicità, che rimane costantemente in bilico tra realtà e apparenza fino alle ultime pagine di una romanzo davvero molto coinvolgente e scritto con uno stile totalmente sincero e spegiudicato.

 

 


Veronica Raimo è nata a Roma nel 1978. Ha scritto i romanzi: Il dolore secondo Matteo (minimum fax 2007), Tutte le feste di domani (Rizzoli 2013) e Miden (Mondadori 2018), uscito in UK, Usa e Francia. Nel 2019 ha scritto il libro di poesie Le bambinacce con Marco Rossari (Feltrinelli). I suoi racconti sono apparsi su diverse antologie e riviste, sia in Italia che all'estero. Per Einaudi ha pubblicato Niente di vero (2022). Ha cosceneggiato il film Bella addormentata (2012) di Marco Bellocchio. Si occupa di giornalismo culturale per diverse testate. Ha tradotto dall'inglese, tra gli altri: Francis Scott Fitzgerald, Octavia E. Butler, Ray Bradbury.

 

   NIENTE DI VERO

AUTRICE: VERONICA RAIMO

EDITORE: EINAUDI

GENERE: NARRATIVA

DATA : 1 FEBBRAIO 2022

FORMATO: COPERTINA RIGIDA

                    E-BOOK

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